Insieme Per Trinity. Bella Settarra

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Insieme Per Trinity - Bella Settarra

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cosa di cui ha bisogno sono i tuoi commenti intelligenti. E non pensare che non mi sia accorto di come l'hai guardata. È off limits, ricordi?”

      “È anche molto bella. Non puoi dire di no,” borbottò Jarrod in tono cantilenante. “Ho visto il modo in cui tu l'hai guardata a bocca aperta, amico. Non venirmi a dire che non ti piace.”

      “Non è questo il punto. Dacci un taglio e basta, d'accordo?” borbottò Cordell a denti stretti mentre si avvicinavano a loro volta alla macchina.

      Jarrod sorrise.

      Cordell sospirò.

      “Smettila di preoccuparti per ogni cosa,” gli sussurrò Jarrod all'orecchio prima di fare il giro dell'auto.

      Cordell non poté fare a meno di sorridere mentre prendeva posto dietro il volante. Niente sembrava turbare Jarrod. Era una delle tante cose che apprezzava del suo migliore amico.

      “La stanza degli ospiti è già pronta per te,” disse Sylvia a Trinity mentre si dirigevano verso Pelican's Heath.

      “È molto gentile da parte vostra ospitarmi,” rispose Trinity a bassa voce. Era seduta tra i suoi zii, che la facevano apparire ancora più esile nonostante non fossero imponenti loro stessi.

      Cordell la guardò attraverso lo specchietto retrovisore. Sembrava sconcertata e lui si rese conto che probabilmente era ancora sotto shock per quello che era successo. “Ti piace cavalcare, Trinity?” chiese, cercando di mantenere la conversazione su toni leggeri.

      “Sì, lo facevo spesso,” rispose lei. “Ma non lo faccio da un po'. Credo di essere arrugginita.” La sua voce sembrava un po' più sollevata e Cordell la vide arrossire leggermente attraverso lo specchietto.

      “Beh, avrai un sacco di opportunità per ricominciare a farlo, a Pelican's Heath,” le disse Jarrod. “Anche se ti consiglio di restare in sella. Il modo di cavalcare di tuo zio non è quello che io raccomanderei alle persone.”

      “Chissà quante volte ancora dovrò ripetere che non è stata colpa mia,” sbuffò Frank scherzosamente.

      “Cosa? Stai per caso dando la colpa a quel povero cavallo?”

      Cordell si voltò in tempo per vedere la falsa espressione di shock sul viso di Jarrod mentre l'amico si metteva le mani sulle guance.

      Trinity ridacchiò. Fu un suono lieve ma era senza ombra di dubbio divertita.

      “Non è quello che ho detto, e lo sai,” protestò Frank con un ghigno. Era chiaramente abituato alle prese in giro di Jarrod.

      “A me sembrava proprio di sì. Tu cosa ne pensi, Trinity?” le domandò Jarrod, coinvolgendola nella conversazione.

      “Non voglio immischiarmi,” rispose lei. “Io non c'ero.”

      “Nessuno di noi c'era,” le spiegò Cordell, continuando a guardarla dallo specchietto. “In effetti, abbiamo i nostri sospetti che non ci fosse neppure un cavallo. Pensiamo che tuo zio Frank abbia bevuto un po' troppo del suo vino ai fiori di sambuco e sia semplicemente inciampato nei propri piedi.”

      Jarrod scoppiò a ridere e Cordell fu contento di vedere anche Trinity ridacchiare. Il suo viso sembrava un po' più rilassato, adesso, ed era ancora più bella di prima.

      “Sono solo stupidaggini, e lo sai bene,” protestò Frank, scuotendo la testa. Era sulla settantina, andava in giro sempre ben vestito e aveva un'aria autoritaria. Per fortuna aveva anche uno spiccato senso dell'umorismo.

      “Dai, Frank, lo sai che i ragazzi ti stanno prendendo in giro,” lo calmò Sylvia con un sorriso. Poi si rivolse a Trinity. “Fanno sempre così, tesoro. Ti ci abituerai presto.”

      Trinity sorrise, e Cordell notò che lo stava guardando attraverso lo specchietto retrovisore, poi arrossì e si voltò velocemente, capendo che era stata beccata. Cordell sorrise. Trinity era difficile da capire, i capelli e le unghie rosa davano l'impressione di una ragazza che trasudava sicurezza, anche se in quel momento non ne dimostrava affatto. Sperava che passare un po' di tempo a Cavern County l'avrebbe aiutata a riprendersi dallo shock che aveva avuto e tornare alla normalità, qualunque essa fosse.

      “Eccoci arrivati,” disse Frank, quando Cordell fermò l'auto davanti alla grande casa dei coniugi. “Andiamo dentro, signorina. Devi essere sfinita.”

      “No, sto bene zio Frank, davvero. Ho dormito sul treno,” rispose Trinity.

      Jarrod aveva già aperto la portiera dell'auto per aiutare Sylvia e Trinity a scendere, così Cordell si diresse verso la casa, dove Frank stava aprendo la porta.

      “Non mi piace per niente,” sussurrò l'uomo più anziano. “So che ha appena perso la propria casa, ma deve esserci dell'altro. Era così vivace e frizzante. Diavolo, è stato difficile farla smettere di parlare, l'ultima volta che è stata qui. Scoprirò cosa le è successo anche a costo di morire nell'impresa.” Il suo viso si irrigidì mentre parlava.

      Cordell si accigliò ma, notando che le due donne li avevano quasi raggiunti, non disse nulla.

      “Preparo il caffè,” disse Frank mentre entravano. Era una bella casa, con i soffitti alti e le stanze molto spaziose.

      “Lascia che ti mostri camera tua,” disse Sylvia a Trinity con un sorriso. La condusse su per le scale mentre i tre uomini si dirigevano in cucina.

      “Dove la tenevi nascosta?” chiese Jarrod, sedendosi sul bancone. Mentre dondolava le gambe a penzoloni, si arrotolò le maniche della camicia bianca di cotone, mettendo in mostra le braccia muscolose.

      “Ve l'ho già detto. Vive in Nebraska,” rispose Frank burbero. “Quando era piccola veniva qui per le vacanze, ma da quando ha iniziato a lavorare l'abbiamo vista a malapena.”

      “Di certo è diventata una donna meravigliosa,” osservò Jarrod.

      Cordell si aspettava che Frank lo rimproverasse, invece l'uomo si accigliò, pensieroso. “Hai ragione.”

      “Ma ha un fidanzato, giusto? Ho notato che indossa un anello con un cuore.”

      Cordell fissò intensamente Jarrod, ricordando quello che Frank aveva detto loro prima che Trinity arrivasse. “Ecco, lascia che ti aiuti.” Prese le tazze dalla credenza e indicò uno sgabello dove Frank si lasciò cadere con un sospiro.

      “Quell'anello era di sua madre. Probabilmente è l'unica cosa che le resta di lei.” Strinse le labbra. “Aveva un fidanzato, però. Presumo che stiano ancora insieme.”

      “Allora dove diavolo è?” sbottò Jarrod furioso. “Dovrebbe essere con lei in questo momento, non lasciarla sola ad affrontare tutto questo. Che razza di uomo è?”

      Frank scosse la testa. “Non l'ho mai incontrato.”

      “Forse è una parte del problema,” commentò Cordell. “Penso che dovremmo procedere con cautela per un po', almeno fino a quando non conosceremo meglio la situazione.” Lanciò a Jarrod uno sguardo che diceva: spero che tu abbia recepito il messaggio, prima di riprendere a preparare il caffè.

      Poteva sentire Jarrod fissargli la nuca e sapeva che il suo amico aveva ricevuto il messaggio forte e chiaro, anche se Cordell sapeva che

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