Una Brezza Sottile. Bailey Bradford

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Una Brezza Sottile - Bailey Bradford

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      Riconoscimento dei marchi registrati

      L'autore riconosce lo status di marchio e i proprietari del seguente marchio menzionato in questa opera di fiction:

      Stetson: John B. Stetson Co.

      Nota dell'autore

      Quando ho iniziato a scrivere Spiriti del Sud, non sapevo che sarebbe diventata una serie. Avevo questa visione nella mia mente della scena di apertura del primo libro, Una Brezza Sottile, e non sono riuscito a riposare finché non ho scritto quella parte.

      Poi, una volta iniziato, dovevo andare avanti. Proprio come quando sto leggendo un libro, tendo a scrivere in lunghi paragrafi, avendo bisogno di raccontare la storia senza la minima interruzione. Una Brezza Sottile è stato scritto in circa una settimana, poi ho passato un mese a preoccuparmi che non fosse abbastanza buono per presentarlo all’editore.

      Quella prima storia non era perfetta, ma non l'ho cambiata quando ho scritto la scena aggiuntiva. Tutte le storie sono in forma originale per quanto riguarda la trama, anche se sono state rieditate, con l’aggiunta di una scena o un capitolo extra.

      Ma torniamo al primo libro! Inviare all’editore Una Brezza Sottile è stato un grande passo, e l'intera serie ha avuto per me più significato di ogni altra opera che ho scritto.

      Si tratta di cose a cui nessuno vuole pensare: la morte e la perdita delle persone che ami. C'è anche il tema di ciò che accade dopo la morte, e le persone hanno molte idee diverse su questo.

      Io, credo fermamente nel seguire ciò che ti dà conforto. Non ci sono prove concrete di ciò che accade alla nostra morte; quindi, è un enigma a cui non posso resistere. Quando ero bambino, mi è stato insegnato che le persone salvate andranno in Paradiso dopo la morte. Nella nostra chiesa, ci è stato anche insegnato che non avremmo più conosciuto la nostra famiglia: tutti saremmo stati lì per un unico scopo, servire Dio e lodarlo.

      Mi sembrava abbastanza spaventoso. Non volevo dimenticare la mia famiglia, i miei amici, nemmeno la mia vita. Forse è egoista, e forse la chiesa che frequentavo si sbagliava. Non è che qualcuno possa dirlo con certezza.

      Anche così, non volevo nemmeno andare all'Inferno. Nessuna delle opzioni che mi era stata presentata mi sembrava buona. Ero un bambino spaventato e totalmente confuso, perché chiedere e mettere in discussione ciò che mi veniva insegnato era severamente vietato.

      Quando ho perso per la prima volta qualcuno che amavo, avevo otto anni. Il mio migliore amico si è soffocato con un centesimo. Mi ci sono voluti sette anni per farmi di nuovo un migliore amico. E ho continuato sempre a preoccuparmi per il bambino che era morto. Era da qualche altra parte, dopo essersi dimenticato di tutti quanti quaggiù sulla Terra? O era ancora sottoterra, in attesa di essere chiamato per il Giudizio? Non c'era una sola persona che conoscevo a cui potevo chiedere, che potesse fornirmi una solida spiegazione.

      Poi, quando sono cresciuto, ci sono state altre perdite. Nonni, amici, zie, zii, cugini, persone importanti: mio padre. Dovevo trovare un modo per affrontare ogni perdita, e quello che ho fatto non è ciò che è giusto per tutti, o forse per chiunque altro. Ho trovato un modo per accettare la morte e questo mi ha consolato. Questo tema viene fuori in Spiriti del Sud. Ogni libro della serie mi ha aiutato a far fronte alla perdita di qualcuno che amavo. Non di chiunque ma credetemi, avevo in mente una persona precisa ogni volta che mi sedevo e lavoravo al mio libro.

      Questo è uno dei motivi per cui dico a tutti che Laine e Sev sono i miei personaggi preferiti. Per me c'è qualcosa di reale in loro, nell'intera serie, perché metto i ricordi di certe persone in ogni libro. Il fatto che le persone che ho amato e perso potessero essere ancora vicine in qualche modo mi ha confortato.

      E l'idea che qualcuno possa parlare con i morti, interpretare ciò che vogliono dire e dialogare con loro? Beh, sarebbe inquietante ma affascinante. E ancora, confortante, forse.

      Ecco come è iniziata la serie Spiriti del Sud e perché l'ho scritta in questo modo. Spero che apprezzerete le storie tanto quanto io mi sono divertito a scriverle.

      Bailey

      Capitolo Uno

      Ezekiel Matthers rimase a guardare la tomba di sua madre. Se ne era andata ormai da quasi quattro anni, e ancora lui non riusciva ad abituarsi al fatto che non l'avrebbe più rivista, almeno non in quella vita. C'erano mattine in cui inciampava in cucina con gli occhi annebbiati dal sonno e giurava di sentire il suo profumo, un profumo delicato e dolce che non aveva mai trovato su nessun’altra. Gli dava sempre la sensazione di averla appena persa, come se fosse sgattaiolata fuori dalla porta per andare al lavoro appena prima che lui potesse abbracciarla.

      «Basta», mormorò, inginocchiandosi per appoggiare contro la lapide il mazzo di rose gialle che aveva portato con sé. «Certo che mi manchi, mamma. Scommetto che stai festeggiando il miglior compleanno di sempre, ballando con gli angeli in quelle strade dorate.» Zeke chiuse gli occhi mentre una brezza sottile accarezzava la sua pelle, portando con sé una debole fragranza che in qualche modo leniva la sua anima. La solitudine che era una compagna onnipresente lo rodeva ancora, ma lui la respinse, come sempre.

      Zeke aveva quasi rinunciato a trovare qualcuno con cui condividere la sua vita. Quando la madre era ancora viva, non aveva voluto rischiare di causare problemi a sua madre e alle sue sorelle, avendo una relazione alla luce del sole. C'erano già stati troppi problemi del genere quando la gente aveva scoperto che era gay, e sua madre e le sorelle erano state insultate in città in più di un'occasione. Anche ad Ezekiel era successo, ma non gli era mai interessato. Ma era diverso se accadeva a qualcuno dei suoi cari. Inoltre, da qualche parte nell'angolo più oscuro del suo cuore, Zeke nutriva la speranza che sua sorella maggiore, Eva, alla fine sarebbe “ritornata”, come diceva la mamma. Non era successo, e alla morte della loro madre, il divario tra lui ed Eva era diventato incolmabile, come lui temeva. Zeke non sapeva nemmeno se avesse la forza, tanto meno il desiderio di preoccuparsi di cercare di aggiustare quel triste rapporto.

      Quella brezza sottile sembrava spingerlo, quasi castigandolo per i suoi pensieri malinconici e disfattisti. Zeke scosse la testa alle sue riflessioni, dicendo una preghiera silenziosa per sua madre prima di aprire gli occhi e alzarsi in piedi. Brontolò un po' quando il ginocchio destro gli fece male, qualcosa che gli dava problemi per gentile concessione di una rissa — un'aggressione a dire la verità, anche se chiamarla rissa la faceva sembrare in qualche modo meno personale, meno pianificata. Il danno al ginocchio, causato da un tubo e da alcuni omofobi, non era esteso, ma a volte si faceva sentire. Tutto considerato, pensava di essere stato fortunato: quello era l'infortunio più grave che aveva subito. Se Elizabeth ed Enessa non avessero sentito gli uomini tramare pochi minuti prima e lui non si fosse precipitato a seguirli ... Tuttavia, non si faceva illusioni. Quegli uomini avevano intenzione di farlo uscire da McKinton, in un modo o nell'altro.

      Dando un'ultima occhiata alla tomba della madre, Ezekiel si voltò e si diresse verso il suo furgone, notando che un altro veicolo stava arrivando al cimitero. Strizzò gli occhi, riconoscendo l’auto ibrida di Enessa, che sembrava troppo piccola per il numero di persone al suo interno. Decidendo che non se la sentiva di fare conversazione con chiunque fosse insieme a lei, Zeke fece un cenno nella sua direzione e accelerò il passo in modo da andarsene prima ancora che lei fermasse la sua macchina. Imprecò quando si rese conto che non ce l'avrebbe fatta. Enessa parcheggiò e saltò fuori dall’auto, correndo dritta verso di lui.

      «Zeke! Aspetta!» Enessa arrivò a tutta velocità, quasi sbandando contro Ezekiel prima di fermarsi. Lui non riuscì a trattenere un sorriso.

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