Il Testimone Silenzioso. Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Il Testimone Silenzioso - Блейк Пирс страница 13
Jenn gli sorrise, ma non si scostò dalla porta dell’armadio.
Stava per chiedere a quel musicista fuori tempo di andare alla stazione di polizia a rispondere ad altre domande, quando Riley intervenne: “Grazie per il suo tempo, Signor Scoville. Adesso andiamo via.”
Il sorriso sparì dal volto di Jenn.
Si sentiva perplessa. Ma vide che Riley, Bill ed il capo della polizia si erano tutti diretti alla porta.
Obbedientemente, Jenn li seguì fuori dalla stanza.
Quando si ritrovarono alla fine del corridoio e in fondo alle scale, Riley disse a Jenn …
“Che cosa credevi di fare là dentro? Non puoi andare a rovistare in giro così senza un mandato.”
Jenn replicò: “Questo lo so, Riley. Non avrei aperto l’armadio.”
Riley ribatté: “Beh, mi fa piacere sentirtelo dire.”
“Non lo prendiamo in custodia per interrogarlo?” Jenn chiese.
“No” Riley rispose.
“Perché no?”
Riley sospirò e disse: “Ho fame. Andiamo a mangiare da qualche parte. Poi potremo parlarne.”
La discussione venne messa da parte, mentre il Capo Brennan li portava ad un vicino fast food. Jenn ed i suoi colleghi ordinarono dei normali panini e si sedettero insieme al tavolo.
Poi, Riley si rivolse a Jenn: “Adesso dimmi che cosa ne pensi di Duane Scoville.”
Jenn sentiva che Riley stava per impartirle una lezione di domande e risposte tipiche del lavoro della polizia.
Non metterti sulla difensiva, Jenn si disse severamente. Dopotutto, avrebbe probabilmente imparato qualcosa di nuovo, che le piacesse o meno.
Pensò alla domanda di Riley.
Che cosa ne penso di Duane Scoville?
Ripensò all’interrogatorio e dei frammenti si ricomposero nella sua mente.
Ricordò il suo sogghigno quando aveva menzionato che il brano di Vivaldi era stato il preferito di Robin …
“Spero che lo suonino al suo funerale.”
Perché un rocker come lui dovrebbe ascoltare Vivaldi, apparentemente lo stesso movimento di continuo?
Forse per autocompiacersi.
Poi, rammentò il suo sguardo di disgusto, quando aveva spento la musica.
Disgusto per se stesso.
Jenn riusciva a pensare ad una buona ragione per cui provasse tale sensazione.
“Penso che sia colpevole” Jenn disse.
Riley abbozzò un sorriso e aggiunse: “Lo penso anch’io.”
CAPITOLO SETTE
Riley vide lo shock palesarsi sul volto di Jenn, sentendo quelle parole. La bocca della giovane agente restò spalancata per un momento.
Jenn rivolse una rapida occhiata a Bill e al Capitano Brennan, che stavano ascoltando attentamente, poi tornò a guardare Riley.
Riley soffocò un sorriso ed attese che Jenn dicesse qualcosa.
Infine, la giovane chiese: “Pensi anche tu che sia colpevole? Colpevole di omicidio?”
“Non ho detto questo” Riley affermò.
“Allora che cosa intendi dire?”
Riley vide che adesso Bill stava sorridendo a trentadue denti, e Brent invece sembrava perplesso. Ma non voleva dire esattamente ciò che intendeva, almeno non completamente. Voleva spingere la sua giovane protetta a trovare la soluzione. Dopotutto, Jenn aveva ancora qualcosa da imparare in merito al pensare come un’agente del BAU. E, forse, Riley poteva persuadere Jenn a rivedere le sue opinioni in merito a Duane Scoville.
Riley chiese: “Quali sono state le tue prime impressioni quando sei entrata nell’appartamento?”
Jenn strizzò gli occhi, riflettendo. “Beh, è stato strano. Voglio dire, la musica era abbastanza strana, per un musicista rock. Ma l’aspetto dell’appartamento … la piccola casa di Robin non era affatto così. Ogni cosa era così ordinata. E moderata.”
“Difficile credere che siano mai stati sposati, huh?” Riley osservò.
Jenn alzò leggermente le spalle e disse: “Non felicemente, ad ogni modo.”
Riley sorrise leggermente.
“Non è così difficile per me crederlo” Riley disse. “Ho qualche idea di cosa significa sposarsi quando si è giovani e stupidi. Assomiglia molto alla storia della mia vita. E’ probabile che Robin e Duane siano stati follemente innamorati e felici per un po’ di tempo. Il loro matrimonio potrebbe non essere durato abbastanza a lungo da far capire loro quanto poco avevano davvero in comune.”
Jenn balbettò: “Ma, ma lui ha agito così …”
Riley disse: “Da colpevole. Sì, lo so. Aveva le sue ragioni. Perché pensi che il loro matrimonio sia fallito? Di là di quelle differenze che probabilmente avrebbero condotto alla sua rottura, in ogni caso?”
Jenn stette a guardare il suo panino praticamente intatto, provando ovviamente a pensare ad una risposta.
Riley disse: “Beh, non è troppo difficile da indovinare. Che cosa sai del passato recente di Robin?”
Jenn disse: “L’anno scorso è rimasta coinvolta in un incidente stradale ed ha perso una gamba, e …”
Riley vide una luce accendersi negli occhi di Jenn.
“Oh mio Dio” Jenn esclamò. “Duane non riusciva ad accettarlo. Aveva sposato una fantastica giovane donna, e l’aveva fatto perché era bella, ma all’improvviso è diventata … beh, una mutilata. Semplicemente non la trovava più attraente.”
Riley annuì. “In breve, era un piccolo coglione superficiale.”
Jenn annuì lentamente e disse: “E anche lui lo sa. Di essere un coglione, intendo. Si è sentito in colpa subito dopo essersi sbarazzato di lei. Ma ora che è morta …”
Jenn restò un momento in silenzio, per poi proseguire.
“Lui continua a pensarci, se solo fosse stato un marito migliore, un essere umano migliore, Robin sarebbe ancora viva oggi. E potrebbe avere ragione. Perciò, il senso di colpa lo sta logorando in questo momento.”
Jenn scosse la testa ed aggiunse: “C’è poco da meravigliarsi se si sia comportato in quel modo. Ma … che mi dici dell’armadio?