Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 4 - Edward Gibbon

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Const. l. II. c. 64-72. I principi di tolleranza e di filosofica indifferenza, contenuti in questa lettera, son molto dispiaciuti al Baronio, al Tillemont ec. i quali suppongono, che l'Imperatore avesse qualche cattivo consigliere, cioè o Satana, o Eusebio a' suoi fianchi. Vedi Jortin Osserv. Tom. II. p. 183.

208

Eusebio in vit. Const. l. III. c. 13.

209

Teodoreto ci ha conservato (l. I. c. 20) una lettera scritta da Costantino al popolo di Nicomedia, nella quale il Monarca medesimo si dichiara pubblico accusatore d'uno de' suoi sudditi: egli nomina Eusebio ο τηϛ τυραννικηϛ ωμοτητοϛ συμμυσηϛ (complice della tirannica crudeltà), e si duole dell'ostile condotta di lui nel tempo della guerra civile.

210

Vedi appresso Socrate (l. I. c. 8), o piuttosto ap. Teodoreto (l. I. cap. 12) una lettera originale d'Eusebio di Cesarea, nella quale tenta di giustificare la sua soscrizione all'Homoousion. Il carattere d'Eusebio è stato sempre un problema; ma quelli, che han letto la seconda Epistola critica del Clerc (Ars. crit. Tom. III. p. 30-69) debbono avere una opinione assai svantaggiosa della sincerità ed ortodossia del Vescovo di Cesarea.

211

Atanas. Tom. I. p. 707. Filostorg. l. 1 c. 10 col Coment. del Gottofredo p. 41.

212

Socrate. l. I. c. 9. In queste lettere circolari, che furono indirizzate a varie città, Costantino si servì contro gli Eretici delle armi del ridicolo e della facezia comica.

213

Noi prendiamo la storia originale da Atanasio (T. I. p. 670) che dimostra qualche ripugnanza ad infamar la memoria del morto. Egli poteva esagerare in quest'occasione, ma il continuo commercio fra Costantinopoli ed Alessandria avrebbe resa pericolosa ogni invenzione. Quelli che insistono sulla narrazione letterale della morte d'Arrio (evacuò ad un tratto gl'intestini in un cesso) debbono assolutamente scegliere o il veleno o un miracolo.

214

Può rintracciarsi la mutazione de' sentimenti, o almeno della condotta di Costantino in Eusebio, vit. Const. l. III. c. 23 l. IV c. 41, in Socrate l. I. c. 23-39, in Sozomeno l. II. c. 16-34, in Teodoreto l. I. c. 14-34, ed in Filostorgio l. II. c. 1-17. Ma il primo di questi Autori era troppo vicino alla scena dell'azione, e gli altri troppo lontani. Egli è molto singolare, che si abbandonasse l'importante uffizio di continuare l'istoria Ecclesiastica a due laici e ad un eretico.

215

Quia etiam tum Catechumenus Sacramentum fidei merito videretur potuisse nescire. Sulp. Sev. Hist. Sac. l. II. p. 410.

216

Socrate l. II. c. 2. Sozomeno lib. III. c. 18. Atanasio Tom. I. p. 813-834. Egli osserva, che gli eunuchi sono i nemici naturali del Figlio. Si confrontino le osservazioni sulla Istoria Ecclesiastica del Dottor Jortin, Vol. IV. p. 3, con una certa genealogia nel Candido cap. IV. che termina in uno de' primi compagni di Cristoforo Colombo.

217

Sulpic. Sev. in Hist. Sac. l. II. p. 405, 406.

218

Cirillo (ap. Baron. An. 353. n. 26) osserva espressamente, che nel Regno di Costantino s'era trovata la Croce nelle viscere della terra; ma che nel Regno di Costanzo essa era comparsa nel mezzo del Cielo. Quest'opposizione prova evidentemente, che Cirillo ignorava lo stupendo miracolo, a cui s'attribuisce la conversione di Costantino; e tal ignoranza è tanto più sorprendente, che non più di dodici anni dopo la morte di lui, Cirillo fu consacrato Vescovo di Gerusalemme dall'immediato successore d'Eusebio di Cesarea. Vedi Tillemont Mem. Eccl. Tom. VIII p. 715.

219

Non è facile il determinare fino a qual segno si possa difendere l'ingenuità di Cirillo, mediante qualche naturale apparenza d'un alone solare.

220

Filostorg. l. III. c. 26. Egli è seguitato dall'Autore della Cronica Alessandrina, da Cedreno e da Niceforo. Vedi Gottofredo. Dissert. p. 188. Essi non potrebbero ricusare un miracolo neppure dalle mani d'un avversario.

221

Un passo così curioso merita bene d'essere trascritto. Christianam Religionem absolutam et simplicem anili superstitione confundens; in qua scrutanda perplexius, quam componenda gravius excitaret dissidia plurima, quae progressa fusius aluit concertatione verborum, ut catervis Antistitum jumentis publicis ultro citroque discurrentibus, per sinodos (quas appellant) dum ritum omnem ad suum trahere conantur (Valesio legge conatur) rei vehiculariae concideret nervos. Ammiano XXI. 16.

222

Atanas. Tom. I. p. 870.

223

Socrat. l. II. c. 35-47. Sozomeno l. IV. c. 12-30. Teodoreto l. II. c. 18-32. Filostorg. l. IV. c. 6-12. l. V. c. 1-4 l. VI. c. 1-5.

224

Sozom. l. IV. c. 23. Atanas. Tom. I. p. 831. Il Tillemont (Mem. Eccl, VII. p. 947) ha raccolto varj esempi dell'orgoglioso fanatismo di Costanzo da diversi Trattati di Lucifero di Cagliari. I soli titoli di que' Trattati inspirano zelo e terrore. «Moriendum pro Dei Filio» «De regibus apostaticis» «De non conveniendo cum haeretico» «De non parcendo in Deum delinquentibus».

225

Sulpic. Sev. Hist. Sacr. l. II. p. 418, 430. Gl'Istorici Greci eran molto ignoranti degli affari dell'Occidente.

226

È un danno, che Gregorio Nazianzeno componesse un panegirico piuttosto che una vita d'Atanasio; ma possiamo godere, e profittar del vantaggio di trarre i più autentici materiali dal ricco fondo delle proprie di lui epistole ed apologie: Tom. I. p. 670-951. Io non imiterò l'esempio di Socrate (l. 2. c. 1), che pubblicò la prima edizione della sua Storia senza prendersi la pena di consultare gli scritti d'Atanasio. Pure anche Socrate, e Sozomeno, di lui più curioso, ed il dotto Teodoreto servono a connettere la vita d'Atanasio con la serie dell'istoria Ecclesiastica. La diligenza del Tillemont, Tom. VIII, e degli Editori Benedettini ha raccolto tutti i fatti, ed esaminata ogni difficoltà.

227

Sulpicio Severo (Hist. Sacr. l. II. p. 396) lo chiama legale, e giurisconsulto. Presentemente non può ravvisarsi questo carattere, o si consulti la vita, o le opere d'Atanasio.

228

Dicebatur enim fatidicarum sortium fidem, quaeve augurales portenderent alites scientissime callens aliquoties praedixisse futura. Ammian. XV. 7. Sozomeno (l. IV. c. 10) riferisce una profezia o piuttosto uno scherzo, da cui si prova evidentemente che Atanasio, se le cornacchie parlan Latino, intendeva il linguaggio delle cornacchie.

229

Si fece leggiermente menzione dell'irregolare ordinazion d'Atanasio ne' Concilj, che si tenner contro di lui. Vedi Filost. lib. II. c. 11 e Gottofredo p. 71. Ma può appena supporsi, che l'assemblea de' Vescovi dell'Egitto solennemente attestasse una pubblica falsità. Atanas. Tom. I. p. 726.

230

Vedi l'Istoria de' Padri del deserto pubblicata da Rosweide, e Tillemont (Mem. Eccl. Tom. VII.) nelle vite d'Antonio, e di Pacomio. Atanasio medesimo, che non isdegnò di comporre la vita del suo amico Antonio,

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