libro d'Eusebio, ed il supplemento intorno ai Martiri di Palestina, si riferiscono principalmente alla persecuzione di Galerio e di Massimino. I lamenti generali, coi quali dà principio Lattanzio al quinto libro delle sue Instituzioni Divine, alludono alla lor crudeltà.
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Eusebio (l. VIII. c. 17) ci ha dato una versione Greca, e Lattanzio (De M. P. c. 34) l'originale Latino di questo memorabil editto. Sembra, che nessuno di questi scrittori abbia pensato quanto ciò direttamente s'opponga a quel ch'essi hanno poco avanti affermato de' rimorsi e del pentimento di Galerio.
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Eusebio (l. IX. c. 1) riporta l'epistola del Prefetto.
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Vedi Eusebio l. VIII. c. 14. l. IX. c. 2-8. e Lattanzio de M. P. c. 36. Questi scrittori convengono in descrivere gli artifizi di Massimino; ma il primo riferisce l'esecuzione di varj Martiri, mentre l'altro afferma espressamente che occidi servos Dei vetuit.
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Pochi giorni avanti la sua morte pubblicò un amplissimo editto di tolleranza, nel quale attribuì tutti i rigori, che avevan sofferto i Cristiani, ai Giudici e Governatori, che avevano male inteso le sue intenzioni. Vedasi l'editto ap. Euseb. l. IX. c. 10.
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Tale è la bella deduzione che si trae da due passi notabili appresso Eusebio l. VIII. c. 2, e de Martyr. Palest. c. 12. La prudenza dell'Istorico ha esposto il suo carattere alla censura ed al sospetto. Era ben noto, ch'egli stesso era stato posto in carcere, e si supponeva che se ne fosse liberato per mezzo di qualche disonorevole compiacenza. Tal accusa gli fu mossa contro nel tempo ch'esso viveva, ed anche alla sua presenza nel Concilio di Tiro. Vedi Tillemont Mem. Eccles. Tom. VIII. Part. 1. p. 67.
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L'antica, e forse autentica narrazione de' patimenti di Taraco, e de' suoi compagni (Act. Sincer. Ruinart. p. 419-448) è piena di forti espressioni di disprezzo e di sdegno, che non potevano non irritare il Magistrato. La condotta di Edesio verso Jerocle, Prefetto dell'Egitto, fu anche più straordinaria. λογοις τε καὶ εργοις τον θικαστην… περιβαλων. Euseb. de Martyr. Palest. c. 5.
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Euseb. de Mart. Palest. c. 13.
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August. Collat. Cartag. Dei III. c. 13. ap. Tillemont Mem. Eccles. Tom. V. part. I. p. 46. La controversia co' Donatisti ha sparso qualche luce, quantunque forse parziale, sull'istoria della Chiesa Affricana.
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Eusebio (de Martyr. Palest. c. 13) chiude la sua narrazione assicurandoci, che questi sono i Martirj, che avvennero nella Palestina in tutto il corso della persecuzione. Può sembrare, che il quinto capitolo del suo libro VIII, che si riferisce alla Provincia della Tebaide in Egitto, contraddica la nostra moderata calcolazione; ma questo non servirà che a farci ammirare l'artifizioso maneggio dell'Istorico. Scegliendo per teatro della più squisita crudeltà il più distante e separato paese del Romano Impero, dice che nella Tebaide spesso avevan sofferto il Martirio da dieci fino a cento persone in un giorno. Ma quando egli viene a raccontar il suo proprio viaggio in Egitto, il suo stile insensibilmente diventa più cauto e moderato. Invece di usare un grande ma determinato numero, parla di molti Cristiani (πλειους) e col massimo artifizio sceglie due parole ambigue (ισ ορτσαηιεν e ὑπμειναστας) che possono indicare tanto quel che aveva veduto, quanto ciò che aveva udito; sì l'aspettazione che l'esecuzion della pena. Essendosi così assicurato un sotterfugio, lascia l'interpretazione dell'equivoco passo a' suoi lettori e traduttori; immaginando a ragione che la lor pietà gl'indurrebbe a preferir il senso più favorevole. Fu per avventura un poco maliziosa l'osservazione di Teodoro Metochita, che tutti quelli che avevan conversato, come Eusebio, con gli Egiziani, si dilettavano di uno stile oscuro ed ingrato (Vedi Valesio nel luogo cit.).
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Quando la Palestina era divisa in tre parti, la Prefettura d'Oriente conteneva 48 Province. Siccome però le antiche distinzioni delle nazioni erano da gran tempo abolite, i Romani distribuirono le Province, avuto riguardo ad una general proporzione di loro estensione ed opulenza.
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Ut gloriari possint, nullum se innocentium peremisse, nam et ipse audivi aliquos gloriantes, quia administratio sua in hac parte fuerit incruenta. Lactant. Inst. Div. V. 12.
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Grot. Annal de Reb. Belgic. l. I. p. 12. Edit. fol.
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Fra Paolo (Istor. del Concil. Trident. l. III.) riduce il numero de' Martiri Belgici a 50000. Non era Fra Paolo inferiore a Grozio in dottrina e moderazione. L'anteriorità del tempo conferisce alla testimonianza del primo qualche vantaggio, che per altra parte egli perde per la distanza, che passa da Venezia a' Paesi Bassi.