Se lei temesse. Блейк Пирс
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«Ne dubito. La polizia ieri è stata qui tutto il giorno e ci è rimasta fino a notte.»
«Potrebbe essere un abusivo che tiene d’occhio il posto, in attesa che la polizia se ne vada. E nel caso potrebbe essere lui l’assassino. E se ieri queste cose non c’erano? Una bella coincidenza, considerando che meno di due giorni fa qui ci è stato ucciso qualcuno.»
«Qualcuno avrebbe dovuto tenere d’occhio con molta attenzione la casa, poco ma sicuro.»
Kate e DeMarco abbassarono lo sguardo sulla misera zona notte, con le menti che già si mettevano in moto. Kate non poteva evitare di pensare che se il piumone e la bottiglia fossero appartenuti davvero all’assassino, forse sarebbe tornata a Richmond prima della fine della giornata.
CAPITOLO TRE
Il fascino delle cittadine non aveva mai toccato Kate, ed Estes non faceva eccezione. Certo, era pittoresca e poteva essere un bel posticino dove trascorrere qualche settimana d’estate, ma non riusciva a immaginarsi di vivere in un posto del genere. Le spiaceva quasi per la cittadina, con i suoi mezzi di sostentamento posti attorno a quel bellissimo ma poco conosciuto lago, probabilmente soffocati dalle spiagge a meno di un’ora e mezza di distanza. Era come se la città avesse una crisi d’identità senza esserne nemmeno consapevole.
Mentre DeMarco parlava con lo sceriffo del posto al telefono, Kate osservava la città passare, ascoltando un lato della conversazione.
«Abbiamo bisogno di almeno un’unità alla casa di Hammermill Street» stava dicendo DeMarco. «Se l’assassino è stato abbastanza coraggioso da dormirci e lasciarci il piumone, ci sono ottime probabilità che possa ripresentarsi. E anche se l’assassino non è lui, potrebbe aver visto o sentito qualcosa.»
Kate approfittò del momento per apprezzare il ritmo con cui DeMarco affrontava il lavoro. Le aveva ceduto delle responsabilità qua e là durante il lavoro come partner, ma non l’aveva mai vista in posizione di leadership. Pareva naturale per lei, e il fatto di gestire improvvisamente da leader il caso non la turbava nemmeno un po’. Lavorava come se ne avesse già gestiti a centinaia.
Kate ascoltò il resto della conversazione mentre DeMarco dava ulteriori consigli e poneva domande intelligenti. Dopo un po’ DeMarco fece un breve cenno del capo e disse un rapido «Grazie» prima di riagganciare.
«Com’è la polizia qui?»
«Piuttosto gradevole. Lo sceriffo è una cinquantenne che adora la città e ha modi davvero materni. Pare che piaccia parecchio ai pochi suoi sottoposti che ho conosciuto.»
«Ci sono agenti immobiliari che hanno parlato con la polizia?»
«Sì, alcuni. Il tizio con cui stiamo andando a parlare è stato l’unico su cui lo sceriffo Armstrong abbia avuto dubbi. A lui non l’ha fatto capire, però. Voleva che ci parlassi oggi.»
«Ha detto perché dubita della sua storia?»
«Ha detto che quando ieri mattina hanno ricevuto la telefonata sulla scomparsa della Bateman, alcuni degli altri agenti hanno detto che sembrava troppo interessato ad andare a controllare. Ho esaminato anche i suoi precedenti. Ha un’accusa di abusi domestici risalente a qualche anno fa nel nord dello stato di New York.»
«Logico che una persona che conosca a livello professionale le case in vendita sia azzeccata come assassino» disse Kate. «Una persona che sappia dove si troveranno gli agenti e quando saranno soli.»
Percorsero vari isolati giù per la via principale di Estes prima che DeMarco svoltasse a sinistra per dirigersi giù per una piccola fila di negozi di souvenir, ristoranti e via dicendo. Alla fine dell’isolato c’era un posto che si chiamava Lakeside Realty. Si fermarono in un parcheggio perimetrato da traversine ferroviarie e sabbia. Kate doveva ammettere che l’organizzazione della città la faceva morire dalla voglia di vedere il lago. Avrebbe decisamente preferito la spiaggia, però immaginava che si trattasse di una sensazione provata di tanto in tanto dalla maggior parte della popolazione di Estes.
Entrarono nell’edificio e trovarono un grande atrio e, oltre a un bancone simile a quello di un bar ad attraversare l’intero piano spezzato da belle e piccole porte a battente, una stanza open space. Le accolse gentilmente una donna seduta alla scrivania dell’atrio, che fece del suo meglio per fingere di non masticare una ciambella morsicata prima che entrassero.
«Buongiorno, signore» disse. «Posso esservi utile?»
«Dobbiamo parlare con Brett Towers, per cortesia» disse DeMarco.
«Allora venite sul retro» disse. «Così presto, qui c’è solo lui.»
Fecero come da istruzioni, e Kate stette attenta a rimanere dietro a DeMarco per non prendere prepotentemente il comando. E infatti, come indicato dalla donna, c’era un unico agente sul retro. C’erano cinque scrivanie a occupare l’ampio open space, e solo una non era vuota. Un uomo – presumibilmente Brett – sedeva alla sua scrivania, bevendo il caffè e spostando il mouse alla stazione di lavoro. Vide le agenti avvicinarsi e posò rapidamente la tazza.
«L’agente DeMarco, esatto?» chiese Brett.
«Sì, esatto» disse lei. «Ho parlato con lei al telefono brevemente ieri. Lei è la mia partner, l’agente Wise.»
Si strinsero tutti la mano e Brett Towers le invitò ad accomodarsi. «Allora, ditemi cosa posso fare per essere utile. Io e Tamara eravamo molto legati; lavoriamo per questa agenzia da sei anni, dall’inizio. Per mesi siamo stati solo noi due.»
«Quindi siete stati voi i primi agenti immobiliari attivi della Lakeside Realty?» chiese DeMarco.
«Esatto. Ora, sinceramente Tamara si è cimentata con un concorrente, ma non è durata molto a lungo.»
«Ha idea del perché si sia rivolta ad altri?» chiese Kate.
«Si trattava della Crest Realty. Le avevano offerto più denaro, ma dopo qualche mese è tornata. Ha detto che l’atmosfera era troppo tesa. Ha detto che si trattava più di fare soldi che di trovare qualcosa di adatto per i clienti.»
«Aveva qualcosa di brutto da dire su qualcuno in particolare?»
«No. E anche fosse stato così, non avrebbe detto nulla. Tamara era una donna incredibilmente gentile.»
«Signor Towers» disse Kate «l’ha sorpresa scoprire dell’assassinio di Tamara Bateman? Ovvero, le vengono in mente problemi che può aver avuto nei giorni o nelle settimane precedenti?»
«Assolutamente no. La polizia mi ha fatto la stessa domanda.»
Kate capì che Towers non se la cavava benissimo. Si sforzava molto di nascondere un’emozione, faceva del suo meglio per andare avanti. Odiava usare una tattica del genere, ma pensava che se fosse riuscita a far crollare quella facciata l’uomo sarebbe stato più semplice da interpretare. Sperava pure che in una cittadina delle dimensioni di Estes trovare un assassino fosse un pochino più semplice ottenendo dalla gente risposte emotive. Tattica leggermente sciatta, lo sapeva, ma erano più le volte in cui funzionava che il contrario.
«Quindi mi pare di aver capito che lei e la signorina