Due. Eva Forte

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Due - Eva Forte

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il desiderio di mettermi subito a letto, e tanta è la voglia che arrivi la mattina dopo che sposto le lancette della sveglia un'ora prima e fuggo sotto le coperte.

      Al primo suono schizzo in piedi, oggi voglio andare a fare una passeggiata a Villa Borghese prima del solito rituale mattutino al bar, così mi vesto velocemente ed esco scattante dal palazzo alla volta del parco. La Villa di mattina è un incanto: poche persone che la girano, per lo più anziani che vanno per la passeggiata salutare e vista la possibile insonnia approfittano delle prime ore della giornata, quando ancora tutto è chiuso e non c'è molto da fare per la città. Sul telefono trovo un messaggio di Lucia, che mi ringrazia per la cena e mi dice che se il figlio sarà maschio avrà il mio stesso nome. Riesce così a rubarmi il primo sorriso della giornata quando già sono immerso negli alberi e nella loro ombra. A quest'ora si riescono a incrociare anche gli scoiattoli, grandi e paffuti unici padroni della natura che si espande sotto i loro saltelli felpati, quasi noncuranti della tua presenza. Arrivo fino al Pincio ed ecco che li la città si presenta in tutta la sua magnificenza. Monumenti, palazzi, chiese... tutti li a sonnecchiare pacificamente mentre tutti li guardano e che ci sia il sole o la pioggia niente li smuove e niente li cambia. Raccolgo una margherita sopravvissuta al freddo e la porto con me fino al bar. Oggi mi sento diverso e voglio spezzare il rituale dei nostri incontri con un piccolo gesto e così poggio il piccolo fiore sul tavolo dove tra poco lei si dovrà sedere per fare colazione, sperando che nessuno arrivi prima e possa così appropriarsi del gesto rivolto a lei. Velocemente vado al bancone e ordino il mio solito caffè, invertendo l'ordine di arrivo e senza guardare però l'entrata. Dopo qualche minuto la sento arrivare, ormai riconosco la sua voce e mi sento anche che accorgendosi che io già sono li - è la prima volta da quando ci “conosciamo” visto che io arrivo quando già loro sono a colazione avviata - interrompe per qualche istante quello che sta dicendo, per poi riprendere mentre si avvicina al tavolo. Non ho il coraggio di vedere la sua faccia quando troverà il fiore e da un lato non voglio neanche che abbia la certezza che sia stato io a metterlo davanti al suo posto. Così finisco il caffè più velocemente del solito e uscendo le lancio uno sguardo che lei ricambia prontamente, ma questa volta nascondendo dietro il dubbio per quel fiorellino che ora tiene nella mano, quasi aspettasse un mio ulteriore passo che però non faccio. Tutto deve rimanere così e mi allontano il più velocemente possibile.

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      

      CAPITOLO 4

      Ricordi

      

      

      Una serata tutta per me, a casa, è proprio quello di cui ho bisogno. Rientro dopo aver fatto una piccola spesa e la casa mi accoglie con il tepore dei termosifoni ancora accesi. Via il cappotto e la sciarpa, via le scarpe che tolgo mentre mi avvicino alla cucina per sistemare in frigo il latte appena comprato. Senza neanche accendere una luce arrivo al bagno grande e apro l'acqua calda della vasca. Non c'è altro che vorrei fare in questo momento se non un bel bagno bollente che scacci via ogni malumore, ogni brandello di stanchezza lasciatomi addosso da questa giornata. Prima di entrare nella vasca mi verso un bicchiere di vino frizzantino, freddo al punto giusto, e lo poggio sul lavandino mentre mi spoglio prima di immergermi nella schiuma. Tiro su i capelli, prendo il bicchiere in mano ed entro nella vasca ormai piena e talmente calda da farmi arrossare la pelle al primo impatto. Per essere un bagno perfetto mancano solo le candele accese e la musica in sottofondo, ma per oggi va bene anche così e chiudendo gli occhi, con la testa poggiata sul bordo comincio a pensare a tante cose che si susseguono nella mia testa. Quest'anno vorrei fare tante di quelle cose che alla fine riuscirò a stringere poco e niente. Un viaggio all'estero, iscrivermi in palestra, avere il tempo per andare in libreria almeno una volta a settimana... e tornare a correre a Villa Borghese, quando ancora si sentono solo i minuscoli passi degli scoiattoli sul brecciolino e la città sembra un luogo incantato e surreale, lontano anni luce dalle strade caotiche e piene di macchine.

      

      

      L'orologio della cucina suona le otto e così, un po' controvoglia comincio a levarmi la schiuma di dosso aprendo la doccia. La prima acqua fredda mi fa correre un brivido sulla schiena per poi coccolarmi con la nuova acqua bollente che esce dopo poco. Rimarrei così per delle ore. Avvolta nel morbido accappatoio, finisco il bicchiere di vino e comincio a vedere cosa preparare per cena. Trovo al volo un avanzo della sera prima, che riscaldo al microonde e vado a mangiare in salotto davanti a un bel film, nel buio della stanza tutta per me. Quando sono sola ho sempre poca voglia di cucinare e così risolvo tutto con poche semplici cose giusto per non andare a dormire a stomaco vuoto. Sono talmente stanca che non ho neanche voglia di prepararmi il pranzo per il giorno dopo e così scrivo prontamente alla mia collega per chiederle di andare a pranzo insieme domani. Fuori si sente solo qualche macchina di tanto in tanto, la città si sta riposando e ricaricando pronta alla nuova giornata che sta per arrivare. Un'atmosfera così rilassata che quando arriva il trillo del messaggio sobbalzo su me stessa. L'SMS è di Camilla che prende al volo la mia proposta per il pranzo suggerendo di andare via presto e fare shopping tutto il pomeriggio. Con un veloce “ok” liquido la questione, ormai sprofondata nel divano e con la copertina di pile sulle gambe nude. Una sparatoria mi sveglia: sono le due di notte, mi devo essere addormentata sul divano e anche presto visto che non ricordo minimamente il film che avevo deciso di vedere. In televisione ora c'è un poliziesco, fuori sta diluviando. Spengo la TV e via di corsa al letto, ma ormai sono sveglia e così decido di ascoltare un po' di musica

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