enim cum limatius superstitionum quaereret sectas Manichaeorum et similium etc. Ammian. XV. 15. Strategio, che da questa commissione prese il soprannome di Musioniano, era un Cristiano della Setta d'Arrio. Esso intervenne come uno de' Conti al Concilio di Sardi. Libanio loda la sua dolcezza e prudenza. Vales ad d. loc. Ammian.
134
Cod. Teod. (l. XVI. Tit. V. leg. 2). Siccome nel Codice Teodosiano non si trova inserita la legge generale, egli è probabile che nell'anno 438 fosser già estinte le Sette nella medesima condannate.
135
Sozomeno (l. I. c. 22.) Socrate (l. I. c. 10). Si è sospettato, ma credo senza ragione, che quest'Istorici inclinassero alla dottrina Novaziana. L'Imperatore disse al Vescovo: «Acesio, prendi una scala e va in Paradiso da te solo». Molte Sette Cristiane hanno a vicenda presa in prestito la scala d'Acesio.
136
Si posson trovare i migliori materiali per questa parte d'Istoria Ecclesiastica nell'edizione d'Ottato Melevitano, pubblicata in Parigi nel 1700 da M. Dupin, che l'ha arricchita con note critiche, con geografiche discussioni, con memorie originali, e con un esatto compendio di tutta la controversia. Il Tillemont ha impiegato intorno a' Donatisti la maggior parte del Tom. VI P. I. e ad esso è dovuta un'ampia collezione di tutti i passi di S. Agostino, suo favorito, che si riferiscono a quegli Eretici.
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Schisma igitur illo tempore confusae mulieris iracundia peperit, amibitus nutrivit, avaritia roboravit. Optat. l. I. c. 19. Il linguaggio di Purpurio è simile a quello di un furioso frenetico: dicitur te necasse filios soraris tuae duos. Purpurius respondit. Putas me terreri a te… occidi; et occido eos, qui contra me faciunt. Act. Conc. Cirtens. ad calc. Optat. p. 274. Quando Ceciliano fu inviato ad un'assemblea di Vescovi, Purpurio disse a' suoi confratelli o piuttosto complici: «Venga pur qua a ricever da noi l'imposizione delle mani, e noi in via di penitenza gli spezzeremo la testa». Optat. l. I. c. 19.
138
I Concilj di Arles, di Nicea e di Trento confermarono la savia e moderata pratica della Chiesa Romana. I Donatisti però avevano il vantaggio di sostenere l'opinione di Cipriano, e d'una parte considerabile della primitiva Chiesa. Vincenzio Lirinense (p. 332. ap. Tillemont. Mem. Eccl. T. VI. p. 138.) ha spiegato perchè i Donatisti son condannati a bruciare in eterno col Diavolo, mentre S. Cipriano regna in Cielo con Gesù Cristo.
139
Vedi il lib. 6 d'Ottato Melevit. p. 91-100.
140
Tillemont. (Mem. Eccl. Tom. VI. p. 1. pag. 253.) Egli deride la parziale lor crudeltà, mentre rispetta Agostino, il gran Dottore del sistema della predestinazione.
141
Plato Aegyptum peragravit, ut a Sacerdotibus Barbaris numeros et coelestia acciperet. Cicer. de Finib. c. 25. Gli Egizi potevan tuttavia conservare la tradizional fede dei Patriarchi. Gioseffo ha persuaso molti de' Padri Cristiani, che Platone traesse una parte delle sue cognizioni dagli Ebrei; ma non può conciliarsi tal vana opinione coll'oscuro stato, e con gl'insociabili costumi del popolo Giudaico, le scritture del quale non furono accessibili alla curiosità Greca fino a più di cent'anni dopo la morte di Platone. Vedi Marsham. Can. Chron. pag. 144. Le Clerc Epist. crit. VII. pag. 177-194.
142
Le moderne guide, che mi hanno condotto alla cognizione del sistema Platonico, sono Cudworth (System. Intell. p. 568-620), Basnage (Hist. des Juifs. l. IV. c. IV. p. 53, 86), Le Clerc (Epist. crit. VII. p. 194, 209), e Brucker (Hist. Philos. Tom. I. p. 675-706). Siccome l'erudizione di questi Scrittori era uguale, e diversa la loro intenzione, così un attento osservatore può trarre istruzione dalle loro dispute, e certezza da' loro argomenti.
143
Brucker Hist. Philos. Tom. I. p. 1349, 1357. Si celebra la scuola Alessandrina da Strabone (l. 17.), e da Ammiano (XXII. 6).
144
Joseph Antiq. lib. XII. c. 1. 3, Basnage Hist. des Juifs. l. VII. c. 7.
145
Quanto all'origine della filosofia Giudaica vedi Eusebio, Prepar. Evang. VIII. 9, 10. Secondo Filone i Terapeuti studiavan la filosofia; e Brucker ha provato (Hist. Philos. Tom. II. p. 787) ch'essi preferivano quella di Platone.
146
Vedi Calmet. (Dissert. sur la Bibl. Tom. II. p. 277.) Il libro della Sapienza di Salomone fu da molti Padri riguardato come opera di quel Monarca; e sebbene sia rigettato da' Protestanti per mancanza di un originale Ebraico, pure ha ottenuto, col resto della volgata, l'approvazione del Concilio di Trento.
147
Il Platonismo di Filone, che fu celebre a segno tale da passare in proverbio, si pose fuor d'ogni dubbio dal Le Clerc (Epist. Crit. VIII. p. 211-228). Basnagio (Hist. des Juifs. l. IV. c. 5) ha chiaramente dimostrato, che le opere teologiche di Filone furon composte avanti la morte e probabilissimamente avanti la nascita di Cristo. In tempo di tale oscurità son più sorprendenti le cognizioni di Filone che i suoi errori. Bull. (Defens. Fid. Nic. s. I. c. 1. p. 12).
148
Mens agitat molem, et magno se corpore miscet. Oltre quest'anima materiale, Cudworth ha scoperto (p. 562) in Amelio, in Porfirio, in Plotino, e per quanto egli crede, in Platone medesimo, una superiore, spirituale upercosmiana, (sopramondana) anima dell'Universo. Ma Brucker, Basnagio, e Le Clerc rigettano questa doppia anima, come una vana fantasia de' Platonici posteriori.
149
Petavio Dogm. Theol. Tom. II. lib. VIII. c. 2. p. 791. Bull. Def. Fid. Nic. s. 1. c. 1 p. 8, 13. Questa nozione, fino a tanto che non ne fu abusato dagli Arriani, era liberamente ammessa nella Cristiana Teologia. In Tertulliano (adv. Prax. c. 16) si trova un notabile e pericoloso passo. Dopo d'avere poste in contrasto fra loro con indiscreta acutezza le azioni di Jehovah e la natura di Dio, conclude in tal modo: scilicet et haec nec de Filio Dei credenda fuisse, si scripta non essent, fortasse non credenda de Patre, licet scripta.
150
I Platonici ammiravano il principio dell'Evangelio di S. Giovanni, come contenente un esatto compendio de' propri loro dommi. Agostino de Civ. Dei X. 29. Amellio ap. Cirill. advers. Julian. l. VIII p. 283. Ma nel terzo e quarto secolo i Platonici d'Alessandria migliorare poterono la loro Trinità, mediante lo studio segreto della Teologia Cristiana.
151
Vedi Beausobre Hist. Crit. du Manicheisme Tom. I. p. 377. Si suppone, che il Vangelo di S. Giovanni fosse pubblicato circa 70 anni dopo la morte di Cristo.
152
Le opinioni degli Ebioniti sono chiaramente esposte dal Mosemio (p. 331), e dal Le Clerc (Hist. Eccl. p. 535). Le costituzioni Clementine, pubblicate fra' Padri Apostolici, sono attribuite da' Critici ad uno di questi Settari.
153
I buoni Polemici, come Bull, (Judic. Eccl. Cathol. c. 2), insistono sull'ortodossia de' Nazareni, che agli occhi di Mosemio (p. 330) sembra meno pura e certa.
154
L'umile condizione ed i patimenti di Gesù sono sempre stati un forte ostacolo per gli Ebrei. Deus… contrariis coloribus Messiam depinxerat; futurus erat rex, judex, pastor. Vedi Limborch ed Orobio Amica. Collat. p. 8, 19, 53-76, 192-234. Ma quest'obbiezione ha obbligato i credenti Cristiani ad innalzare i loro occhi ad un regno spirituale ed eterno.
155
Giustino Mart. Dial. cum Tryphon. p. 143, 144. Vedi Le Clerc Hist. Eccl. p. 615. Bull e Grabe editori di esso (Judic. Eccl. Cathol. c. 8 e append.) tentano di storcere o i sentimenti o le parole di Giustino; ma la violenta loro correzione del testo viene rigettata anche dagli Editori Benedettini.