Solo chi è coraggioso. Морган Райс

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Solo chi è coraggioso - Морган Райс страница 7

Solo chi è coraggioso - Морган Райс

Скачать книгу

di re Carris, non lo dimostrava per niente. “Abbiamo inviato uno dei nostri Angarthim a ucciderlo, ma in qualche modo ci ha traditi.”

      “Quindi siete dei falliti?” chiese re Carris.

      L’aria si increspò e in quel momento Genevieve ebbe l’impressione che ci fosse qualcosa accanto a lei, qualcosa con artigli, denti e fame. Le ci vollero tutte le sue forze per non gridare. Molti dei presenti non furono altrettanto coraggiosi. Molti sguainarono le spade, e un uomo cadde a terra tenendosi le mani al petto.

      Con la stessa rapidità con cui era arrivata, la sensazione di strane presenze scomparve, lasciando i sacerdoti Angarthim al centro della stanza, fermi e con i loro sguardi letali.

      “Non siamo privi di poteri,” disse Giustinio. “Quando giungerà il momento, porteremo questo potere in vostro aiuto.”

      Si spostò e si portò accanto al re, senza che gli venisse richiesto, mentre gli altri formavano una linea davanti ai nobili. Nessuno sollevò obiezioni.

      Genevieve pensò che potesse essere per il pubblico, ma vide che re Carris si stava trattenendo a fatica.

      “Che altro?” chiese. “Che altre novità ci sono? Che novità ci sono sui miei nemici?”

      Un messaggero si fece avanti, tremando con evidenza. “Abbiamo notizie di Royce, mio re,” disse. “Viaggia tra i villaggi reclutando gente comune per la sua causa. Dicono che il vecchio re è tornato.”

      “E allora sono degli sciocchi,” disse re Carris. “E cosa vorrebbe far insorgere Royce nei villaggi? Un esercito di contadini?”

      I nobili si misero a ridere, ma non tutti. Alcuni di loro avevano ovviamente capito che i numeri sarebbero stati importanti, e Genevieve dal canto suo sapeva con quanta forza combatteva la gente quando doveva proteggere la propria casa.

      “Comunque, saperlo sarà utile,” disse re Carris. “Saprò in anticipo quali villaggi sono pieni di traditori: quali debbano andare distrutti e quali potrò invece ricompensare per la loro lealtà.” Si guardò attorno. “Non c’è dubbio: questa è una lotta non solo contro un usurpatore, ma per il nostro intero modo di vita. Anni fa abbiamo combattuto per destituire Filippo, e tutti i suoi modi. Abbiamo combattuto contro un mondo dove un uomo può affermare di essere re per qualche dettato di magia, piuttosto che per ereditarietà di carica dovuta a nobili origini di nascita. Qualcuno di voi tornerebbe a quei tempi? C’è qualcuno?”

      Mentre i nobili declamavano a gran voce la loro risposta, Genevieve iniziò a capire come re Carris fosse riuscito a diventare re. Aveva il carisma per convincere la gente, e la spietatezza per uccidere coloro che gli si opponevano. Era una combinazione pericolosa.

      “Ora andate a eseguire i vostri compiti,” disse re Carris. “E…”

      “Mio re,” disse Altfor. “C’è un’altra cosa.”

      “Che cosa, duca Altfor?” chiese il re. Genevieve vide suo marito gongolare sentendosi definire con il suo titolo. Si chiese se anche lui notasse l’impazienza del re.

      “C’è un dono per voi, mio re,” disse Altfor. “Da parte di lord Aversham. L’ho incontrato al cancello.”

      “Che dono?”

      Altfor fece un cenno verso la porta. Quando si aprì, Genevieve si sentì il cuore in gola. Questo non era un gruppo di sacerdoti, non era la paura letale che veniva dalla presenza degli Angarthim. Questo era molto peggio.

      C’era Moira, accompagnata da un nobile e da un gruppo di cavalieri. Spinsero davanti a loro una figura, legata e malconcia, e Genevieve riconobbe Garet all’istante. Il giovane barcollò e uno dei cavalieri gli diede un calcio, facendolo cadere disteso a terra. L’uomo a capo del gruppo fece un inchino.

      “Vostra maestà.”

      “Lord Aversham, cosa mi avete portato?”

      “Vi ho portato ciò che Lady Moira ha portato a me,” disse Lord Aversham.

      Genevieve sentiva un formicolio alle dita mentre Moira veniva presentata. Parte di lei avrebbe voluto saltarle addosso a strangolarla per quello che aveva fatto. Questo… questo era peggio di tutto il resto messo insieme.

      “Questo è il fratello di Royce,” disse Altfor. “O almeno uno dei ragazzi con cui è cresciuto. Stava cercando di sovvertire i lord portandoli a supportare la causa di Royce. Solo l’astuzia di Moira le ha consentito di portarlo a Lord Aversham, che è leale.”

      “Come siete leale voi, Altfor,” disse re Carris. “Avete i miei ringraziamenti. E anche voi, Lady Moira. Ora, guardie… prendete questo ragazzo e mettetelo in catene. Voglio sentire tutto quello che sa.”

      “Non vi dirò niente,” disse Garet.

      “Oh, sì invece,” promise re Carris. “Quando sentirai i ferri ardenti sulla pelle, parlerai come fanno tutti.”

      Le guardie entrarono e afferrarono Garet. Lo trascinarono via, anche se lui lottava, e Genevieve si sentì spezzare il cuore mentre lo guardava. Era ancora peggio che guardare Altfor che si avvicinava a Moira e le metteva un braccio attorno alle spalle, così davanti agli occhi di tutti, come se Genevieve neanche fosse lì. Altfor guardò verso di lei e sorrise in modo crudele, chiaramente sapendo benissimo quali effetti avrebbero avuto le sue azioni su di lei.

      Genevieve lottò per non mostrare alcuna reazione, nonostante il modo in cui le ribolliva il sangue. Uscì dalla sala, ma alla stessa velocità degli altri nobili, assicurandosi di non correre, di non lanciarsi a forza verso l’aria fresca che c’era oltre le pareti del castello.

      Quando fu uscita però, inspirò l’aria con forza e a scatti, cercando di non gridare per tutto ciò che era appena successo. Gli orrori inflitti dai sacerdoti già erano stati terribili di per sé, ma vedere Garet lì, a quel modo, era stato molto peggio.

      Genevieve ora sapeva per che motivo era lì, perché era rimasta nella corte del re invece di scappare con sua sorella a Porto Autunno. Aveva sperato di trovare qui qualcosa da fare per poter cambiare le cose, e ora vedeva che c’era effettivamente qualcosa che andava ben oltre le informazioni da origliare.

      Poteva salvare Garet, doveva farlo. Se fosse arrivata a lui, allora avrebbe potuto tentare di trovare un modo per liberarlo. Se avesse potuto salvare il fratello di Royce, allora forse questo sarebbe bastato a farla perdonare per tutto il resto che era successo.

      E se avesse trovato un modo per uccidere Moira nel contempo, allora tutto sarebbe stato perfetto.

      CAPITOLO QUATTRO

      “Non c’è niente qua fuori, Royce,” insistette Mark, ma Royce scosse la testa. Non poteva spiegare tutto quello che aveva visto senza rischiare di cambiare le cose, ma sapeva che quella era la direzione giusta. Mise una mano sulla borsa che conteneva lo specchio, sentendo la sua rassicurante presenza.

      “Stiamo andando dalla parte giusta,” lo rassicurò Royce.

      “Allora dicci perché,” chiese Mark.

      Royce esitò. “Io… non posso. Vi prego, dovete fidarvi di me.” Si voltò a guardare Matilde e Neave. “So che è difficile, ma so quello che sto facendo.”

      “Sarebbe

Скачать книгу