La Proposta Del Miliardario. Jambrea Jo Jones

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La Proposta Del Miliardario - Jambrea Jo Jones

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“Ho una proposta da farti. Ma voglio innanzitutto dirti che quello che sto per chiederti non influenzerà in alcun modo il tuo lavoro, soprattutto se rifiuterai. Capito?”

      El annuì. Sentiva una strana sensazione di pesantezza nello stomaco, come se qualcosa che non doveva essere lì si stesse muovendo all'interno.

       Cosa diavolo ha intenzione di chiedermi?

      “Bene. D'accordo. Voglio che tu venga a vivere con me.”

      “Cosa?!” El si alzò così in fretta che la sedia sulla quale era seduto si spostò indietro.

      “Un attimo, in quel modo suonava strano. Voglio che tu finga di essere il mio ragazzo. Vieni a vivere con me per un po' e aiutami a convincere mio padre che ho deciso di mettere la testa a posto e che ho trovato un ragazzo.” Il signor Marlow lo fissò negli occhi.

      “Io… cosa… non… Perché?” Quello doveva essere un incubo. Per quanto ne sapeva, la mossa successiva sarebbe stata trovarsi nudo nel bel mezzo del liceo che aveva frequentato a cercare di rispondere a una domanda impossibile del professore.

      “Non devi rispondermi subito. Prenditi un giorno o due. Aspetta! Non hai un compagno, vero?”

      E me lo chiede ora?

      El tornò a sedersi. Un compagno? Come se ne avesse il tempo. E non doveva pensare all'assenza di vita sentimentale subito dopo aver sentito la proposta del suo datore di lavoro. Avrebbe dovuto sentirsi indignato.

      “Guarda, vai a pranzo. Pensaci. Quando avrai una risposta, fammela sapere. Ti darò altri dettagli in quel momento. Ti farò sapere, eventualmente, quello che ti aspetta. Possiamo stipulare un contratto. Come ho detto, questo non influirà in alcun modo sul tuo lavoro. Mi faresti un enorme favore e io in cambio ti aiuterei con i soldi extra di cui hai bisogno. Non posso davvero farti fare altri straordinari, in questo momento, quindi non la sto usando come scusa.”

      Il signor Marlow si alzò e gli tese la mano. El si alzò a sua volta e la strinse, poi si voltò e se ne andò.

      Non aveva nient'altro da dire. Non riusciva a dire altro. La sua mente era in subbuglio. Era entrato in quell'ufficio intenzionato a chiedere ore extra di lavoro e ne era uscito con una proposta di fidanzamento.

       Solo per finta.

      Non sarebbe stato qualcosa di reale. E aveva sua madre a cui badare. Cosa ne avrebbe pensato lei? Non c'era modo che El le mentisse su qualcosa. Le era rimasto troppo poco tempo.

      * * * *

      El tornò a casa alcune ore dopo. Cercò di fare meno rumore possibile perché non sapeva se sua madre era sveglia oppure no. Avrebbe impiegato comunque pochi minuti per scaldarle la minestra. Sua madre probabilmente non avrebbe avuto fame ma El sperava di riuscire a convincerla a buttare giù perlomeno un paio di cucchiai di brodo.

      Entrò in cucina e tirò fuori la minestra che aveva cucinato quel fine settimana. Ne faceva sempre un bel po', per velocizzare la preparazione dei pasti nei giorni successivi, quando aveva meno tempo. Avrebbe dovuto preparare qualcosa anche per sé ma ci avrebbe pensato più tardi. Avrebbe mangiato mentre tornava in ufficio. Mangiare di fretta e accontentarsi di quello che trovava era un'abitudine che aveva preso quando sua madre era peggiorata.

      Prese una ciotola dal mobiletto. Avrebbe tanto voluto scaldarla sui fornelli ma non ne aveva il tempo. Se avesse avuto abbastanza soldi…

      Soldi.

      Forse non doveva pensarci, perché altrimenti sarebbe tornato di corsa in ufficio e avrebbe accettato tutto quello che gli aveva offerto il suo capo. Non doveva buttarsi a capofitto in quel modo. Cosa sarebbe accaduto a sua madre? Doveva parlarne prima con lei. E restava comunque un'idea folle. El si chiese come fosse venuta in mente al signor Marlow. Forse avrebbe dovuto chiederglielo prima di dargli una risposta.

      Riempì la ciotola con la minestra e si voltò verso il microonde per scaldarla. A sua madre non piaceva che fosse troppo calda, così l'avrebbe lasciata raffreddare un po' sul tavolo mentre andava a svegliarla. Dovevano parlare, voleva sentire cosa ne pensava lei di tutta quella situazione.

      Ma se si fosse trattato davvero di una buona proposta? E se in quel modo avesse potuto ottenere i soldi necessari per quel farmaco sperimentale? Forse avrebbero potuto permettersi anche di pagare un'infermiera che andasse a casa loro un paio di giorni a settimana. El avrebbe usato tutto l'aiuto che sarebbe riuscito a trovare.

      Però, quando sembrava troppo bello per essere vero, di solito era troppo bello per essere vero. Lo aveva sentito ripetere spesso da sua madre nel corso degli anni.

      Il bip del microonde lo fece sobbalzare.

      “El? Sei tu?” Riuscì a sentire a malapena la sua voce giungere dalla sua stanza.

      “Sì, mamma. Ti ho scaldato un po' di minestra.”

      “Non ho fame.”

      Suonava un po' meglio di quel mattino. La sua voce non si era spezzata mentre parlava. Forse quello era uno dei giorni sì, per lei. Afferrò il guanto da forno e tolse la zuppa dal microonde.

      “Forse tra un po' ti verrà fame. Comunque adesso è troppo calda per essere mangiata, lasciala raffreddare.” El entrò nella sua stanza.

      Sua madre si mise a sedere sul letto. Era debole e aveva davvero bisogno di mangiare. Se non lo avesse fatto, non sarebbe riuscita a trovare le energie necessarie per sopportare le controindicazioni dei farmaci.

      “Va bene. Appoggiala pure lì.” Indicò il comodino.

      El avrebbe fatto di tutto per lei, anche trasferirsi a casa del suo datore di lavoro in modo da poter ricevere i soldi che lui gli aveva promesso. Ci stava davvero pensando? Sì, lo stava facendo. Per far stare meglio sua madre e allungarle la vita, avrebbe fatto ogni cosa. Non era ancora pronto a dirle addio. Fanculo al cancro.

      “A cosa stai pensando così profondamente?”

      El si riscosse e spostò la poltrona reclinabile vicino al letto in modo da potersi sedere accanto a lei.

      “Ho chiesto altri straordinari.” Scrollò le spalle come se non fosse un grosso problema.

      “Oh, El, no. Dovresti usare quel tempo per fare qualcosa di divertente.”

      “Quello di cui ho bisogno è che tu stia bene.” Le sorrise.

      “Si vive solo una volta. Io dovrei saperlo meglio di chiunque altro. Ci sono un sacco di cose che avrei dovuto fare prima di ridurmi in questo modo.” Tirò più su la coperta, strattonandola con le dita.

      “Tipo cosa?” El era curioso. Sua madre non aveva mai parlato di quello che le sarebbe piaciuto fare, probabilmente perché non avrebbe potuto comunque farle, dato che era una madre single. Forse temeva che El si sarebbe incolpato per questo.

      “Viaggiare. Non avrei dovuto preoccuparmi di non avere i soldi. Parigi, Nuova Zelanda, Giappone… Ci sono così tanti posti da vedere al mondo. Una volta che me ne sarò andata, tu…”

      “Non dire così.” El non riusciva a sopportare il pensiero di una vita senza di lei.

      “Devi

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