Il piacere dell'onestà. Luigi Pirandello
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Di’ un po’. niente niente, adesso cominci a temere che abbia scelto troppo bene?
Fabio. Ma fa’ il piacere! Vedo… vedo del… superfluo, ecco! Ingegno, cultura —
Maurizio. – filosofica! Non mi sembra che sia superflua al caso.
Fabio. Maurizio, perdio, non scherzare! lo sono sulla brace! Avrei voluto di meno, ecco! Un uomo modesto, da bene —
Maurizio. – che si scoprisse subito? . che non avesse l’apparenza conveniente? Ma scusa! Bisognava anche tener conto della casa in cui deve entrare… Un uomo mediocre, non più giovane, avrebbe dato sospetto… Ci voleva un uomo di merito, che ispirasse rispetto e considerazione… tale, insomma, che domani la gente si possa spiegare la ragione per cui la signorina Renni ha potuto accettarlo… E io sono sicuro che —
Fabio. – che?
Maurizio. – che lo accetterà – non solo – ma mi ringrazierà un po’ meglio, almeno, di come stai facendo tu!
Fabio. Sì! Ti ringrazierà… Se la sentissi! – Gli hai detto che si deve fare al più presto?
Maurizio. Ma sì! Vedrai che saprà subito entrare in confidenza —
Fabio. – cioè, cioè? —
Maurizio. – oh, Dio, in quel tanto che vorrete accordargliene!
SCENA QUARTA
Cameriera, Detti, poi la Signora Maddalena.
Cameriera (accorrendo dall’uscio di destra). Signor marchese, la signora la desidera di là un momento.
Fabio. Ma ora non posso! Debbo andare con mio cugino.
A Maurizio:
Bisogna che Io veda… gli parli.
Alla Cameriera:
Dite alla signora che abbia un po’ di pazienza: ora non posso!
Cameriera. Sissignore.
Via.
Maurizio. E’ qua, a due passi: al primo albergo. Ma così?
Fabio. Impazzisco… impazzisco… impazzisco… Fra lei, di là, che piange… e te, di qua, che mi dici…
Maurizio. Bada, non c’è finora alcun impegno! – E se tu non vuoi…
Fabio. Voglio vederlo, ti dico, parlargli!
Maurizio. E andiamo, allora, su! Ti dico che è qua, a due passi!
Maddalena (sopravvenendo agitata). Fabio! Fabio! Venite di qua, non mi lasciate sola in questo momento, per carità!
Fabio. Oh Dio! Oh Dio!
Maddalena. E’ una crisi terribile. Venite, ve ne scongiuro!
Fabio. Ma se debbo…
Maurizio. E no… va’! Va’, adesso! ,
Maddalena. Sì, per carità Fabio!
Maurizio. Vuoi che te lo conduca qua? Senz’impegno. Gli parlerai qua. Forse sarà meglio, per la signorina stessa.
Fabio. Sì, vai, vai. Ma, oh! senz’impegno, bada! E dopo che avrà parlato con me!
Via per l’uscio a destra.
Maurizio (gli grida dietro). Ma sì! In due minuti: vado e ritorno.
Via per la comune.
Maddalena (dietro a lui). Con lui? Qua?
Fa per accorrere verso l’uscio a destra, ma sopravvengono Agata e Fabio.
SCENA QUINTA
Agata, Fabio e Maddalena.
Agata (scarmigliata, forsennata, divincolandosi da Fabio). Lasciami, no: lasciami! Lasciami andare! Via… via…
Maddalena. Figliuola mia, dove vuoi andare?
Agata. Non lo so! Via!
Fabio. Agata! Agata! per carità!
Maddalena. Ma sono pazzie!
Agata. Lasciatemi! Impazzire o morire! Non c’è più scampo per me! Non reggo più!
Casca a sedere.
Maddalena. Ma aspetta prima che Fabio almeno lo veda! gli parli! che lo veda anche tu!
Agata. No! Io? no! Ma non capite che mi fa orrore? Non capite che è mostruoso quello che volete fare di me?
Maddalena. Ma come! Ma se tu stessa, figliuola mia…
Agata. No! Non voglio! Non voglio!
Fabio (disperato, risolutamente). Ebbene, no! Se tu non vuoi, no! Non lo voglio neanch’io! E’ mostruoso, si! e fa orrore anche a me! Ma hai il coraggio, allora, d’affrontare con me la situazione?
Maddalena. Per carità, che dite, Fabio? Voi siete uomo e potete ridervi dello scandalo, voi! Noi siamo due povere donne sole e l’onta si rovescerebbe su noi! Qua si tratta, tra due mali, di scegliere il minore! Tra l’onta innanzi a tutti —
Agata (subito). – e quella innanzi a uno solo, è vero? mia soltanto! Ma dovrò starci io, con quest’uomo! vedermelo davanti, quest’uomo che dev’esser vile, vile, se si presta a questo!
Balza in piedi e s’avvia, trattenuta, verso l’uscio di fondo.
No, no, non voglio! non voglio vederlo! Lasciatemene andare, lasciatemene andare!
Maddalena. Ma dove? E che vuoi fare? – Affrontare lo scandalo? Se vuoi questo, io… io…
Agata (abbracciandola e rompendo in singhiozzi, perdutamente). No… per te, mamma! .... no… no… per te…
Maddalena. Per me? Ma no! Che dici, per me? Non pensare a me, figliuola mia! Non c’è da risparmiar dolori, qua, l’una all’altra! Né da scappare! Dobbiamo stare qua, e soffrire tutti e tre insieme, e cercare di dividerci la pena, perché il male lo abbiamo fatto tutti e tre!
Agata. Tu no… tu no, mamma!
Maddalena.