La Proposta Del Miliardario. Jambrea Jo Jones

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La Proposta Del Miliardario - Jambrea Jo Jones

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il lavoro delle altre persone e trovare errori come nessun altro nella squadra. Remi non parlava personalmente con tutti i dipendenti del settore siderurgico, ma si informava regolarmente e sapeva bene chi era capace di fare cosa. L'azienda non poteva permettersi di perdere qualcuno così esperto.

      Remi desiderò aver chiesto ad El perché avesse così disperatamente bisogno di soldi. Forse avrebbe potuto offrirgli qualcosa di più specifico per convincerlo ad accettare la proposta. Era consapevole che avrebbe dato ad El tutto ciò di cui aveva bisogno pur di ricevere un sì da parte sua.

       Ora basta, sul serio.

      Aveva del lavoro da fare. Prese i disegni arrotolati sulla scrivania e si diresse verso la sala riunioni. Quell'incontro era molto importante e aveva bisogno di tutta la propria concentrazione. Sì. Doveva concentrarsi sul lavoro e non sul modo in cui le guance di El erano diventate rosse quando gli aveva detto di andare a vivere insieme. Quel rossore aveva conferito al suo viso qualcosa di ancora più affascinante. No. Quel pensiero doveva lasciarlo per dopo.

      Le luci della sala riunioni erano già accese quando arrivò. Posò i disegni sul tavolo e li aprì. Avrebbe usato anche il proiettore. C'erano alcune foto che la squadra aveva scattato e che sarebbero state molto utili. Ma prima aveva bisogno di un caffè.

      “Li faccio accomodare tra un attimo.” La voce di Sara Jo riempì la stanza. Il buon vecchio interfono. Se Remi aveva sussultato al suono della voce improvvisa, nessuno avrebbe potuto comunque dirlo dato che era ancora da solo. Prese il caffè e rimase in piedi accanto alla propria sedia, in attesa, poi diede il benvenuto a tutti quando entrarono. Ci siamo. È tempo di risplendere.

      Sara Jo offrì loro il caffè e l'acqua in modo che Remi potesse concentrarsi sulla riunione. Accese il proiettore e l'immagine di un albergo abbandonato riempì metà parete. L'edificio era una meraviglia e, se Remi avesse ottenuto i vari permessi, dopo le ristrutturazioni quel posto avrebbe brillato, oltre a diventare una risorsa per Fort Wayne, qualcosa di cui avevano bisogno. Cominciò ad esporre la storia dell'edificio, spiegando il modo in cui gli appartamenti che avrebbero creato da quell'ex albergo avrebbero attirato turisti e viaggiatori, specialmente con il teatro annesso.

      I pensieri di El arretrarono verso il fondo della sua testa mentre continuava ad esporre il progetto.

      * * * *

      Due ore dopo stava morendo di fame. L'incontro era andato bene, meglio di quanto avesse previsto. Doveva occuparsi di alcuni bilanci, mettere insieme delle cifre. Non era sicuro di quale fosse il prezzo dell'acciaio in quel momento, visto che variava spesso. Se ci fossero state troppe tasse, sarebbe stato costretto ad aumentare il prezzo del budget e rendere il progetto troppo costoso. Se solo avessero già avuto la loro acciaieria. Li avrebbe aiutati a coprire parte dei costi. Non tutti, ovviamente, ma utilizzare il proprio materiale avrebbe ridotto notevolmente il prezzo del progetto. Quello era il prossimo punto sulla lista.

      Sospirò. Aveva troppe cose in sospeso. Riportò i disegni in ufficio, in modo da potersi mettere subito all'opera per aggiungere le modifiche di cui avevano discusso durante la riunione. Sarebbe stata una lunga notte ma voleva occuparsene il prima possibile per riuscire ad avere pronta in breve tempo la prima parte della bozza. Aveva appena dato i progetti della torretta del college e quelli per i due ospedali al dipartimento di ingegneria. Amava vedere quanto fosse richiesto il loro lavoro, perché lo rendeva consapevole che il suo bambino si stava espandendo.

      Era una buona cosa essere così occupato. Avrebbe davvero voluto offrire a El gli straordinari di cui aveva bisogno, ma le leggi esistevano per un motivo. Lavorare troppo poteva portare i dipendenti a un esaurimento e Remi non poteva permettersi che venisse messa in pericolo la sicurezza. Certo, controllavano e ricontrollavano almeno tre volte ogni progetto prima di dare l'approvazione definitiva, ma poteva succedere di tutto. Non molto tempo prima una torre di controllo era caduta e aveva causato un paio di morti. Non si trattava di un loro progetto, grazie al cielo, ma quell'incidente aveva messo l'intero settore sull'attenti.

      Remi si sistemò dietro il tavolo da lavoro, i progetti stesi davanti a sé. Cominciò da un lato, immaginandosi nella propria testa le dimensioni delle travi che avrebbero sorretto il primo piano dell'edificio. Doveva assicurarsi che fossero della giusta grandezza. A volte il cliente chiedeva un prodotto che non era disponibile, magari perché ormai non lo fabbricavano più. Avrebbe dovuto controllare sui vari cataloghi: collaborando con varie aziende che lavoravano l'acciaio, aveva la possibilità di avere più scelta. Avrebbe chiesto alla squadra di progettazione di occuparsene, loro si sarebbero informati e poi gli avrebbero fatto sapere se potevano ottenere o meno le travi di quelle dimensioni.

      Aveva ormai finito l'inchiostro nell'evidenziatore quando qualcuno bussò alla porta.

      “Avanti.” Remi guardò l'orologio.

      Accidenti, era più tardi di quanto pensasse. Era il caso di fermarsi lì, perché più tardi avrebbe cenato con suo padre. Il pensiero della cena gli riportò alla mente El e la proposta che gli aveva fatto.

      E, parlando del diavolo… El entrò nell'ufficio e si chiuse la porta alle spalle. Sembrava stanco.

      “Signor Marlow…”

      “Per favore, siamo fuori orario d'ufficio. Chiamami Remi.”

      El si schiarì la gola. “Va bene… Remi.” Emise un sospiro.

      “Qui sei libero di parlare tranquillamente. Tutto quello che dirai resterà tra noi. E ti ho già detto che nessuna risposta è quella sbagliata. Se non vuoi farlo, lo capisco perfettamente. È stata una richiesta improvvisa da parte mia e te l'ho sottoposta dopo una strana conversazione con mio padre. Vuole che mi sistemi. Non sono pronto a farlo… ma non è questo il punto. Ho sbagliato a chiedertelo. Sei una grande risorsa per l'azienda, non voglio che tu la consideri come una costrizione. È stata una proposta dettata dal momento. Te lo assicuro.”

      “Lo farò!” sbottò El. Sembrava confuso, come se lui stesso non si fosse aspettato di pronunciare quelle parole.

      “Lo… farai? Fantastico!”

      Ora cosa avrebbe fatto? Non era arrivato così lontano con il piano nella propria mente.

      “Sì. Ho dovuto parlarne con mia madre. Vivo con lei… non come uno sfigato incapace di vivere da solo, certo… ma ha bisogno del mio aiuto.”

      “È una bella cosa. Penso che il mondo sarebbe un posto migliore se le persone si prendessero più cura dei propri genitori. Credo sia il caso di parlare dei dettagli. Perché non ti prendi il resto della serata per pensare a cosa vuoi inserire nell'accordo? Io farò lo stesso. Se non avessi già detto a mio padre che cenerò con lui, ti avrei proposto di farlo stasera, ma cosa ne dici di domani? Una cena?”

      El prese un respiro profondo.

       Non si tirerà indietro adesso, vero? Ha appena acconsentito.

      Remi non riusciva a capire perché all'improvviso il consenso di El fosse diventato così importante. Tutto quello che sapeva era che voleva che il suo finto fidanzato fosse El.

      “Mi organizzerò per domani. A che ora?”

      “Perché non ordiniamo d'asporto? Possiamo parlare qui in ufficio, così non dovremmo preoccuparci di eventuali interruzioni. E sono serio: fammi sapere di cosa hai bisogno. Mi occuperò di tutto. Firmeremo un contratto. Se vuoi che un avvocato gli dia un'occhiata, ne troveremo uno che vada bene a entrambi. Se…” Remi non voleva dirlo, ma doveva farlo. Si sarebbe sentito il più grande stronzo del mondo

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