Tracce di Peccato . Блейк Пирс

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Tracce di Peccato  - Блейк Пирс Un Thriller di Keri Locke

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style="font-size:15px;">      Edward annuì ma non parlò. Keri capì che non sapevano da dove cominciare, quindi prese l’iniziativa.

      “Perché non ci sediamo in cucina e non ci raccontate che cosa vi sta facendo preoccupare tanto?”

      “Certo,” disse Mariela, e li guidò per uno stretto corridoio adornato di fotografie di una ragazza dai capelli scuri con un caldo sorriso. Dovevano essere almeno venti le foto che ritraevano l’intera vita della ragazza, dalla nascita a oggi. Arrivarono a un piccolo ma ben arredato angolo per le colazioni. “Posso offrirvi qualcosa – caffè, o uno snack?”

      “No, grazie signora,” disse Ray cercando di stringersi contro il muro per accomodarsi sulla sedia. “Vediamo di sederci e di recuperare più informazioni che possiamo nel minor tempo possibile. Perché non cominciate dicendoci che cosa vi ha fatto preoccupare? A quel che ho capito Sarah non si fa sentire solo da poche ore.”

      “Da quasi cinque ore, ormai,” disse Edward parlando per la prima volta mentre si sedeva davanti a Ray. “Ha chiamato sua madre a mezzogiorno per dirle che si sarebbe vista con un’amica che non vedeva da un po’. Sono quasi le cinque del pomeriggio adesso. Sa che deve farsi sentire ogni due ore circa quando esce, anche solo un messaggio per dire dove si trova.”

      “Non se ne dimentica mai?” chiese Ray mantenendo il tono neutrale, così solo Keri colse lo scetticismo sottinteso. Per un attimo nessuno dei Caldwell parlò, e Keri temette che Ray li avesse offesi. Alla fine rispose Mariela.

      “Detective Sands, so che può essere difficile crederlo. Ma no, non se ne dimentica mai. Io e Ed abbiamo avuto Sarah molto tardi. Dopo diversi tentativi falliti, il suo arrivo è stato una benedizione. È la nostra unica figlia e ammetto che siamo entrambi un po’, diciamo, presenti.”

      “Genitori elicottero,” aggiunse Ed con un caustico sorriso.

      Sorrise anche Keri. Faticava a colpevolizzarli.

      “Comunque,” proseguì Mariela, “Sarah sa che è il nostro bene più prezioso al mondo, e sorprendentemente non ne è infastidita né si sente soffocare. Nei weekend prepariamo dei dolci insieme. Le piace ancora andare al lavoro col padre nelle giornate ‘porta la figlia al lavoro’. È venuta addirittura al concerto di Motley Crue con me qualche mese fa. Ci è molto affezionata. E dato che sa quanto ci è preziosa, è molto zelante nel tenerci aggiornati. Abbiamo stabilito noi la politica dello ‘scrivici dove sei’. Ma è stata lei a scegliere la regola delle due ore.”

      Keri li osservò entrambi con attenzione mentre parlavano. Mariela teneva per mano Ed e lui le accarezzava delicatamente il dorso con il pollice. Aspettò finché non ebbe terminato, poi prese la parola.

      “E anche se se ne fosse dimenticata, per la prima volta in assoluto, non sarebbe stata via così tanto senza mettersi in contatto con noi o risponderci. Insieme, le abbiamo mandato una dozzina di messaggi e l’abbiamo chiamata circa sei volte. Nel mio ultimo messaggio le ho detto che avrei chiamato la polizia. Se ne avesse ricevuto almeno uno, si sarebbe fatta sentire. E, come ho detto al tenente, il GPS del suo telefono è spento. Non era mai successo prima.”

      Quell’inquietante dettaglio rimase sospeso nella stanza, minacciando di soffocare qualsiasi altra cosa. Keri cercò di reprimere ogni deviazione verso il panico facendo rapidamente la domanda successiva.

      “Signore e signora Caldwell, posso chiedervi perché Sarah oggi non era a scuola? È venerdì.”

      Entrambi la guardarono con espressione sorpresa. Persino Ray parve preso alla sprovvista.

      “Ieri era il Ringraziamento,” disse Mariela. “Oggi non c’è scuola.”

      Keri sentì il cuore balzarle in gola. Solo un genitore avrebbe saputo quel genere di dettaglio e solo per ragioni pratiche – lei non era più un genitore.

      Evie adesso avrebbe avuto tredici anni. In circostanze normali Keri si sarebbe occupata di trovare qualcuno che si occupasse della figlia mentre lei lavorava. Ma non viveva in circostanze normali da moltissimo tempo.

      I rituali associati alle vacanze scolastiche e familiari erano andati sbiadendo nel corso degli ultimi anni, fino al punto in cui una cosa che un tempo per lei era ovvia non se la ricordava più.

      Cercò di rispondere ma le uscì un’incomprensibile tosse. Le si annebbiarono gli occhi e abbassò la testa in modo che non se ne accorgesse nessuno. Ray venne in suo aiuto.

      “Quindi Sarah aveva il giorno libero e voi no?” chiese.

      “No,” rispose Ed. “Ho un piccolo colorificio nel Westchester Triangle. Non è che mi rotoli nei soldi. Non posso prendermi molti giorni liberi – Ringraziamento, Natale, Capodanno, e basta.”

      “E io faccio la paralegale per un grosso studio a El Segundo. Normalmente oggi sarei a casa, ma stiamo preparando un caso importante e avevano bisogno di tutti.”

      Keri si schiarì la gola e, sicura di aver ripreso il controllo di se stessa, si unì di nuovo alla conversazione.

      “Con quale amica doveva incontrarsi Sarah?” chiese.

      “Si chiama Lanie Joseph,” disse Mariela. “Erano amiche alle elementari. Ma quando ci siamo trasferiti qui dal vecchio quartiere, hanno perso i contatti. Francamente avrei preferito che le cose fossero rimaste così.”

      “Che cosa intende dire?” chiese Keri.

      Mariela esitò, quindi prese la parola Ed.

      “Vivevamo a South Culver City. Non è molto lontano da qui, ma la zona è molto più povera. Le strade sono più grezze, e così sono anche i ragazzi. Lanie aveva un acume che ci ha sempre messi un po’ a disagio, anche quando era giovane. La cosa è peggiorata. Non voglio sparare giudizi, ma crediamo che abbia preso una brutta strada.”

      “Abbiamo fatto economie e messo via dei risparmi,” disse Mariela, chiaramente a disagio a lanciare calunnie davanti a sconosciuti. “L’anno in cui Sarah ha cominciato le medie, ci siamo trasferiti qui. Abbiamo comprato questa casa appena prima che il mercato esplodesse. È piccola ma adesso non saremmo mai in grado di permettercela. Ce l’abbiamo fatta appena anche allora. Ma lei aveva bisogno di un nuovo inizio con amici diversi.”

      “Perciò si erano perse di vista,” li pungolò delicatamente Ray. “Che cosa le ha fatte risentire, ultimamente?”

      “Si vedevano un paio di volte l’anno, ma basta,” rispose Ed. “Però Sarah ci ha detto che Lanie ieri le aveva mandato un messaggio per dirle che ci teneva tanto a vederla – che aveva bisogno di un consiglio. Non ha detto su cosa.”

      “Certo,” aggiunse Mariela, “dato che è una ragazza così dolce e disponibile, ha accettato senza esitazioni. Ricordo che ieri sera mi ha detto, ‘Che razza di amica sarei, mamma, se non aiutassi qualcuno quando ha più bisogno di me?’”

      Mariela crollò, colta dall’emozione. Keri vide Ed stringerle teneramente la mano come supporto. Invidiava quei due. Persino in un momento così vicino al panico erano uniti sullo stesso fronte, a finire l’uno le frasi dell’altra, a sostenersi emotivamente. La devozione e l’amore che condividevano in qualche modo impediva loro di cadere a pezzi. Keri si ricordò di un tempo in cui pensava di avere la stessa cosa.

      “Sarah ha detto dove si sarebbero incontrate?” chiese.

      “No,

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