Svolte Nel Tempo. Guido Pagliarino
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу Svolte Nel Tempo - Guido Pagliarino страница 13

L'Alter Storia era proseguita in modo del tutto agghiacciante, nella perdita dâogni valore spirituale e nel trionfo del più assoluto ateismo. La persona era stata ridotta a un nulla, mera pedina dellâImpero nazionalsocialista. Ovviamente lâArchivio Storico Centrale esaltava queste cose come una conquista preziosissima dell'umanità , confusa questa con la pseudo razza ariana mentre subumani venivano considerati tutti gli altri esseri umani. Dopo la guerra lampo del 1939, ulteriori progressi erano stati fatti sui dischi volanti, fino a giungere al volo orbitale e quindi a quello spaziale sub-luce: la Germania già nel 1943 era giunta sulla Luna con quattro uomini della Luftwaffe, ritornati sull'Alter Terra sani e salvi, e nel 1998 sei aviatori nazisti, di cui cinque tedeschi e uno austriaco, con un disco molto più grande dei precedenti, progettato e realizzato apposta, erano sbarcati per la prima volta su Marte e ne erano tornati. La vera colonizzazione del Pianeta rosso era avvenuta però, come d'altra parte nel mondo di Valerio e di Margherita, solo con la creazione delle cronoastronavi, progettate su Alter Terra nel 2098, interamente un prodotto dellâingegneria nazista questa volta, così come sulla Terra lo erano state dell'ingegneria degli Stati Confederati d'Europa pochi anni prima: il viaggio sperimentale nello spazio-tempo di astronauti nazisti era avvenuto nel 2105, diretto al vicino sistema doppio Alfa Centauri A e B, senza discese su pianeti: pressappoco comâera stato per la Terra, la quale aveva conquistato lo spazio profondo nel 2107, con un viaggio di circumnavigazione della stella Proxima Centauri, a 4,22 anni luce di distanza dal nostro Sole, e ritorno immediato. Non risultava invece dallâArchivio che i nazisti di Alter Terra avessero fatto viaggi nel tempo: forse temendo di cambiare la Storia a proprio danno? Dunque, nemmeno câera stata una spedizione nellâanno 1933 per studiare il fascismo e, come avevano ragionato Margherita e gli altri, il disco catturato dagl'italiani e rapinato dai tedeschi era giunto dal futuro della Terra e non dell'Alter Terra. Valerio aveva interrogato lâArchivio anche sul tempo precedente gli anni â30 del XX secolo: dagli albori della civiltà fin al giugno 1933 l'Alter Storia era risultata identica alla Storia.
âCredo che a questo puntoâ, aveva dichiarato la comandante a equipaggio e scienziati, ânon ci resti che saltare nel passato e provare a cambiare le coseâ.
Aveva appena terminato la frase quando gli elaboratori di bordo avevano messo in allarme rosso il sigaro: avevano rilevato un disco, sicuramente amico, di quelli in dotazione alla nave 22, avvicinarsi alla massima velocità e, dietro di esso, in salita a una decina di chilometri al di sotto, altri due dischi non identificati. I computer avevano avvertito subito dopo un lancio di missili dai secondi contro il primo, mentre il pilota amico chiedeva concitatamente al sigaro 22 dâaprire lâhangar con priorità assoluta. Era stato fatto. La manovra successiva della navetta era stata spericolata, col rischio di schiantarsi contro la cronoastronave e di danneggiarla o peggio; il disco era però entrato nellâastrorimessa senza danni. Non appena chiusosi il portellone dietro alla navetta, la comandante aveva ordinato ai computer un immediato balzo verso il passato e il vascello 22 era scomparso giusto in tempo per non esser colpito dai missili. In base alla normativa di sicurezza, il cronosalto avrebbe dovuto avvenire lontano dal pianeta, così, invece, lâenergia sprigionata dalla temponave aveva annientato gli ormai vicinissimi missili dei dischi inseguitori.
Alle ore 0 e 30 di notte del 18 giugno 1933, neppure cinque giorni dopo il ricovero, in un hangar della fabbrica SIAI Marchetti di Vergiate, del disco catturato, molte figure appena distinguibili agli occhi dâun gatto, rivestite da tute nere, erano scese silenziosamente sul terreno attorno agl'impianti, appese a paracadute parimenti neri. Affinché i motori degli aerei che, dalla Baviera, li avevano portati sul luogo non fossero facilmente udibili da terra, i paracadutisti sâerano lanciati da unâaltezza di quattromila metri, aprendo gli ombrelli dopo una caduta libera di tremilasettecento. Nonostante la tenebra, nessuno era rimasto infortunato.
Ben conoscevano i turni di servizio della guardia italiana perché una spia li aveva verificati nei giorni precedenti e comunicati ai propri superiori a Berlino. Sapevano che alle ore 0 del 18 giugno sâera svolto il cambio della guardia e che il manipolo della Milizia smontato aveva lasciato il posto per rientrare in caserma.
Dopo essersi ricongiunta, la compagnia, composta da sessanta uomini al comando del capitano Otto Skorzeny e da alcuni ingegneri del Genio guastatori, era penetrata silenziosa, col passo militare del fantasma, nel locale portineria della fabbrica, subito chiudendo la bocca e tagliando la gola ai due poveri custodi, marito e moglie. Quindi cinquanta dei