Se lei sapesse . Блейк Пирс

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Se lei sapesse  - Блейк Пирс Un giallo di Kate Wise

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salendo i gradini fino alla residenza dei Meade. E, onestamente, non era del tutto sicura di come sentirsi in proposito.

      Bussò alla porta piano e le venne aperto subito da un’anziana che Kate non conosceva.

      «È della famiglia?» chiese la donna.

      «No» rispose Kate. «Sono solo una buona amica.»

      La donna la scrutò per un attimo prima di farla entrare. Kate entrò e percorse il corridoio, superando un soggiorno pieno di persone austere sedute attorno a una singola persona su una poltrona reclinabile. La persona in poltrona era Debbie Meade. Kate riconobbe l’uomo in piedi accanto a lei che parlava con un altro uomo come suo marito, Jim.

      Entrò goffamente nella stanza e andò dritta da Deb. Senza concederle abbastanza tempo da scendere dalla poltrona, Kate si chinò e la abbracciò.

      «Mi dispiace tanto, Deb» disse.

      Deb era chiaramente spossata dalle lacrime, e riuscì solo a fare un cenno contro la spalla di Kate. «Grazie di essere venuta» le sussurrò all’orecchio Deb. «Pensi di potermi raggiungere tra qualche minuto in cucina?»

      «Certo.»

      Kate ruppe l’abbraccio e fece qualche cenno comprensivo col capo alle altre facce che conosceva che si trovavano nella stanza. Sentendosi fuori posto, Kate raggiunse il fondo del corridoio che sfociava nella cucina. Non c’era nessuno, ma c’erano piatti e bicchieri vuoti dove fino a non troppo tempo prima c’era stata della gente. C’erano delle torte sul bancone insieme a rotolini al prosciutto e altro finger food. Kate si mise a ripulire, andando al lavandino per mettersi a lavare i piatti.

      Molto dopo Jim Meade entrò in cucina. «Non sei tenuta a farlo» disse.

      Kate si voltò verso di lui e vide che sembrava stanco e incredibilmente triste. «Lo so» disse. «Sono passata per mostrare il mio supporto. Pare che le cose fossero piuttosto pesanti in soggiorno quando sono entrata, perciò vi supporto lavando i piatti.»

      Lui annuì, con l’aria di poter crollare all’istante. «Una nostra amica aveva detto di aver visto entrare una donna qualche minuto fa. Sono piuttosto contento che fossi tu, Kate.»

      Kate vide un’altra persona venire verso la cucina dietro di lui, ugualmente stanca e sofferente. Deb Meade aveva gli occhi gonfi e rossi dal pianto. Aveva i capelli in disordine e quando guardò Kate per tentare un sorriso questo parve caderle giù dalla faccia.

      Kate mise giù il piatto che stava lavando, si asciugò in fretta le mani con un asciugamano che si trovava sul lavandino e andò dall’amica. Kate non era mai stata una persona molto fisica, ma sapeva quando era necessario un abbraccio. Si aspettava che Deb cominciasse a piangere nel mezzo dell’abbraccio, ma non ci fu nulla, solo il suo peso cadente.

      Probabilmente per il momento ha pianto tutte le sue lacrime, pensò Kate.

      «L’ho saputo solo stamattina» disse Kate. «Mi dispiace tanto, Deb. Per entrambi» disse lanciando un’occhiata a Jim.

      Jim fece un cenno di riconoscenza e poi guardò il corridoio. Quando vide che non c’era in agguato nessun altro, con il leggero mormorio della compagnia ancora in soggiorno, si avvicinò a Kate mentre Deb rompeva l’abbraccio.

      «Kate, dobbiamo chiederti una cosa» disse Jim quasi sussurrando.

      «E, per favore» disse Deb prendendole la mano. «Lasciaci dire tutto prima di bloccarci.» Kate sentì un piccolo fremito nella presa di Deb e le si spezzò un po’ il cuore.

      «Certo» disse Kate. I loro occhi imploranti e l’assoluto peso della loro sofferenza si librava sopra la sua testa come un’incudine che sicuramente sarebbe caduta da un momento all’altro.

      «La polizia non ha assolutamente idea di chi sia stato» disse Deb. Improvvisamente la sua spossatezza si trasformò in qualcosa di più simile alla rabbia. «Sulla base delle cose che abbiamo detto e dei messaggi che hanno trovato sul telefono di Julie, la polizia ha arrestato subito il suo ex ragazzo. Ma lo hanno trattenuto per meno di tre ore e poi lo hanno lasciato andare. E basta. Però, Kate… io so che è stato lui. Deve essere stato lui.»

      Kate aveva visto quell’approccio molte volte in passato durante i suoi anni come agente. Le famiglie in lutto volevano subito giustizia. Avrebbero oltrepassato la logica e una solida indagine per assicurarsi che venisse operata il prima possibile una specie di vendetta. E se i risultati non erano rapidi, la famiglia in lutto presumeva incompetenza da parte della polizia o dell’FBI.

      «Deb… se lo hanno rilasciato così velocemente devono esserci state delle prove molto solide. Dopotutto… quanto tempo è passato da quando uscivano insieme?»

      «Tredici anni. Ma ha continuato a contattarla per anni, anche dopo che si è sposata. Una volta ha dovuto farsi dare un ordine restrittivo.»

      «Comunque la polizia doveva avere un buon alibi per lui per farlo rilasciare così velocemente.»

      «Be’, nel caso non me ne parleranno» disse Deb.

      «Deb… senti» disse Kate stringendole la mano per darle conforto. «La perdita è troppo recente. Prenditi qualche giorno e ricomincerai a pensare razionalmente. L’ho visto succedere cento volte.»

      Deb scosse la testa. «Ne sono sicura, Kate. Si sono frequentati per tre anni e neanche una volta mi sono fidata di lui. Siamo piuttosto sicuri che l’abbia picchiata almeno in due occasioni, ma Julie non l’ha mai detto. Aveva un brutto carattere. Persino lui te lo direbbe.»

      «Sono sicura che la polizia sta…»

      «Ecco cosa ti chiediamo» la interruppe Deb. «Voglio che dia un’occhiata alla cosa tu. Voglio che tu entri nel caso.»

      «Deb, sono in pensione. Lo sai.»

      «Lo so. E so anche quanto ti manca il lavoro. Kate… l’uomo che ha ucciso mia figlia non ha avuto che un piccolo spavento per aver passato un po’ di tempo in sala interrogatori. E adesso è a casa, in tutta comodità, mentre io devo organizzare la sepoltura di mia figlia. Non è giusto, Kate. Per favore… darai un’occhiata alla cosa? Lo so che non puoi farlo su base ufficiale ma… qualsiasi cosa tu possa fare. Lo apprezzerei.»

      C’era così tanto dolore negli occhi di Deb che Kate riuscì a sentirlo passare tra di loro. Tutto in lei le stava dicendo di rimanere salda – di non permettere a nessuna falsa speranza di entrare nel dolore di Deb. Però, allo stesso tempo, Deb aveva ragione. Il lavoro le mancava. E anche se ciò che le veniva proposto era solo qualche telefonata di base al dipartimento di polizia di Richmond o persino ai suoi ex colleghi del bureau, sarebbe stato qualcosa.

      Sarebbe stato sicuramente meglio che ossessionarsi sulla carriera passata con viaggetti solitari al poligono di tiro.

      «Ecco quello che posso fare» disse Kate. «Quando sono andata in pensione, ho perso tutta la mia influenza. Certo, mi telefonano di tanto in tanto per avere la mia opinione, ma non ho autorità. Inoltre questo caso sarebbe completamente fuori dalla mia giurisdizione anche se fossi ancora attiva. Ma farò qualche telefonata ai miei vecchi contatti e mi assicurerò che la prova che hanno trovato per liberarlo fosse solida. Onestamente, Deb, è il massimo che posso fare.»

      La gratitudine fu evidente subito sia in Deb che in Jim. Deb la abbracciò di nuovo e stavolta pianse davvero. «Grazie.»

      «Nessun

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