L’ascesa Del Prode . Морган Райс
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Читать онлайн книгу L’ascesa Del Prode - Морган Райс страница 7
Anvin si accarezzò la barba.
“A tu padre non piacerà,” disse a Kyra. “Potrebbe essere d’intralcio.”
Kyra posò una mano sul polso di Anvin con fare rassicurante, ma comunque risoluta.
“Dierdre è mia amica,” disse ponendo fine alla questione. “Non la abbandonerò, proprio come tu non abbandoneresti uno dei tuoi uomini. Cos’è che mi hai sempre detto? Mai lasciarsi qualcuno alle spalle.”
Kyra sospirò.
“Posso anche aver contribuito a liberare Deirdre da quella cella,” aggiunse, “ma anche lei mi ha salvata. Sono in debito con lei. Mi spiace, ma ciò che pensa mio padre in questo caso conta poco. Sono io che devo attraversare Escalon da sola, non lui. Lei verrà con me.”
Dierdre sorrise. Si avvicinò a Kyra e la prese sottobraccio con un nuovo moto di orgoglio nel modo di avanzare. Kyra si sentiva bene all’idea di averla con sé nel suo viaggio e sapeva di aver preso la giusta decisine, qualsiasi cosa potesse ora accadere.
Kyra notò i suoi fratelli che le camminavano vicini e non poté fare a meno di sentirsi in un certo modo contrariata che non fossero più protettivi nei suoi confronti, che anche loro non si proponessero per accompagnarla. Erano troppo in competizione con lei. La rattristava che questa fosse la natura della loro relazione, eppure non poteva cambiare le persone. Si rendeva comunque conto che sarebbe stata meglio lontana da lì. Erano pieni di boria e avrebbero solo fatto cose avventate per crearle problemi.
“Anch’io vorrei accompagnarti,” disse Anvin con voce carica di senso di colpa. “L’idea che attraverserai Escalon non mi fa stare per niente bene.” Sospirò. “Ma tuo padre ha bisogno di me ora più che mai. Mi ha chiesto di andare con lui a sud.”
“E io,” aggiunse Arthfael. “Anche io vorrei venire con te, ma mi è stato assegnato il compito di andare a sud con gli uomini.”
“E io invece dovrò restare di guardia a Volis in sua assenza,” aggiunse Vidar.
Kyra era commossa dal loro sostegno.
“Non preoccupatevi,” rispose. “Non ho che tre giorni di cammino davanti a me. Andrà tutto bene.”
“Certo,” si intromise Baylor avvicinandosi. “E il tuo nuovo cavallo lo assicurerà.”
Detto questo Baylor aprì la porta delle scuderie e tutti lo seguirono all’interno del basso edificio di pietra dove l’aria era pregna dell’odore di cavalli.
Gli occhi Kyra lentamente si abituarono alla penombra del posto seguendolo. Le scuderie erano umide e fresche e vi riecheggiavano i rumori dei cavalli eccitati. Sollevò lo sguardo guardandosi attorno e vide davanti a sé file di cavalli meravigliosi, i più belli che avesse mai visto, grandi e forti, morelli e bai, tutti campioni. Era come uno scrigno del tesoro.
“Gli uomini del Lord hanno sempre riservato il meglio per se stessi,” spiegò Baylor mentre camminava dirigendosi baldanzoso verso le poste, a suo agio in quello che era proprio il suo elemento. Toccò un cavallo da una parte e ne accarezzò un altro da un’altra e gli animali sembrarono prendere vita dalla sua presenza.
Kyra camminava lentamente osservando tutto con attenzione. Ogni cavallo era come un’opera d’arte, più grande della maggior parte dei cavalli che aveva visto in vita sua, tutti incredibilmente belli e forti.
“Grazie a te e al tuo drago questi cavalli adesso sono nostri,” disse sentendo il peso della responsabilità, sapendo che sarebbe stata la scelta che poteva capitarle una volta nella vita.
Camminò lentamente accarezzando le loro criniere e sentendo quanto fossero soffici e lisce, sentendo quanto fossero potenti quelle bestie. Era difficilissimo sceglierne uno.
“Come faccio a decidere?” chiese a Baylor.
Lui sorrise e scosse la testa.
“Alleno cavalli da una vita,” rispose. “Li cresco pure e se c’è una cosa che so è che non ci sono due cavalli uguali. Alcuni vengono allevati per la velocità, altri per la resistenza; alcuni hanno una struttura forte e altri sono fatti per portare carichi. Alcuni sono troppo fieri per trainare qualcosa. E altri ancora sono fatti per la battaglia. Alcuni prosperano solo nei tornei, altri vogliono combattere e basta, altri ancora sono nati per vere e proprie maratone di guerra. Alcuni saranno i tuoi migliori amici, altri ti si rivolteranno contro. Il tuo rapporto con un cavallo è una cosa magica. Devono fare appello a te e tu a loro. Scegli bene e il tuo cavallo sarà per sempre accanto a te, nei momenti di battaglia e nelle guerre vere e proprie. Nessun bravo guerriero è completo senza un cavallo.”
Kyra camminava lentamente, con il cuore che le batteva forte per l’emozione, passando di cavallo in cavallo. Alcuni la guardavano, altri distoglievano lo sguardo; alcuni nitrivano e scalpitavano impazienti, altri stavano fermi. Aspettò di percepire una connessione, ma non sentiva nulla. Si sentiva frustrata.
Poi, improvvisamente, provò un brivido lungo la schiena, come un fulmine che la attraversasse. Avvenne quando un suono acuto smosse le scuderie, un suono che le diceva che quello era il suo cavallo. Non aveva il verso di qualsiasi cavallo, ma sembrava più oscuro, più potente. Passò attraverso il rumore, al di sopra dei nitriti degli altri cavalli come un leone selvaggio che cercasse di liberarsi da una gabbia. La terrorizzava e allo stesso tempo la attirava.
Kyra si voltò verso la fonte del suono, dall’altra parte della scuderia, e improvvisamente si udì anche il rumore di legno spezzato. Vide la posta spaccarsi e pezzi di legno volare ovunque. Questo generò il caos mentre numerosi uomini accorrevano cercando di chiudere la porta spaccata. Ma c’era un cavallo che continuava a colpirla con gli zoccoli.
Kyra corse verso quella confusione.
“Dove stai andando?” le chiese Baylor. “I cavalli migliori sono qui.”
Ma Kyra lo ignorò prendendo velocità, con il cuore che le batteva sempre più forte. Sapeva che la stava chiamando.
Baylor e gli altri accorsero per raggiungerla mentre si avvicinava all’estremità delle scuderie e quando fu arrivata si girò e sussultò alla vista che aveva davanti. Lì c’era quello che sembrava essere un cavallo, ma era grande due volte gli altri e aveva le gambe spesso come tronchi. Aveva due piccoli corni affilati come rasoi dietro alle orecchie, appena visibili. Il suo manto non era nero o marrone come gli altri, ma scarlatto scuro. Gli occhi, diversamente dai suoi simili, erano verdi e luccicanti. La guardava intensamente, un’intensità che la colpiva al petto togliendole il fiato. Kyra non riusciva a muoversi.
La creatura, torreggiante su di lei, emise un suono simile a un ringhio e mostrò le zanne.
“Che cavallo è mai questo?” chiese a Baylor con voce poco più alta di un sussurro.
Lui scosse la testa con atteggiamento di disapprovazione.
“Questo non è un cavallo,” disse accigliandosi, “ma una bestia selvaggia. Molto rara. Si tratta di un solzor. Importato dai remoti confini di Pandesia. Il Lord governatore lo ha tenuto come un trofeo da mettere in mostra. Non poteva cavalcare questa creatura, nessuno poteva. I solzor sono bestie selvagge e non possono essere domati. Vieni, stai sprecando tempo prezioso. Torniamo dai cavalli.
Ma Kyra rimase ferma, radicata sul posto, incapace di distogliere lo sguardo. Il cuore le martellava nel petto capendo che quella