Svelare Il Re Dei Fae. Brenda Trim
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Ryker credeva che in ciò ci fosse anche lo zampino del destino. Non sarebbe stato semplice se ogni membro della propria Guardia avesse avuto una femmina da amare e proteggere. La vita di Ryker dipendeva da loro. Il Re non sarebbe riuscito a spingersi a chiedere loro di scegliere fra sé stesso o le loro femmine. I quattro maschi erano d’accordo sul fatto che la sicurezza di Maurelle fosse tanto importante quanto quella di Ryker. Se all’equazione fossero state aggiunte tre altre femmine sarebbe stato impossibile.
Ryker prese un barattolo di vetro insieme a Daine, e seguì quest’ultimo. “Che effetto ha questo potere su di te?”
Dietro di loro l’acqua si agitava, bagnandogli le scarpe. Nella caverna riverberavano le risate degli studenti e l’energia vibrante che rendeva tale lezione alla lega dell’acqua la migliore che avesse mai sostenuto. Quindi si voltò, rivolgendosi verso il lago.
Si concentrò sulla propria energia, circondando con essa i viticci formatosi sullo specchio d’acqua. Il sangue di Ryker gli friggeva nelle vene, ed il suo cuore perse un battito. Quando prese a girargli la testa si rese conto di quanto il Professore avesse sottovalutato la veemenza dell’energia di cui si trovavano al cospetto.
Sarebbe stato un disastro, esattamente come si era immaginato che avrebbe comportato la propria istruzione all’Accademia. Si ritrovava a faticare a domare l’acqua e creare un flusso regolare da direzionare nel vaso che stringeva in mano.
Nel mentre gli scrosciò dell’acqua sulla testa. Daine scoppiò a ridere quando lo vide scuotere il capo per asciugarsi. Non riusciva nemmeno a scrollarsi con le mani l’acqua dai capelli e dai vestiti.
“Devi armarti di pazienza” commentò Desirata quando camminò tra i due. “Quest’acqua non risponderà ai tuoi comandi. Devi convincerla a seguire le tue indicazioni”.
“Improbabile, cazzo” mormorò Daine sottovoce, in modo che solamente Ryker potesse sentirlo.
Ryker inclinò il capo nella direzione dell’amico. “In che senso? Tu sei capace. Sei uno dei migliori di quest’anno”.
Daine scosse il capo. “No. Quello è Sol. E se non riesci a gestire questa cosa, come tutti noi, allora non hai possibilità. Dopo tutto dovrebbe essere un gioco da ragazzi per te”.
Ryker portò una mano sulla spalla di Daine e la strizzò. “Non significa un cazzo che io sia più potente. Si tratta di imparare a controllare l’elemento ed affinare la tecnica. Per questo siamo qui”.
Un angolo della bocca di Daine si contrasse appena, ed il ragazzo annuì. “Hai ragione. Forza, riproviamoci”.
Ryker si voltò verso il lago ed accedette al proprio elemento d’acqua, facendolo avanzare in sé. Inizialmente incontrò una certa resistenza, ma poi percepì anche il potere di Daine che si unì al proprio, e l’acqua scorse sopra le loro teste. Entrambi sollevarono le mani compiendo veloci movimenti per evitare di ritrovarsi nuovamente fradici. Il liquido s’immobilizzò, e i due si guardarono con occhi sgranati.
“Che cazzo è successo?” sbottò Daine.
“Qualcuno doveva evitare che sprechiate l’acqua che abbiamo trascorso settimane a depurare” rispose una femmina che uscì camminando dal lago.
Ryker restò a bocca aperta, e sui volti di Andris e dell’amico troneggiavano espressioni sbalordite. La femmina indossava un vestito fatto di liquido, e brillava di azzurro. Il fatto che l’acqua fosse trasparente era forse il motivo per il quale Andris era senza parole. Non sortì invece alcun effetto su Ryker.
L’elementale doveva essere la fonte d’illuminazione nella caverna. E non era l’unica che vi abitava. Ryker aveva così tante domande. Quanti esemplari esistevano? Dove si erano spostati quando l’acqua era contaminata? Sapevano dove si trovava il Fae Oscuro?
Il Professor Desirata avanzò verso la ninfa con un sorriso in volto. “Melinda, sei tu?”
“Desi. Che bello vederti” rispose Melinda con un sorriso. La creatura si spostò i capelli bianchi su una spalla e raggiunse il bordo del lago. “Sono venuta a vedere i nuovi studenti”.
“È passato troppo tempo” disse il Professore. “Ed è fantastico ritornare qui. Se ci fosse qualcosa che possa fare per aiutare te e le tue sorelle ti prego di farmelo sapere”.
“Lo faremo. Oggi lavorerò con questi due studenti se ti va bene” disse Melinda indicando Ryker e Daine.
“Sì, sì. Splendido” Desirata le rivolse un sorriso raggiante ed allontanò gli altri studenti di qualche metro da loro. Andris si lamentò di quanto i compagni di classe fossero fortunati.
A Ryker venne la pelle d’oca. Avrebbe dovuto sapere che non si trattava di altro se non di una trappola. Se non fosse restato vigile avrebbe probabilmente messo in pericolo se stesso e i propri cari.
“Perché vuoi aiutarci?” domandò Daine con fare serio quando si frappose fra Ryker e Melinda. D’istinto Ryker volle allontanare l’amico, ma doveva lasciare che la propria Guardia svolgesse il suo compito.
“Ho percepito chi è lui veramente” disse Melinda a bassa voce, il tono di lei non venne udito al di fuori di loro tre. “É stata la sua magia a guarirci. Se non fosse stato per lui staremmo ancora marcendo nelle acque contaminate sotto la superficie. Sono venuta a ringraziarlo e ad offrire il nostro aiuto”.
A Ryker prese a girare la testa. Così tanti esseri venivano danneggiati dagli incantesimi distruttivi di Savelle. Quanta Mag Mell era persa per sempre perché Ryker non era intervenuto prima? Era impossibile da stabilire. Non aveva ignorato volontariamente i bisogni della propria terra.
Tale considerazione fece pochissimo per placare le emozioni che lo pervasero come un incendio. Bruciava dal bisogno di trovare Savelle e farlo a pezzi. Si trattava di una necessità quasi impossibile da ignorare. Gli istinti assassini erano diventati una normalità per lui nei due anni precedenti. Pregava che non sarebbero restati in futuro.
Il ragazzo non voleva far altro che rivendicare la propria compagna e salire sul trono. Si sarebbe ripreso le terre dei Fae ed avrebbe ridato il potere alla propria gente nel sistema di Mag Mell. L’unico problema che restava da affrontare era gestire gli umani.
Si concentrò sulla ninfa per non farsi prendere dal panico al pensiero dell’arduo compito che l’attendeva. Non c’era niente che Ryker in quel momento potesse fare in merito a Savelle o agli umani. Poteva però stabilire una relazione con quell’essere potente.
“Come fai a sapere che c’entra con noi?” domandò Ryker incrociando le braccia al petto.
“Mi hai attirata a te. Ecco come lo so. Non sapevo che ti trovassi qui fino a quando ho sentito la tua identità attirarmi a sé” lo informò la ninfa.
Ryker lasciò cadere le braccia ai fianchi e si guardò attorno. Si trovavano in una caverna sotterranea, in cui i suoni echeggiavano. Impiegò il proprio elemento dell’aria per realizzare una bolla di contenimento, con la speranza di mantenere privata la conversazione che stavano intrattenendo. Era certo che la ninfa si stesse riferendo al fatto che lui fosse l’erede perduto, ed era qualcosa che non avrebbe dovuto trapelare in quel momento.
“Non ero al corrente che fosse ciò che stavo facendo. Ci sono troppe cose che non so. Sono contento che i miei sforzi abbiano ripristinato la vostra casa, piuttosto che distruggerla ulteriormente. Non è