La figlia dei draghi. Морган Райс

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La figlia dei draghi - Морган Райс L’era degli stregoni

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troppo doloroso, in quel momento. Non poteva assistere a tutto ciò, non più.

      “Non possiamo perderti,” disse Aethe. “Rodry… tuo figlio è morto, Godwin.” Ad Aethe non era mai interessato molto dei figli di Godwin, perché erano un promemoria del suo primo matrimonio e di quanto aveva amato di più la sua prima moglie; ma, di essi, Rodry era stato il migliore. Greave era strano e ossessionato dai suoi libri, mentre Vars era… Aethe sussultò. “E… in quanto alle mie figlie, Nerra è scomparsa ed Erin si è gettata in battaglia come fosse un giovanotto.”

      Almeno avevano riavuto Lenore. Lei era tornata, ed era salva e sposata, nonostante non avrebbe mai dovuto trovarsi in pericolo, né avrebbe dovuto essere stata catturata, in primo luogo. Aethe doveva solo sperare che il suo matrimonio con Finnal fosse felice; confidava che lo fosse, nonostante il nervosismo di sua figlia prima delle nozze.

      Per ora, però, avrebbero dovuto affrontare la minaccia dal Regno del Sud. Aethe aveva sempre pensato che nessun esercito potesse attraversare le spietate acque del fiume Slate, ma adesso tutti stavano dicendo che una forza stava penetrando il regno da est, tramite l’Isola di Leveros.

      “Ti prego, svegliati,” disse, stringendo la mano di Godwin. “Temo che accadranno cose molto brutte, se non lo fai.”

      “Non c’è niente da temere,” disse una voce dalla soglia. “Ho tutto sotto controllo, in quanto reggente.”

      La Regina Aethe si voltò, mentre Vars entrava nella stanza.

      Era dura esprimere quanto poco sembrasse un re il figlio di suo marito. Indossava un cerchietto d’oro, ma era più minuto di suo marito, appariva più debole, con quei suoi capelli di un castano spento e torbido e i tratti anonimi. I suoi indumenti erano raffinati, ma erano macchiati di vino. Oltre a questo, c’era qualcosa in Vars che non le era mai piaciuto. Di certo Godwin non avrebbe mai voluto che fosse lui a sostituirlo al trono.

      “Come siamo arrivati a questo?” chiese Aethe, consapevole che Vars doveva condividere il suo dolore, nonostante fossero minime le altre cose in comune. “Come hanno potuto portare mia figlia a sud e uccidere tuo fratello? Com’è potuto cadere tuo padre, proprio nel momento in cui il Regno del Sud ci sta attaccando?”

      Quella era la parte che accresceva di più il lutto di Aethe. Suo marito caduto in combattimento sarebbe stato abbastanza terribile di per sé, ma tutti quegli eventi insieme erano davvero troppi. Pareva che l’avessero distrutta, senza lasciare niente intatto. La menzione degli accadimenti sembrò scuotere anche Vars, quasi come avesse ricevuto un colpo.

      “Non possiamo comprendere queste cose,” replicò lui. Con sorpresa di Aethe, le andò accanto e le posò una mano sulla spalla. “Sospetto che sia stato tutto tramato dal Regno del Sud. Sì, se c’è un colpevole, sono senz’altro loro.”

      “Per me lo sono,” replicò Aethe, sentendo la rabbia arderle dentro; una fiamma che pareva capace di consumarla del tutto se glielo avesse concesso. “Dopo tutto ciò che hanno fatto, li farei scomparire dalla faccia della terra se potessi!”

      “Sono così tanti i motivi per cui odiarli,” affermò Vars.

      “L’uccisione di tuo fratello, il rapimento di tua sorella…”

      “Sì,” rispose Vars. “Almeno ha sposato Finnal adesso.”

      “È vero,” replicò Aethe, e sentì un poco di sollievo all’idea. Sapeva che Lenore era stata nervosa prima delle nozze, ma era certa che sua figlia sarebbe presto stata felice. “E Godwin…”

      “Faremo tutto il possibile per riportarlo fra noi,” intervenne Vars. “Tutto il necessario.”

      “Puoi… puoi trovare il Maestro Grey?” domandò lei. “Il dottore non può farci niente, quindi forse lui…”

      “Lo farò convocare,” rispose Vars. “E, nel frattempo, terrò tutto sotto controllo qui.”

      “Io ti aiuterò,” replicò Aethe. “Qualsiasi cosa ti serva. Terremo al sicuro il regno insieme. Per Godwin.”

      Poté avvertire le lacrime precipitare giù e si sentì quasi cadere per la debolezza dovuta al lutto.

      “Non sarà necessario,” disse Vars.

      “Ma Vars…” esordì Aethe. Aveva bisogno di un compito che la facesse sentire utile, che la facesse sentire di nuovo parte delle cose.

      “La moglie di mio padre è chiaramente sconvolta,” affermò Vars, girandosi verso un paio di guardie. Non la chiamò la regina, notò Aethe. “Ha bisogno di riposare. Portatela ai suoi alloggi e fate in modo che non venga disturbata.”

      “Che cosa?” domandò Aethe. “Non ho bisogno di andare da nessuna parte.”

      “Sì invece,” insistette Vars. “Sei stanca, sei sconvolta. Vai a riposare; è per il tuo bene.”

      Il problema era che più protestava, più appariva come nient’altro che una moglie afflitta dal dolore. Le guardie la raggiunsero, afferrandola per le braccia. Si dimenò per liberarsi dalla presa, determinata a camminare da sola, ma non poté fermare le lacrime che iniziarono a scivolarle giù per il volto. Lanciò uno sguardo a Vars, in piedi su suo marito. Come poteva stare accadendo tutto ciò?

      E, ancora più importante, che disastro significava per il regno?

      CAPITOLO SECONDO

      Quasi nello stesso momento in cui era arrivata quando era solo un bambino, Vars aveva desiderato poter mandare via Aethe. La moglie di suo padre, il suo rimpiazzo della madre di Vars, era stata il fulcro di così tante delusioni nella sua vita. Aveva sussurrato all’orecchio di suo padre per più tempo di quanto riuscisse a ricordare, dicendogli che Vars era debole, codardo, oppure indegno, e che dovevano governare le sue figlie.

      L’aveva insinuato persino nella loro conversazione poco prima. Aveva fatto delle domande sul come Lenore si fosse ritrovata sola, e quello ovviamente suggeriva che sospettasse che Vars era venuto in qualche modo meno ai suoi doveri di scorta. Aveva suggerito che la sua discendenza poteva aiutare a gestire il lavoro del regno, e Vars sapeva bene come chiunque altro che quello era solo un modo velato per dire che avrebbero potuto sottrargli il potere. Adesso, mentre le guardie scortavano via Aethe verso i suoi alloggi, Vars arrischiò un sorrisetto di soddisfazione.

      “Che cosa state facendo tutti qui?” domandò, mentre si guardava intorno nella stanza, verso i domestici e le guardie. Per quanto poteva vedere, erano lì fermi con le mani in mano. “Pensate che mio padre si tirerà su a sedere e vi chiederà un bicchiere di vino, o che vi guiderà tutti all’attacco?”

      La maggior parte di loro distolse lo sguardo alle sue parole, come non volessero ascoltarle. Beh, Vars era il reggente adesso, e loro dovevano ascoltarlo.

      “Restiamo con il re per lealtà, vostra altezza,” rispose uno dei domestici. “Qualora avesse bisogno del nostro aiuto.”

      “Quale aiuto?” domandò Vars. “Ho visto il Dottor Jarran andarsene mentre venivo su. Il suo aiuto è stato sufficiente? No. Neanche il lodato stregone di mio padre ha concluso qualcosa, se non borbottare fra sé e sé nella torre. E adesso tutti voi volete offrirgli il vostro aiuto? Uscite!”

      “Ma vostra altezza…”

      Vars si rivolse aggressivo al domestico. “Hai parlato di lealtà prima. Io sono il reggente

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