Il Cielo Di Nadira. Mongiovì Giovanni

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Il Cielo Di Nadira - Mongiovì Giovanni

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che doveva essere stato eseguito con incredibile potenza visto che aveva trapassato la cotta di maglia. La bionda chioma era scoperta, poiché evidentemente qualcuno l’aveva liberato dell’elmo e dal cappuccio.

      Conrad rimase a fissarlo immobile, senza avere il coraggio di avvicinarsi. La sua mente non aveva mai concepito che tutto questo potesse succedere veramente.

      A questo punto Roul gli poggiò una mano sulla spalla e gli disse:

      «L’esercito si è dato all’inseguimento… altri di noi giacciono caduti sul campo e aspettano che andiamo a raccoglierli… ma noi… noi, mio caro Conrad, non potevamo darci al saccheggio o metterci a pensare agli altri morti quando il figlio di uno di noi attende suo padre con ansia.»

      «Non me lo avreste portato con questa urgenza se il suo respiro fosse stato già assente sul campo di battaglia.» fece Conrad, mentre le prime due lacrime rigavano i suoi zigomi.

      Roul allora si chinò e cercò di rincuorarlo.

      «No, Conrad, no… tuo padre è caduto davvero in battaglia!»

      Mentiva per non colpevolizzarlo, ma Conrad non era così stupido da crederci. Rabel aveva esalato il respiro finale lì all’accampamento nella speranza di vedere per l’ultima volta il viso del suo ragazzo; la pezza intrisa di sangue posta sul collo indicava che avevano provato a prolungare la sua agonia in attesa che Conrad tornasse.

      «Tocca a te chiudere i suoi occhi.» lo spinse alle spalle Roul.

      A tu per tu con quegli occhi azzurri, Conrad non seppe trattenere la sua disperazione. Intanto le donne, i frati, la riserva che difendeva l’accampamento e la servitù avevano formato un cerchio intorno alla scena. Conrad colse come una sorta di delusione negli occhi di suo padre, ma ovviamente era solo la voce della sua testa a suggerirglielo, il suo senso di colpa per non esserci stato.

      «Padre!» urlò prima di gettarcisi al petto.

      «Non c'è niente da guardare!» urlò più forte ancora Roul, rivolgendosi alla folla.

      «Maledetti greci!» sentenziò quindi a bassa voce.

      Con questa frase Roul evidenziava tutto il suo disprezzo per la gente del luogo, ovviamente i cristiani, ritenuta “greca” per via della religione di rito orientale. Tuttavia quell’esclamazione di intolleranza includeva pure Giorgio Maniace e le truppe regolari al suo seguito, visti i cattivi rapporti del generale con gli uomini dei contingenti ausiliari.

      La gente si diradò impaurita dalla reazione di Roul. Conrad invece scappò, intento a trovare il prete che l’aveva dissuaso dalla sua fedele attesa.

      Roul seguì il ragazzo, mentre questi cercava come un dannato il religioso tra le tende.

      «Figliolo, fermati! Chi diamine cerchi?»

      «Quel prete che mi ha convinto a salire sulle rupi.»

      «Chi è?»

      «Parlava la nostra lingua.»

      Poi pensò di cercarlo direttamente nella chiesa rupestre, quindi corse per inerpicarsi sulla collina. Giunto in cima udì il belato delle capre ma non vide il pastore... poi entro dentro. Essendo che la luce del crepuscolo stava per scomparire, i colori vivi che l’avevano colpito a mezzogiorno erano svaniti e all’interno della grotta era percepibile a stento una sorta di penombra. Roul tuttavia lo seguiva con una torcia e quando mise piede nella grotta tutto riprese luce. Conrad in quel momento se ne stava a gettare pugni di terra contro il dipinto del Cristo e contro quello della Madonna, non avendo altro con cui offendere quelle mura di pietra. Piangeva a dirotto e adesso la rabbia contro il gesto benintenzionato del prete aveva lasciato il posto all’ira verso Dio e verso quelle preghiere inascoltate.

      Roul era un uomo bruto, per certo profano nei modi, ma quando vide il sacrilegio di Conrad, vuoi per reale timore, vuoi per superstizione, lo bloccò da dietro sollevandolo con un solo braccio.

      «No, Conrad, loro non c'entrano niente.»

      «Non mi hanno ascoltato!» gridò il ragazzino con tutto il suo fiato, ma l’ambiente chiuso gli ruppe sordamente la voce.

      «Ti aspettavi i miracoli?»

      «Me lo ha detto quel prete!»

      A ciò lo mollò giù e lo costrinse a guardarlo negli occhi.

      «Stammi a sentire, figliolo… tuo padre mi ha fatto giurare che mi sarei preso cura di te, e il mio onore mi vieta di mancare alla promessa fatta ad un amico morente. “Fino a che non ti avrò condotto a Rougeville dai tuoi parenti”… così mi ha fatto giurare.»

      «Non li conosco i miei parenti.» rispose Conrad, singhiozzando e piangendo, adesso ad occhi chiusi poiché la luce della torcia li bruciava arrossandoli.

      «Poco mi importa, non mancherò a questo giuramento in cui è implicato il mio onore e il sangue di tuo padre soltanto perché tu hai qualcosa da ridire.»

      «Che altro vi ha detto?»

      «Che dovevi farti forza, figliolo. Quindi adesso scendi all’accampamento e abbi il coraggio di guardarlo in faccia. Gli uomini della nostra stirpe sono soliti essere indomiti guerrieri sprezzanti della morte. E se sei arrabbiato è una cosa buona... avrai più fervore in battaglia. Ma non prendertela con i santi… prenditela con i vivi!»

      «Per questo cercavo quel prete.»

      «Lascia perdere anche il prete… È coloro che hanno ucciso tuo padre che devi odiare, è verso quelle bestie che devi trovare la tua vendetta.»

      «Chi?»

      «Siamo in questa terra da due anni e mi domandi “chi”? Non hai visto gli occhi di quella gente d’Africa? Non hai visto come il loro sguardo mediti nefandezze nei tuoi confronti? Perfino la gente di Akḥal, che ci è alleata, ci guarda con odio. Quelli hanno ammazzato, hanno violentato le donne della gente che c'era prima di loro, e l'hanno costretta ad inchinarsi al loro Dio. Hanno insozzato il sangue di questa gente rendendolo spregevole quando hanno ingravidato queste fanciulle. Loro, quei barbari maomettani, loro hanno ucciso tuo padre!»

      «Voi avete detto di combattere soltanto per il compenso, e che i motivi di questa guerra non vi interessano.»

      «Figliolo, se non odii il tuo nemico non puoi sopravvivere in battaglia.»

      «Significa che mio padre non abbia odiato abbastanza?»

      «Tuo padre aveva l’animo di un re… sarebbe stato giusto che lui comandasse e non che scendesse in battaglia. Però tu, giovane Conrad, quell’odio che proverai pensando al suo sacrificio ti servirà. Diventerai un ottimo guerriero, ne sono certo. Tuttavia, per questa sera non pensare alla vendetta, pensa soltanto ad onorare tuo padre. Verrai all’accampamento per chiudergli gli occhi?»

      Conrad si asciugò con una mano il viso e rispose:

      «Verrò.»

      Perciò Roul, guardandosi attorno, commentò:

      «Seppelliremo tuo padre qua dentro, sotto gli occhi vigili del Signore e di tutti questi santi. Non vedo posti migliori qui attorno.»

      «I frati di rito greco ci vengono a pregare.»

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