Il Clan Del Nord. Jessica Galera Andreu

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Il Clan Del Nord - Jessica Galera Andreu

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ho intenzione di nascondermi qui mentre lo attiri. Sei ferita.”

      “Hey, non so con che tipi di donne hai a che fare, ma non sono una damigella che devi salvare da tutto. Lo hai fatto prima con la mia gamba e ora ti ringrazio. Fidati di me. Lo porterò qui e tu ti occuperai di lui.”

      “Ma se non...”

      “Ascoltami.”

      “Non riuscirai mai a...”

      In quel momento fu lei a tenere Jaren per il viso e zittì le sue labbra con un bacio che fece dimenticare tutto al giovane: i lupi, la foresta, Vianta, la guerra, il suo matrimonio, suo padre, respirare. Intrecciò le dita nei suoi capelli scuri e la baciò intensamente finché Dayrsenne non si staccò, apparentemente sconvolta.

      “E' un a buona tattica.”mormorò”Resta qui”aggiunse con un sussurro. Pochi secondi dopo si staccò e corse su per il pendio. Jaren fu lento a reagire e si svegliò dallo strano stato in cui quella giovane donna era riuscita a trascinarlo, ma non poteva restare lì mentre lei rischiava. Il suo onore glielo impediva. Lasciò il nascondiglio e corse dietro di lei, che si fermò quando lo vide.

      “Non mi hai sentito?!”esclamò.

      “Non lascerò che tu ti esponga al pericolo. Sei ferita.”

      “Hey...come...come ti chiami?”

      “Jaren”.

      “Va bene, Jaren, non complicarmi le cose, per favore”.

      “E' solo un lupo. Lascia che ci pensi io.”

      Ma non c'era tempo per altre conversazioni. Un imponente animale dalla pelliccia grigia e le enormi zanne li inseguiva dalla cima della collina. I suoi occhi di un grigio metallico fissarono Jaren e Dayrsenne, come se volesse decidere se scegliere prima l'uno o l'altro. E finalmente decise: con un salto impressionante l'animale arrivò davanti alla giovane donna, che si voltò e iniziò a correre.

      “Dayrsenne!”.

      Jaren li seguì, col pugnale in mano, schivando gli ostacoli della foresta. Niente sembrava in grado di fermare lei o il lupo, né tanto meno lui poteva arrendersi davanti all'acqua, alle cadute, al fango e all'oscurità. Attraversano il fiume nella zona più stretta del suo corso e schivarono attentamente il sottobosco che chiudeva quella che doveva essere un'area poco o per niente trafficata. Jaren esitò a saltare per paura di una brutta caduta, ma vedendo l'animale correre e pensando che anche lei, una semplice ragazza gravemente ferita, lo aveva fatto, si convinse a imitarli e saltò, atterrando sulla sua spalla e soffocando un grido. Si rimise di nuovo in piedi, e mentre superava la curva che riportava al tortuoso corso del fiume, si fermò di colpo.

      Due lupi, uno di fronte all'altro, ringhiavano minacciando una feroce lotta in qualsiasi momento. Esaminò disperatamente i dintorni, cercando di trovare le tracce di Dayrsenne, che sembrava essere svanita. Esaminò le cime degli alberi, sperando che fosse riuscita ad arrampicarsi su uno di questi, ma non la trovò nemmeno lì. Alla fine gli animali si accanirono in una feroce lotta di morsi, sangue, ringhi e acrobazie, una scena in cui la prudenza avvertì Jaren della necessità di scappare. Mentre indietreggiava, senza togliere la mano dalla spalla gravemente ferita, pregò in cuor suo che quella giovane donna fosse stata in grado di fuggire. Tuttavia, non negava di essere preoccupato per lei. Era sola, ferita ed era chiaro che stava scappando da qualcosa. Quanto tempo sarebbe potuta sopravvivere in quelle condizioni nella foresta? Dove sarebbe andata se fosse riuscita ad uscirne viva? I suoi piedi lo fecero tornare sui suoi passi, ma la sua testa voleva solo andare avanti oltre quei lupi che lottavano per trovare Dayrsenne, o almeno avere la certezza che stesse bene, e fosse sana e salva. Immerso in quei pensieri, si fermò in mezzo al fiume, udendo un nuovo ringhio.

      Quando alzò lo sguardo, incontrò gli occhi gelidi di un'altra di quelle bestie. Si chiese allora quanti dovevano essere a popolare quella foresta, e come fosse possibile che non ne avessero visto nessuno da più di tre mesi. Un branco era arrivato lì, proveniente da altre terre più remote. La fisionomia dell'animale gli fece dubitare che fosse un lupo: avevano la stessa fisionomia del lupo, ma era molto più grande, incredibilmente grande, e per Jaren c'era qualcosa di inquietante nella sua espressione. Sollevò il pugnale e uscì lentamente dall'acqua, dove era più difficile muoversi.

      “Dai bastardo, vieni qui se ne hai il coraggio.”

      Il lupo emise un suono gutturale, e finì per voltarsi e andarsene. Jaren pensò che avesse già mangiato, e sentì di nuovo che la disperazione si impossessava di lui. Ma era anche sicuro che li da solo, in mezzo alla foresta, non poteva fare nulla.

      ***

      Quando tornò al villaggio, la festa era finita. La musica non si sentiva più, e la gente correva avanti e indietro, sconvolta e urlando, e questo confermò ad Jaren che qualcosa non andava. Si affrettò fino a raggiungere la piazzetta dove si era svolta la celebrazione.

      “Jaren!”esclamò Erik, “Santo cielo! Cosa ti è successo?”

      “Sto bene”rispose. Aveva visto lo stesso sguardo da parte del suo amico per il sangue che solcava il suo volto nell'ultima battaglia, e ora era il fango e la sua camicia strappata quello che impressionava Erik.

      “Che cosa ti è successo?”

      Jaren non rispose, si fece strada tra la folla che circondava la giovane Sarah, seduta a terra che abbracciava il corpo insanguinato di suo fratello, Tordath.

      “Un'altra vittima dei lupi.”mormorò Erik alle sue spalle.

      “Non era un lupo”rispose lei con voce tremante. “Era un mostro.”

      Jaren si accovacciò di fronte a lei.

      “L'hai visto?”chiese.

      Sarah annuì con veemenza.

      “Era enorme, scuro e i suoi occhi...sembravano come accesi dalle fiamme.”

      “Tu non sei stata aggredita?”

      “Sono venuta di corsa al villaggio, quando è apparso, ma Tordah no...è caduto...e io...non ho potuto...”

      “Che diavolo stavi facendo fuori dal villaggio?”chiese una voce dal tumulto. “E' pazzesco.”

      “E' pazzesco che tu taci su quello che è successo a Lora.”urlò Sarah alzandosi. Lasciò cadere il corpo inerte di suo fratello e affrontò tutti. Anche Jaren si alzò in modo che la gente non gli saltasse addosso. “Avresti dovuto avvisarci. In quale altro modo avremmo dovuto saperlo?Un donna muore fatta a pezzi e tu taci?Bastardi! Accidenti a tutti voi!”

      La giovane donna iniziò a picchiare alcuni uomini, mentre altri la trattenevano cercando di calmarla. Jaren abbandonò il tumulto e si affrettò in direzione dell'accampamento. Erik riusciva a malapena a stargli dietro.

      “Jaren!”

      “Hai ragione.”rispose senza fermarsi “Non avremmo dovuto tacere su quello che è successo, avremmo dovuto avvertire tutti all'istante.”

      “Volevamo solo un po di calma, una tregua”cercò di giustificare Erik.

      Questa volta Jaren si fermò.

      “In tal caso spero ti sia piaciuto, perché è finita.”

      Si

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