La Proposta Del Miliardario. Jambrea Jo Jones

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La Proposta Del Miliardario - Jambrea Jo Jones

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principale, a circa cinque minuti di distanza, e non in fondo al corridoio, perché in quel caso avrebbe fatto qualcosa di avventato. Tipo strozzarlo. Odiava discutere della propria vita sentimentale… di nuovo. Non era più un bambino. Aveva appena festeggiato il suo trentaseiesimo compleanno, per la miseria.

      “No, non lo è,” dichiarò Jackson. “Avevo rinunciato alla speranza di avere un erede quando mi hai detto di essere gay, ma adesso ci sono molte altre opzioni là fuori, Remi.”

      “Papà…”

      “Non provarci. Leggo i giornali, sai? So che i bambini possono essere adottati, oppure potresti anche pensare di usare un surrogato. Non sto dicendo che devi avere figli ora, ma non lascerò che ti faccia tutti gli uomini di Fort Wayne.”

      “Non mi sto facendo tutti…” Remi si strofinò una tempia, incapace di ripetere le sue parole.

      Suo padre sospirò e continuò la filippica. “Voglio che ti sistemi. Esci con un uomo. Conoscilo. Innamorati di lui e poi sposalo. Voglio che tu abbia quello che ho avuto io. Gli anni che ho passato con tua madre sono stati i migliori della mia vita e darei qualsiasi cosa per riaverli.”

      “Lo so, papà. Lo so. Manca anche a me.”

      “Forse ho sbagliato con te. Forse darti tutto quello che volevi, e assicurarmi che tu avessi una rendita mensile fino a quando fossi entrato in possesso del fondo fiduciario, non è stata la migliore delle idee. Bene, da oggi in poi puoi scordartela. Dovrai imparare a contare solo sui soldi che guadagnerai, senza alcun aiuto da parte mia. Ti taglierò fuori se non farai qualcosa della tua vita. Inizia a frequentare seriamente qualcuno e farò in modo che il fondo fiduciario sia completamente a tua disposizione il giorno del tuo quarantesimo compleanno, e non ti taglierò neppure lo stipendio mensile.”

      “È per questo che hai messo quella clausola al fondo fiduciario? Capisco la rendita, ma come fa una persona a sopravvivere fino a quarant'anni?” Remi voleva lanciare il telefono dall'altra parte della stanza. Era così frustrato, dannazione. Aveva quasi quarant'anni e suo padre gli dava ancora la paghetta.

      “Sei fortunato che non abbia aggiunto una clausola matrimoniale, Remi.” Le parole di suo padre furono più o meno come benzina gettata sul fuoco che stava iniziando a divampare nel suo corpo.

      “Sapevo che mi stavi controllando, ma questo supera davvero il limite.” Remi si pizzicò il ponte del naso. “Sai che la mamma voleva che avessi quei soldi quando ho compiuto ventuno anni. Tutti. Senza clausole. Senza rendite mensili. Tutti insieme.”

      “Sì, ma l'ho convinta a ripensarci. Volevo che fossi più maturo. Ventuno anni sono troppo pochi per gestire una somma di denaro del genere. Quando è morta, ho capito di aver fatto la cosa giusta. La sua scomparsa ha distrutto un po' del tuo istinto di sopravvivenza.”

      “Avevo appena perso mia madre. Ma non è questo il punto. Lo sai che sono un uomo adulto, vero? Che gestisco una società multimiliardaria?” Remi si coprì il viso con una mano. La testa gli martellava. Aveva bevuto troppo la sera precedente, e si era portato un ragazzo a casa. Remi non riusciva a ricordare il suo nome, ma aveva un culo bello stretto. Quello era qualcosa che valesse la pena ricordare.

      La voce di suo padre lo riscosse dai postumi della sbronza.

      “Lo so. E so anche che spendi soldi come se non ci fosse un domani.”

      “Stai parlando come se dovessimo fallire entro il fine settimana.”

      La testa pulsò più forte. Non era ancora del tutto sveglio. E oltretutto ora pensava a sua madre.

      Caffè.

      Dio, una tazza di caffè sarebbe stata perfetta in quel momento, ma non aveva ancora avuto la possibilità di berne neppure una goccia. E non poteva neanche dire alla sua segretaria, Sara Jo, di portargliene una tazza, perché stava già usando il telefono per parlare con suo padre.

       Al diavolo la mia vita.

      “Non sai mai quello che ti può riservare il futuro, figliolo.”

      “Sei fortunato che ti voglio bene, papà.” Remi poteva essere arrabbiato con suo padre, perfino esasperato dalla sua insistenza, ma gli voleva bene.

      Tutto quello che Remi doveva fare era dissuaderlo dall'idea che avesse bisogno di innamorarsi di qualcuno. Di solito ci volevano un paio di settimane per far cadere quel discorso. Non era la prima volta che succedeva.

      Remi era abbastanza felice della propria vita. Non voleva sistemarsi.

      Non voleva essere il daddy di qualcuno. Come avrebbe potuto sapere se un uomo lo voleva solo per i suoi soldi? Aveva già commesso quell'errore. Gli si era spezzato il cuore quando aveva scoperto che il suo conto in banca era tutto ciò che interessava al suo ex. Appena sapevano il suo nome, tutti gli si avvicinavano cercando di incastrarlo. Fort Wayne non era così grande e, anche ad Indianapolis, il nome Marlow era molto conosciuto in certi ambienti.

      Non era il tipo da avere una storia seria… non più. Non dopo Harry.

      “Sei fortunato che anche io ti voglio bene. Non ti darei un ultimatum se non fossi preoccupato per te. E non pensare di riuscire a dissuadermi. In qualità di esecutore testamentario del fondo che io e tua madre abbiamo istituito per te, ho già chiesto agli avvocati di redigere i documenti che stabiliscono i nuovi termini. C'era una clausola specifica negli accordi.”

      “Sì, lo so. Non saprò mai come hai fatto a convincere la mamma a nominarti esecutore, in modo da consentirti di impostare i termini di pagamento e permetterti di cambiarli come ritieni opportuno. Ma non ne sono felice, papà.” Le sole parole non riuscivano ad esprimere abbastanza quanto poco fosse contento della piega che avevano preso le cose.

      “Sapevo che non lo saresti stato. Ma sei mio figlio e voglio che tu sia felice.”

      Dannazione. Non voleva uscire con qualcuno. Jackson era suo padre e Remi sapeva che lo stava facendo con le migliori, per quanto inquietanti, intenzioni. Stavano lavorando per espandere l'azienda. Remi aveva raramente un minuto libero. Prendeva sul serio il proprio lavoro. Certo, gli piaceva divertirsi e quello richiedeva soldi… più soldi di quelli che avrebbe potuto guadagnare con un semplice stipendio dell'azienda. La piccola eredità che aveva ricevuto dal nonno dopo la sua morte non sarebbe durata per sempre, e aveva già ricevuto la paghetta quel mese. I soldi del fondo fiduciario non gli sarebbero stati consegnati fino al compimento dei quarant'anni. Mancavano solo pochi anni, e probabilmente quello era il motivo per cui suo padre stava tirando fuori l'argomento con tutta quella insistenza.

      “E se decidessi di dire fanculo e vivere del mio solo stipendio?” Remi si appoggiò allo schienale della sedia con un leggero sorriso stampato in faccia. Poteva farlo? Sì. Sarebbe stato facile? No, ed era abbastanza intelligente da capirlo anche da solo.

      “Ho visto la lista delle tue ultime spese,” rispose Jackson senza cambiare tono. “Ti do una settimana di tempo per prendere una decisione. Ricorda solo che non avrai i soldi del tuo fondo per altri quattro anni, a meno che io non ti ritenga inadatto anche in quel momento e ti faccia aspettare ancora più a lungo.”

      Il cuore di Remi era già stato spezzato una volta, non avrebbe permesso che accadesse di nuovo. Per quanto da un lato desiderasse provare quello che aveva provato suo padre, dall'altro sapeva che era qualcosa che a lui non sarebbe mai successo. I suoi genitori si erano incontrati al liceo e i soldi non avevano mai avuto un ruolo fondamentale nella loro storia

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