Il Killer Pagliaccio. Блейк Пирс

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Il Killer Pagliaccio - Блейк Пирс

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neanche questo. A ben vedere, Ryan aveva diffidato di Crivaro sin dall’inizio, specialmente per il modo in cui aveva aiutato Riley ad entrare nella mente di un killer.

      Ricordò quello che Ryan aveva detto in merito ad uno di quegli episodi …

      “Mi stai dicendo che quell’uomo dell’FBI, Crivaro, sta giocando con la tua mente? Perché? Solo per divertirsi?”

      Naturalmente, Riley era consapevole che Crivaro non l’avesse sottoposta a tutto questo “solo per divertimento.”

      Era stato più che serio al riguardo. Quelle esperienze erano state assolutamente necessarie.

      Avevano contribuito a rendere possibile la cattura del killer.

      Ma qual è il mio compito adesso? Riley si chiese.

      Crivaro sembrava essere deliberatamente criptico.

      Mentre parcheggiava l’auto lungo la strada, Riley si guardò intorno: da un lato della via si estendeva una fila di case, dall’altro un campo aperto; un paio di auto e un furgone della polizia erano parcheggiati nei pressi.

      Prima di lasciare l’auto, Crivaro mosse il dito e le disse …

      “Ora ricorda le dannate regole. Non toccare niente. E non parlare, a meno che non ti rivolgano la parola. Sei qui solo per osservarci al lavoro.”

      Riley annuì. Ma qualcosa nella voce di Crivaro le fece sospettare che il mentore non si aspettava che se ne stesse ad osservare in silenzio.

      Avrebbe voluto avere le idee più chiare.

      Riley e Crivaro uscirono dall’auto e raggiunsero la scena del delitto. C’erano rifiuti ovunque, come se un grande evento pubblico avesse avuto luogo lì di recente.

      Altre persone, alcune con indosso l’uniforme della polizia, erano radunate intorno ad una macchia di alberi e cespugli. Una vasta area intorno a loro era recintata dal nastro giallo della polizia.

      Quando Riley e Crivaro si avvicinarono al gruppo, la ragazza si rese conto che i cespugli avevano celato qualcosa a terra.

      Riley ebbe un sussulto, quando capì di che cosa si trattava.

      Fu di nuovo assalita dalla nausea.

      A terra, giaceva un pagliaccio da circo deceduto.

      CAPITOLO SETTE

      Riley si sentì così stordita, che temette di svenire.

      Riuscì a rimanere in piedi, ma ebbe paura di vomitare, com’era accaduto nel suo appartamento.

      Questo non può essere vero, pensò.

      Dev’essere un incubo.

      I poliziotti e gli altri presenti circondavano un corpo che indossava un completo da pagliaccio. Il vestito era a palloncino, aveva colori vivaci con grandi pon-pon che fungevano da bottoni. Un paio di scarpe enormi completava il tutto.

      Il volto bianchissimo mostrava ancora un bizzarro sorriso disegnato, un naso di un rosso acceso ed occhi e sopracciglia esageratamente marcati. Una grossa parrucca rossa incorniciava il viso. Una tela di canapa era ammassata accanto al corpo.

      Riley capì che il corpo apparteneva in realtà ad una donna.

      Non appena riuscì a riprendere il controllo di sé, avvertì un odore distinto e sgradevole nell’aria. Guardandosi intorno, fu propensa a non attribuirlo al cadavere, se non marginalmente. Infatti, lì intorno erano sparsi ovunque rifiuti. Il sole del mattino stava riportando fuori il fetore di vari tipi di resti organici umani.

      Un uomo, che indossava una giacca bianca, era inginocchiato accanto al corpo, intento a studiarlo attentamente. Crivaro lo presentò come Victor Dahl, il coroner di Washington DC.

      Crivaro scosse la testa e disse a Dahl: “E’ persino più strano di quanto mi aspettassi.”

      Alzandosi in piedi, il coroner disse: “Sì, strano. Ed è proprio come l’ultima vittima.”

      Riley pensò …

      L’ultima vittima?

      Un altro pagliaccio era stato ucciso prima di questo?

      “Ne sono stato informato poco fa” Crivaro disse a Dahl e ai poliziotti. “Forse voi potete aggiornare la mia tirocinante su tutto questo. In realtà forse io stesso non sono molto preparato su questo caso.”

      Dahl guardò Riley ed esitò per un momento. La ragazza temette di apparire nauseata quanto in realtà si sentiva. Ma il coroner cominciò la sua spiegazione.

      “Sabato mattina, un corpo è stato trovato nel vicolo dietro ad un cinema. La vittima era una ragazza di nome Margo Birch, ed era vestita e truccata in un modo piuttosto simile a questa. La polizia ha immaginato che fosse un omicidio strano, ma unico nel suo genere. Poi, è stato scoperto questo corpo ieri sera. Un’altra giovane donna tutta truccata e vestita in questo modo.”

      Riley comprese un particolare in quell’istante. Questo non era un vero pagliaccio. Era una giovane donna, qualunque, vestita da pagliaccio. Due donne erano state vestite e truccate in modo bizzarro per poi essere uccise.

      Crivaro aggiunse: “Ed è così che è diventato un caso di competenza dell’FBI, e siamo stati chiamati noi.”

      “Esatto” Dahl disse, guardandosi intorno nel campo pieno di rifiuti. “C’è stato un luna park qui per alcuni giorni. E’ terminato sabato. Ecco da dove vengono tutti questi rifiuti, il campo non è stato ancora ripulito. La scorsa notte, ad ora tarda, un tizio del quartiere è venuto qui fuori con un metal detector, in cerca di monete che possano essere cadute durante la permanenza del luna park. Ha trovato il corpo, che era coperto da quella tela.”

      Riley si voltò e vide che Crivaro la stava osservando attentamente.

      Stava verificando la sua attenzione al caso?

      O sorvegliava le sue reazioni?

      Domandò: “Questa donna è stata identificata?”

      Un poliziotto rispose: “Non ancora.”

      Crivaro aggiunse: “Abbiamo il sospetto di aver individuato la persona. Ieri mattina, una fotografa professionista, Janet Davis, è stata dichiarata scomparsa. Stava scattando delle foto al Lady Bird Johnson Park la notte precedente. La polizia si chiede se possa essere lei. L’Agente McCune sta andando a far visita al marito in questo momento. Forse può aiutarci ad identificare il corpo.”

      Riley sentì arrivare dei veicoli, che si fermarono nelle vicinanze lungo la strada. Guardò e vide che un paio di furgoni della televisione si erano parcheggiati.

      “Accidenti” un poliziotto esclamò. “Ci siamo dati da fare per evitare che il particolare del pagliaccio dell’altro omicidio venisse fuori. Dovremmo coprirla?”

      Crivaro emise un grugnito infastidito, mentre un gruppo di giornalisti usciva da uno dei furgoni con una telecamera ed un microfono e si affrettava nel campo.

      “E’

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