La Zona Grigia. Manuele Migoni

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Migoni

      La Zona Grigia

Manuele MigoniLA ZONA GRIGIAIl caso Virginia Blade

      Descrizione: attraverso il filtro allegorico del racconto, l’autore indaga sui risvolti sistematici della realtà, nel tentativo di rappresentarla nella sua forma più alta, più vera. Larry Belfiori, ex ufficiale della Royal Marines ora al soldo dei servizi segreti, è in trattative con Riley Webb, un individuo proveniente dai sobborghi della Londra più criminale. Trappole, depistaggi, complicità, sono all’ordine del giorno. Apparentemente, la finalità di tutto ciò sarebbe quella di rafforzare e direzionare poteri, corrispondere a richieste e esigenze, ottenere dei vantaggi. Ma quando tutto è ormai infiltrato, quando il mondo, paradossalmente, è ancora governato da ristretti circuiti familiari, quando alcune entità, all’occorrenza, reclutano e ricattano inermi personaggi, quando a esserne devianti non sono il potere, ma gli uomini che ne fanno parte, dove potrebbe trovarsi la soluzione se non dall’interno di quegli stessi circuiti e entità?

      Tutti i diritti riservati. ©2019 Editing e copertina a cura di Manuele Migoni. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

      1

      Testimonianza all'FBI di Jeff Terry, proprietario del Bristol, a seguito dell'uccisione del faccendiere Nat Calaiò – New York, Dicembre 2016

      «Nat Calaiò, non è come credete, Nat Calaiò era a conoscenza di innumerevoli segreti riguardo alcuni membri del dipartimento di stato, per questo motivo mi sembra di capire che alcuni di loro siano scomparsi»

      «Quindi se le parlassi di omicidi rituali?»

      «Credo niente di tutto questo: Nat Calaiò non era precisamente un mafioso, ma una di quelle persone che si sarebbero potute definire “faccendieri”; lui si occupava soprattutto di intermediazioni tra cartelli del narcotraffico, soprattutto da qui, da New York, e in particolar modo coi messicani»

      «E con ciò?»

      «Purtroppo la sfortuna di chi possiede locali come il mio, spesso può essere quella di aver a che fare con talmente tante persone…diciamo che Pete Norton fece l'errore di intralciare alcuni carichi di droga e di armi che dovevano giungere qui in città»

      «Si spieghi meglio»

      «Pete Norton stava facendo delle intense ricerche sulle tratte della coca e delle armi a cavallo tra gli Stati Uniti e l'America Latina»

      «Lei come ha avuto simili informazioni?»

      «Io, se dobbiamo essere chiari, fui quasi ricattato da Nat Calaiò per seguire ogni minima traccia di Pete Norton, così come fui avvertito dallo stesso Pete di riferirgli su chi lo avrebbe potuto cercare; accadde che Pete Norton per ben due volte riuscì a bloccare dei carichi di coca destinati al suolo statunitense direttamente da qui, da New York, intralciando perfino le indagini della DEA, e Nat si fece sempre più minaccioso nei miei confronti perché non riusciva a trovare il modo per far fuori Pete; Nat aveva colombiani e messicani residenti in città che cominciavano a spazientirsi, sapeva che avevo dei buoni rapporti con Pete, e probabilmente sospettava che Pete tramite me potesse arrivare ai suoi affari»

      «C'è dell'altro?»

      «Improvvisamente venimmo a sapere di Pete Norton internato per la vicenda legata a Virginia Blade, e quell'evento per Nat fu come una liberazione: ora sapeva dove trovare e bloccare Pete nei suoi intenti, per di più facendosi come una sorta di vendetta per quei carichi saltati, e comunque più che di vendetta, da parte di Nat si dovrebbe parlare di estrema necessità, per il fatto che era braccato continuamente da messicani e colombiani, che non si sentivano più al sicuro; la morte di Pete sarebbe stata per tutti continuità e garanzia di affari; Nat, da questo punto di vista, fece un ottimo lavoro, sapeva che Pete non ne avrebbe avuto per molto, sarebbe uscito presto, e non perse tempo nel farlo uccidere; quel che di cui ancora non mi capacito, è il fatto di come anche Nat sia stato ucciso: una volta mi parlò di un carcere messicano, me ne parlò nel caso in cui un giorno non l'avessi più rivisto…»

      2

      Colloquio tra i due agenti FBI Paul Mary e Joseph Nicosia – New York, Gennaio 2017

      «Per il recupero dei soldi di Virginia Blade il problema è risolto, il conto a Panama le fu intestato da Pete Norton e, su specifica richiesta alla commissione, abbiamo già provveduto a richiederne la procedura di sblocco; resterebbero alcuni aspetti da chiarire»

      «Cioè quali?»

      «Pete Norton e soci avevano comunque provveduto a fornirle un'altra identità, per cui Virginia Blade per la sua nuova vita risultava essere niente e poco di meno che Eleanor James, così come infatti attestato sul suo conto; ora abbiamo provveduto a vedere se per caso Eleanor James potesse corrispondere a un'altra persona che non fosse Virginia Blade, ma dalle nostre ricerche non risultano Eleanor James scomparse, e comunque quelle viventi fino a poco prima della sua morte, risultano nate giorni mesi e anni diversi da quelli indicati nelle generalità rilasciate da Pete Norton per Virginia Blade, per cui il movente di Larry Belfiori apparentemente non fa una piega, bisognerebbe semmai comprenderne il perché, cioè per quale motivo si sia voluto esporre in questo modo, sapendo benissimo, nonostante la restituzione dei soldi, che lo avremmo potuto indiziare»

      «Larry Belfiori?»

      «Questa registrazione telefonica Paul, Larry Belfiori, ex ufficiale della Royal Marines, ora agente segreto al servizio di Sua Maestà»:

      « Non avete motivo di sospettare su nessuno dei nomi che avete messo dentro questa vicenda. Su Virginia Blade, avreste dovuto immaginarlo, era una tossicodipendente, qualcosa non andò come avrebbe voluto, e ci lasciò le penne; e i nostri Merries e Webb, che ovunque andassero da noi erano sempre monitorati, forse spaventati, si diedero a gambe, e non certo quindi a mani vuote; ma anche tra loro qualcosa andò storto, e a questo punto sarebbe meglio riconsegnarvi la cifra sottratta a Virginia Blade dopo la sua overdose, purché Webb e Merries restino liberi; detto questo, sulla morte di Virginia Blade, per garantirci la sospensione sul caso, accorremmo sul luogo del delitto per infliggere 13 coltellate su un corpo già cadavere, e questo fin quando le cose non si sarebbero sistemate; ora è giunto il momento di far chiarezza, e di stabilire le reali cause che portarono al suo decesso, certo non sarà facile dimostrare il perché delle coltellate, ma sull'overdose statene certi, troverete un medico autentico predisposto per l'autopsia; e tutto ciò comunque servirà a voi altri per convincervi sulla reale morte della cantante; ora devo lasciarvi, quanto prima troverete recapitati i soldi appartenuti a Virginia Blade»

      3

      «Stretto riserbo, sarà un agente di primissima importanza, ora non saprei, personalmente non ne ho mai sentito parlare» concluse.

      Non senza difficoltà, il procuratore distrettuale Jack Lowe si incaricò di ricevere quante più informazioni possibili da membri e delegati della CIA.

      Ma, come si era facilmente intuito, e anzitutto da parte del procuratore, attorno alla figura di Larry Belfiori, solo un muro di omertà.

      Riguardo il caso legato alla morte di Virginia Blade, da parte degli agenti Mary e Nicosia, man mano si iniziò a comprendere come questa segretezza, questo mistero che circondava la figura dell'ex ufficiale della Royal Marines, giustificasse il fatto di come abbia potuto agire indisturbato nei loro confronti, quasi in maniera azzardata.

      Sapeva quel che faceva, e ciò di cui poteva contare.

      Il sospetto era la sparizione di un ingente somma di denaro, era un omicidio? E lui trovò il modo, vero o presunto che fosse, di far comprendere

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