Insieme Per Trinity. Bella Settarra

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Insieme Per Trinity - Bella Settarra

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Inoltre, Jarrod era gay, no? Lui e Cordell sembravano molto vicini e vivevano insieme. Deve essere questo il motivo, no?

      “Allora, quali sono i tuoi programmi per domani?” chiese Cordell, facendola sobbalzare mentre improvvisamente si ricordava che lei e Jarrod non erano soli nella stanza.

      “Beh…” Rimase senza parole, probabilmente per la prima volta nella vita.

      “Pensavo che potremmo andare ad Almondine, a fare un po' di shopping,” replicò zia Sylvia prima di bere un sorso di caffè. Trinity aveva visto la donna osservare quanti pochi vestiti le fossero rimasti. Probabilmente era preoccupata per lei. Trinity esitò prima di rispondere. Era seduta dall'altro lato del bancone rispetto allo zio Frank e Cordell scivolò sullo sgabello lì accanto, sistemandosi proprio di fronte a lei.

      “C'è qualcos'altro che ti piacerebbe fare, dolcezza?” chiese lo zio Frank.

      Trinity scrollò le spalle. “È passato un po' di tempo dall'ultima volta che sono stata qui, zio. Non mi dispiacerebbe dare un'occhiata in giro. Vorrei vedere quanto è cambiato questo posto negli ultimi due anni.”

      “Un bel po', direi,” disse zia Sylvia con un sorriso.

      “Oh, Pelican's Heath non è cambiata così tanto,” replicò il marito, arricciando le labbra. “Forse ha uno o due negozi in più, ma nient'altro.”

      “Abbiamo persino un salone di bellezza,” annunciò con orgoglio zia Sylvia.

      Trinity si rianimò al pensiero. “Davvero?”

      Jarrod ridacchiò. “Non eccitarti troppo,” le disse. “Quello che tua zia vuole dire è che la parrucchiera ha deciso di occuparsi anche delle unghie delle clienti.”

      “È tutto quello che serve,” rispose Trinity con un debole sorriso. Si sentì scaldare dall'interno mentre fissava il bel cowboy.

      Sentendosi un po' più rilassata, addentò il suo biscotto. Era delizioso. Zia Sylvia aveva ragione sul fatto che non mangiasse da un po'. Non aveva voglia di mangiare da settimane, da prima di quel terribile incidente, in effetti. Era sorprendente quanto fosse affamata adesso. Doveva essere merito dell'aria di campagna.

      “La cena sarà pronta tra poco.” Zia Sylvia le aveva letto nel pensiero, oppure aveva notato come aveva divorato quel biscotto. In ogni caso, Trinity le era grata.

      “C'è un gruppo che suona in città, sabato,” disse Cordell. “Ti piace la musica country, Trinity?”

      Lei lo guardò, un po' sorpresa. “Sì,” rispose con cautela.

      “Ehi, ottima idea. Puoi venire con noi. È solo un piccolo concerto al bar in fondo alla strada, ma è la prima volta per Pelican's Heath. Non ci sono mai stati eventi del genere, quindi tutti non fanno che parlarne.” Jarrod si animava sempre di più mentre parlava. “Cosa ne pensi, Trinity? Ti va di uscire con noi?”

      “Capiamo se è troppo presto per te,” intervenne Cordell, mentre lui e lo zio Frank si scambiavano una rapida occhiata.

      Trinity sospirò. Di solito il pensiero di una notte trascorsa a bere e ballare sulle note di una band che si esibiva dal vivo l'avrebbe resa felice, ma adesso non era davvero il momento.

      “Posso pensarci?”

      “Certo.” Jarrod annuì.

      “Beh, ora faremmo meglio ad andare, comunque.” Cordell si alzò, fissando intensamente Jarrod.

      “Sì. Vi lasceremo mangiare qualcosa,” concordò quest'ultimo, alzandosi per andarsene. “È stato un piacere conoscerti, Trinity. Spero di vederti, magari domani?” La scrutò interrogativamente mentre si avvicinava e le tendeva la mano.

      La ragazza fece un respiro profondo, godendosi il suo profumo mentre stavano l'uno di fronte all'altra. “Probabilmente.” Annuì mentre si stringevano la mano, poi si voltò per prendere anche quella di Cordell. Cordell era decisamente un gran lavoratore, a giudicare dalla ruvidità del suo palmo. La sua colonia era anche più intensa di quella di Jarrod.

      “Ci vediamo fuori, ragazzi.” Lo zio Frank si alzò.

      Trinity vide zia Sylvia studiarla attentamente quando rimasero da sole in cucina. “Tutto bene, tesoro? Non ti hanno turbata, vero?”

      Trinity si accigliò. “No, certo che no. Ma spero che non abbiano pensato che fossi scortese a non accettare il loro invito.”

      Zia Sylvia ridacchiò. “Sono sicura che non lo pensano, tesoro. Sono due bravi ragazzi. Non lo fanno con cattiveria, ma temo che non siano le persone più discrete del mondo.” La donna era famosa per vedere sempre la parte migliore delle persone.

      “Allora, come mai li conoscete?” Trinity si alzò e mise i piatti nella lavastoviglie, mentre zia Sylvia iniziava a preparare la cena.

      “Lavorano al ranch dei Fielding,” replicò sua zia, chiudendo lo sportello del forno. “Ben Fielding dice che sono una vera manna dal cielo. Jarrod addestra i cavalli ed è bravissimo a farlo, a detta di tutti. Ben e Aiden sono fortunati ad averlo. Cordell ha assunto il ruolo di caposquadra quando Jeremy è partito per stare con la sua ragazza al nord. Se ne sono andati da un anno, ormai.”

      Trinity si mordicchiò le labbra, pensierosa. “Allora, cosa ci facevano qui?”

      Zia Sylvia le lanciò un'occhiata sorpresa. “Sono nostri amici. Ci danno una mano.”

      Trinity studiò la grande cucina. Aveva sempre amato quella casa. I suoi zii erano piuttosto ricchi, dato che avevano svolto dei buoni lavori prima di andare in pensione.

      La casa era lontana dalla strada principale: era situata alla fine di un lungo viale e aveva molti terreni tutt'intorno. Ricordò come zia Sylvia amasse il giardinaggio e passasse ore a curare i fiori mentre Trinity giocava sull'altalena che lo zio Frank aveva ricavato da una corda appesa a un ramo del grande albero in giardino. Spesso lo zio le aveva promesso di comprarle una nuova altalena, e anche una struttura per arrampicarsi su cui giocare quando andava a trovarli, ma Trinity aveva insistito sul fatto che preferiva arrampicarsi sugli alberi e giocare sulla sua altalena "speciale". Inoltre, non era stata in grado di sopportare il pensiero di ingombrare il giardino immacolato di zia Sylvia con pezzi di metallo che sarebbero sicuramente arrugginiti.

      “Hai bisogno di aiuto?” chiese Trinity quando ebbe finito di pulire il bancone e sistemare gli sgabelli.

      “No, tesoro. È tutto pronto per essere infornato. Perché non vai a riposarti un po'? Devi essere stanca.”

      “Ho pensato di fare una passeggiata in giardino, se non hai bisogno di me.”

      “Vuoi che mi unisca a te? Posso andare a mettermi delle scarpe più comode e…”

      “No, riposati un po', zia Sylvia. Faccio solo due passi.”

      Zia Sylvia sorrise e Trinity uscì dalla porta sul retro.

      Sentì dei borbottii provenire dalla parte anteriore della casa e si rese conto che suo zio stava ancora chiacchierando con i due cowboy.

      Mentre vagava per il giardino, si meravigliò di come tutto fosse stato tenuto in ordine. Zia Sylvia chiaramente non aveva perso il suo tocco. Il prato ben curato e le siepi ordinate

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