ANTIAMERICA. T. K. Falco

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ANTIAMERICA - T. K. Falco

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madre di Alanna. Le era rimasta scolpita nella mente una sua confessione rispetto alle altre. “Sei mia figlia. Ti voglio più bene che a qualsiasi altra cosa al mondo. Ma a volte vorrei che tu non fossi mai nata”.

      Dopo aver inalato profondamente, Alanna si coricò sul divano con il grido d’aiuto del padre in mente. Quanto sarebbero state diverse le loro vite se la ragazza avesse compreso il suo dolore com’era in grado di fare in quel momento? Spostò la propria attenzione sulle due canne che aveva preparato per Brayden. Sperava che il ragazzo avrebbe condiviso l’abitudine di suo padre di essere completamente onesto quando fatto.

      Se fosse stato disposto a parlare spontaneamente degli spostamenti di Javier gliel’avrebbe già comunicato. La sua erba preferita le avrebbe fornito le risposte a tutti i dubbi. Non era la prima volta in cui Alanna carpiva informazioni da qualcuno fatto o ubriaco. Il trucco era premere i tasti giusti piuttosto che interrogare il soggetto. Dar loro una scusa per aprirsi.

      “Devo dirti una cosa”.

      Alanna ruotò il capo nella direzione della voce. Brayden si trovava di fronte al divano, indossava una maglietta rosso sbiadito ed un paio di pantaloncini color cachi. Sul viso della ragazza si ampliò un sorriso quando si rese conto dell’espressione profondamente corrucciata di lui, poi gli rivolse un cenno del capo nella direzione del centro del tavolo. “Prima siediti e rilassati”.

      Brayden scosse il capo e si gettò sul divano. Dopo essersi allungato verso una canna l’indicò con la mano libera. Alanna tirò fuori l’accendino dalla tasca e lo porse al ragazzo. Dopo aver acceso la canna ed aver fatto un tiro, Brayden esaminò il piccolo rettangolo liscio di argento. “Bello”.

      “Ti piace?”

      Brayden annuì prima di lanciarle l’accendino. “È il solo gingillo che ti ho visto portarti dietro”.

      Alanna ripose l’accendino in tasca. “Gli altri miei gioielli o li ho persi o li ho dati in pegno”.

      “Cimelio di famiglia?”

      “No. L’ho sgraffignato”.

      Brayden esalò una nuvola di fumo grigio. “Perché non ne sono sorpreso? Ho un messaggio da parte di AntiAmerica”.

      “AntiAmerica?”

      “Vogliono sapere perché hai fatto irruzione nell’appartamento di Javier”.

      Alanna si mise a sedere. “Come sono venuti a saperlo?”

      “È per questo che i Federali ti hanno messo in manette ieri, vero?”

      “Ma non l’ho detto a nessuno”.

      “Vogliono anche sapere che cos’hai detto ai Federali”.

      “Aspetta. Come fai a parlare con AntiAmerica?”

      Abbassò le spalle. “Mi hanno mandato un messaggio tramite Javier”.

      La verità, finalmente. “Quindi gli hai parlato”.

      “Volevo dirtelo, giuro. Ma mi ha fatto promettere di non farne parola con nessuno”.

      In diverse circostanze gli avrebbe urlato addosso. Per settimane l’aveva ascoltata sfogarsi della loro rottura. Se Brayden avesse rivelato prima la verità non sarebbe entrata nell’appartamento di Javier e non sarebbe stata arrestata dai Federali. Non le piaceva il fatto che le avesse tenuto nascosta la verità. Un po’ ipocrita, considerata la situazione.

      “Ti ha detto che cos’è successo?”

      Brayden diede un’occhiata ai drappeggi. “No. Tutto ciò che so è che deve mantenere un profilo basso per un po’”.

      “Dimmi dov’è”.

      “Non lo so. AntiAmerica gli ha offerto un nascondiglio dopo averlo avvisato che le persone a lui care erano in pericolo”.

      “Perché lo stanno aiutando?”

      Fece spallucce dopo aver esalato. “Non ne ho idea. Parlo di loro tutto il tempo. Non ero a conoscenza del fatto che lui avesse qualcosa a che fare con loro fino a poco tempo fa”.

      “Quelli della Crimini Informatici credono che sia collegato ad AntiAmerica”.

      La sua voce mutò in uno strillo. “Hai parlato con la Crimini Informatici?”

      “Pensavano che anche io fossi collegata con AntiAmerica”.

      Brayden ridacchiò coprendosi la bocca con la mano. “Ha! Tu—e AntiAmerica? Gli hai detto che sono pazzi?”

      “AntiAmerica è la ragione per la quale stavano sorvegliando l’appartamento di Javier. I Federali hanno chiesto di loro e di Javier”.

      Il ragazzo guardò la canna fra le sue dita. “Ti hanno chiesto aiuto per trovarlo?”

      “Mi stai chiedendo se sono una spia?”

      “AntiAmerica sostiene che tu lo sia”.

      “E tu ci credi”.

      Brayden sollevò le braccia ossute in aria. “Beh, sei stata beccata a fare irruzione a casa di Javier. E adesso sei una donna libera e mi chiedi di lui”.

      “Non sono la loro talpa. Ti ho fatto venire qui perché li sto raggirando”.

      Le gambe di Brayden presero a tremare quando soppesò le parole di lei.

      Non l’aveva ancora convinto. “Voglio parlare con Javier. I Federali sostengono che lui e Paul facciano parte di AntiAmerica”.

      “Che cosa glielo fa pensare?”

      “AntiAmerica ha utilizzato un exploit su cui hanno lavorato entrambi. Quando i Federali sono andati all’appartamento di Paul hanno trovato Terry assassinato”.

      Brayden sgranò gli occhi. “Oh mio dio. Dici sul serio?”

      “Paul è un sospetto. Sai in che merda è coinvolto. Lui e Javier che scompaiono nello stesso momento fa sembrare che stiano lavorando insieme”.

      “Forse è una buona cosa che Javier sia scappato” borbottò Brayden.

      “Non si può nascondere dai Federali. Sai quanto si fida facilmente delle persone. Paul potrebbe approfittarsi di lui. Hai parlato con Paul?”

      Scosse il capo. “No. Tu?”

      “Non risponde al telefono. Devo parlare con Javier per sentire anche la sua versione della storia”.

      “Stai perdendo tempo. Non vuole parlare. Né con te né con nessun altro”.

      “Ti prego Brayden” la sua voce si ruppe. “Sono preoccupata per lui. Mi ha mandato un messaggio dicendo che era in pericolo”.

      “Javier ti ha scritto?”

      “Dal suo cellulare. Ha detto che avrei dovuto trovarlo”.

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