Le Campane Dell'Inferno - Un Romanzo Della Serie Justice Security. T. M. Bilderback

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Le Campane Dell'Inferno - Un Romanzo Della Serie Justice Security - T. M. Bilderback

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      Madeline poteva anche comunicare telepaticamente con suo padre.

      Entrambi i padri.

      Perché, anche se Madeline aveva scelto di vivere come una bambina umana con poteri angelici, era ancora un mezzo angelo e rispondeva anche a un padre che non era Nicholas. Ma, visto che Madeline aveva il libero arbitrio, poteva restare con il suo padre terrestre per tutto il tempo che voleva...e avrebbe proseguito a invecchiare come se fosse stata una ragazza normale.

      Meredith talvolta lo trovava ancora difficile da credere. Quando accade qualcosa nella tua vita che conferma letteralmente che esiste una vita ultraterrena, che gli angeli esistono, che le anime esistono, che Dio esiste...beh, tutto questo può essere schiacciante.

      Schiacciata o meno Meredith ora era la matrigna di un angelo.

      E le piaceva!

      Meredith aprì la porta principale proprio mentre uno degli operai all’esterno gettava una persiana rovinata del primo piano dalla cima di una scala. Quando raggiunse terra fece un rumore simile a uno sparo e, per questo, Meredith urlò e fece un salto per la sorpresa.

      Quasi istantaneamente, Madeline comparve vicino a lei in piena modalità “angelo”, o “battaglia”. Il suo corpo brillava di una non luce bianca e i suoi occhi erano di un brillante blu penetrante. Scintille provenivano dalle sue mani e la sua forza usciva dalle sue spalle con una forma che ricordava un paio d’ali. I suoi occhi cercarono la minaccia che aveva fatto urlare Meredith.

      Meredith aveva visto Madeline in modalità “battaglia” solo un’altra volta, quando la bambina aveva aiutato a sconfiggere George Parker, il poliziotto corrotto responsabile del rapimento di Karen. La vista era confortevole e paurosa...e non adatta per altri occhi umani!

      “Madeline!” sibilò Meredith “Non è nulla! Torna dentro prima che qualcuno ti veda, tesoro!”

      Madeline si girò verso Meredith, concentrando i suoi occhi blu luccicanti su di lei. Vedendoci la verità, Madeline fece un passo indietro, riprendendo gradualmente il suo aspetto normale.

      “Mi dispiace Meredith,” sussurrò “pensavo ci fosse qualcosa che non andava.”

      Meredith sorrise e l’abbracciò. “Oh, tesoro, va tutto bene. Non hai fatto nulla di sbagliato! Ti ringrazio per tenermi d’occhio!”

      “Va tutto bene, signora Turner?” disse una voce dalla soglia.

      Meredith e Madeline fecero un balzo a quel suono. Il caposquadra dei lavori era in piedi sulla soglia.

      “L’ho sentita urlare...la persiana l’ha spaventata?” chiese imbarazzato. “Mi dispiace...cercheremo di stare più attenti.”

      “No, va tutto bene,” rispose Meredith. “Ero sovrappensiero e il rumore mi ha spaventata.”

      “Dovremmo finire per domani sera,” disse il caposquadra. “Poi non la disturberemo più.”

      “Grazie,” disse Meredith.

      Il caposquadra sorrise a Madeline. “Prometto che la casa sarà bella come se fosse nuova, signorina.”

      Madeline restituì il sorriso. “Grazie signore.”

      Il caposquadra si mise sull’attenti mentre Meredith chiudeva la porta. Meredith, con la schiena appoggiata alla porta guardò Madeline, che la stava guardando. Improvvisamente entrambe iniziarono a ridacchiare e poi a ridere.

      Karen, sentendo le risate, iniziò a scendere le scale. “Cosa c’è di così divertente? Cosa mi son persa?”

      Chiaramente non erano in grado di spiegare a Karen cosa ci fosse di divertente e questo le fece ridere ancora più forte. Karen incrociò le braccia e si accigliò ma dopo poco si unì alla risata contagiosa. Ben presto tutte e tre si stavano agitando sul tappeto dell’ingresso facendosi il solletico. Alla fine, distrutte, si misero distese una vicino all’altra, con Meredith tra le due ragazze, tutte alla ricerca di riprendere fiato.

      “Meredith?”

      “Sì, Madeline?”

      “Grazie.”

      “Per cosa?”

      “Per non chiamarti testa alata?” chiese Karen.

      “No, stupida” rispose Madeline. “Per amarmi, e per volermi bene.”

      Meredith, confusa, disse, “Perché non dovrei amarti o volerti bene Madeline?”

      Madeline rimase in silenzio per un momento, poi disse, “Perché ero figlia di papà. Da prima, E perché sono una una...anom...”

      “Anomalia?”

      “Già,” replicò. “Non è realmente previsto che io sia qui, Meredith...non nel modo in cui lo sono.”

      Karen si appoggiò a un braccio davanti a Meredith per poter sentire meglio Madeline “Cosa significa come sei?” chiese.

      Madeline sorrise. “Angeli...o quello che gli umani chiamano angeli...sono rinati in precedenza. Nella maggior parte dei casi i loro ricordi sono stati ripuliti e i loro poteri sono stati sop...sop...”

      “Soppressi?” le venne in aiuto Meredith.

      Madeline annuì “Già. O hanno usato il loro libero arbitrio per smettere di essere un angelo e cadere sulla terra per poter vivere una vita normale come essere umano.”

      “Perciò perché sei una an an...anom...anemania?” chiese Karen.

      Meredith sorrise. “Anomalia, Karen.”

      Madeline si girò sul suo lato, verso Meredith. “Perché ho usato il mio libero arbitrio per venire sulla terra e viverci...ma ho anche tenuto i miei poteri.” Sorrise. “Con la benedizione di mamma...e Sua.”

      Meredith disse, “Mi piaci, dolce Madeline. E ti voglio bene come se fossi mia figlia. Non sapevo che c’era la benedizione di Dio, Madeline. Perché ti ha dato la sua benedizione?”

      Madeline rotolò di nuovo sulla schiena. “Nel regno che gli umani chiamano ‘Paradiso’, io sono una dei suoi guerrieri più potenti,” disse semplicemente. “Solo Michele, gli altri arcangeli e forse un paio di altri angeli normali sono più potenti. Ci sono però due regni...e l’altro è buio, doloroso e cattivo. Gli umani lo chiamano ‘Inferno’, ed è dove vanno le anime cattive. Anche loro hanno guerrieri...alcuni forti come Michele. Il capo lì è il Suo nemico ed è forte quasi quanto lui. ‘Dio’, come lo chiamate voi, mi ha mandato qui perché sta per succedere qualcosa di grande, e io non so cosa sia, non so quando accadrà ma papà ci sarà proprio in mezzo.” Una lacrima silenziosa scese dal suo occhio. “Mi è stato detto che avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile...e potrà anche non vincere. E io potrò non vincere. Però non è ancora qui.” Mosse la testa per accomodarla sul braccio di Meredith. “Questo, però, non mi impedisce di preoccuparmi...”

      “STOP!” URLÒ

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