Morrigan. Laura Merlin

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Morrigan - Laura Merlin

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così vicino.

      Mi girai per guardarmi alle spalle, ma dietro di me c’erano solo oscurità e silenzio.

      Quell’oscurità disarmante in cui a ogni singolo rumore udito il cuore comincia a battere forte e la mente cerca disperatamente di dare un nome alla cosa sconosciuta che ci sta facendo morire di paura.

      Sentii ancora il battito d’ali e qualcosa che graffiava la finestra.

      Trattenni il respiro. Il cuore galoppava talmente forte che lo sentivo rimbombare in tutta la stanza.

      Afferrai per un’estremità il tendone con tutte e due le mani e diedi un bel colpo per aprirlo.

      Cacciai un urlo talmente forte che sorprese anche me.

      Mi ritrovai di fronte a un enorme corvo. I suoi occhi neri erano puntati verso di me.

      Aprì le ali e cominciò a graffiare con le zampe sul pesante vetro della finestra.

      Urlai più forte sovrastando il suo gracido cra cra e, balzando indietro dalla paura, inciampai sul tappeto e caddi a terra.

      Affondai la testa fra le ginocchia e cominciai a dondolare dicendomi di stare calma, che non sarebbe successo niente.

      Sembravo una pazza appena uscita dal manicomio e i capelli fradici e scompigliati davano un tocco di follia in più.

      Ares fu il primo a precipitarsi nella stanza.

      Poi fu il turno di Sara che si gettò al mio fianco per tranquillizzarmi.

      Sonia invece arrivò con più calma. ‹‹Cos’è tutto questo baccano?››. Si accorse di me a terra e dell’enorme corvo che voleva entrare a tutti i costi nella stanza. ‹‹Mia Dea! Ma quello è… Stai bene, Sofia?››.

      Alzai la testa per accennare un sì, presi un respiro profondo e vidi Ares aprire la finestra e far entrare quell’uccellaccio.

      Sgranai gli occhi e cominciai a urlare. ‹‹Sei pazzo? Vuole farmi del male. Tieni distante da me quella bestiaccia!››

      E mi aggrappai a Sara.

      Gli occhi verdi brillarono e un’incontenibile risata sembrò impossessarsi di lui. Avrei giurato che avesse le lacrime agli occhi dal ridere.

      Io stavo morendo di paura e lui mi rideva in faccia.

      Lo trapassai con uno sguardo pieno di rabbia.

      â€¹â€¹Scusate, ma trovo divertente il fatto che la nostra Dea abbia paura del suo animale››. Stava cercando di mantenere il controllo, ma qualche risatina ogni tanto gli scappava.

      â€¹â€¹Il mio animale è uno solo… o meglio, era››. Cacciai indietro il groppo alla gola che era tornato a galla. ‹‹Ade, un cane dolcissimo››.

      â€¹â€¹Ade? Hai chiamato il cane Ade? Come il dio degli Inferi? Non posso crederci››. E rise di nuovo.

      Si stava prendendo gioco di me.

      Non me lo sarei mai aspettata da Ares, lo credevo un vero principe.

      Evidentemente mi sbagliavo.

      â€¹â€¹Prendimi pure in giro. Fai come se non ci fossi››.

      Mi alzai offesa e mi sedetti sul letto incrociando le braccia e guardando Ares in cagnesco.

      Lui si avvicinò a me con il grosso corvo nero appollaiato sulla sua spalla nuda. Si sedette sul letto e mi passò un braccio sulle spalle.

      Il corvo mi guardò con i suoi occhietti neri e fece un cra che sembrava un ciao.

      Ares mi tirò a sé. ‹‹Sofia, tesoro, lui è il corvo di Morrigan. Il suo umile servitore e messaggero. Guarda››, prese la zampa nera dell’animale e notai che vi era legato un tubicino d’argento. Con delicatezza lo sfilò e me lo porse. ‹‹Tieni, questo è per te››.

      Sfilai il tappo del tubicino. Dentro, arrotolato perfettamente, c’era un foglietto di carta bianca.

      Lo tirai fuori con calma, non volevo rischiare di strapparlo.

      Fortunatamente scivolò sul metallo senza nessun problema.

      Lessi cosa c’era scritto.

      Sbiancai e mi cadde di mano il foglietto.

      Sonia lo tirò su e lesse a voce alta il messaggio. ‹‹La piccola Dea ora è cresciuta, i sogni le rivelano la verità. Qualcuno sta giocando con lei, chi sarà il traditore? Non capisco, cosa vorrebbe dire?››

      â€¹â€¹Morrigan riceveva spesso questi messaggi misteriosi››, spiegò Ares. ‹‹Venivano spediti dalla sibilla del Regno di Tenot, Kerrigan››.

      â€¹â€¹Kerrigan? Una sibilla? Ma perché nessuno ce ne ha mai parlato? Io e Sara abbiamo un pezzo del potere della Dea e nessuno ci racconta certi dettagli››. Sonia si era offesa e aveva ragione. ‹‹Prevenire le mosse delle sue guardie ci sarebbe stato di grande aiuto››.

      Se la Dea si serviva di una sibilla avrebbero dovuto saperlo anche loro. Sarebbe stato comodo in caso fosse scoppiata una guerra fra i due Regni.

      Che pensiero sciocco!

      Non sarebbe mai scoppiata una guerra.

      Da quanto mi avevano raccontato, Mefisto era troppo impegnato a torturare i poveri abitanti del Regno di Elos e loro erano troppo impegnati a subire e riparare.

      Forse quelli del Regno di Tenot stavano aspettando il momento giusto.

      E il momento giusto era arrivato con me.

      Lo sentivo, tutto mi diceva che stavano aspettando la reincarnazione della Dea per combattere, perché era l’unica speranza per entrambi i Regni.

      E ora la speranza si era tramutata in certezza.

      â€¹â€¹Sonia, hai perfettamente ragione, ma la sibilla vive isolata in una caverna del Regno di Tenot e nessuno avrebbe osato cercarla. Nemmeno Morrigan la cercava. Semplicemente si faceva viva tramite il corvo. Solo lui sa come comunicare e arrivare a lei››, stava per aggiungere qualcos’altro, quando lo interruppi.

      â€¹â€¹Ho fatto un sogno, prima che arrivasse il corvo››.

      Raccontai tutto nei dettagli. Brividi di freddo mi salirono lungo la schiena ancora imperlata di sudore per il brusco risveglio, per il ricordo di quelle ali nere che sembravano voler inghiottire la notte e per la spada lucente che aveva cercato di trafiggermi.

      â€¹â€¹Non voglio assolutamente pensare che Gabriel volesse ucciderti fin da bambina››, esplose la piccola Sara.

      Aveva

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