Raji: Libro Due. Charley Brindley
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"Buongiorno, signorine".
Ci voltammo e vedemmo Octavia Pompeii dirigersi verso di noi, con uno sguardo curioso sul viso.
"È bello vedervi sveglie presto e pronte per un nuovo giorno".
Liz guardò il suo vestito stropicciato e cercò di lisciarlo con la mano.
"È bello vedere anche lei, dottoressa Pompeii". Raddrizzai il mio sari.
"Elizabeth", disse la dottoressa Pompeii. "Se non le dispiace, vorrei scambiare due parole con Rajiani".
La fissammo, senza muoverci.
"Nel mio ufficio". La dottoressa Pompeii si mosse verso una porta chiusa, vicino alla scrivania di Pepper.
Liz deglutì e mi guardò. "Sì, signora", disse, poi si affrettò ad andarsene.
"Siediti, Rajiani", disse la dottoressa Pompeii dopo essere entrate nel suo ufficio.
Si sedette dietro la sua scrivania. Io mi sedetti sulla sedia degli ospiti in legno duro.
"Ho sentito la porta della biblioteca chiudersi quando sono entrata nell'edificio poco fa?"
Esitai, poi annuii. La dottoressa Pompeii inclinò la testa e sollevò una spalla. Allungai la mano per prendere un foglietto rosa vuoto dalla pila sulla scrivania e glielo passai.
"Dottoressa Pompeii, la prego di non dare demeriti a Liz. Li prenderò volentieri tutti io per lei, e anche per me, e farò questo KP per un mese o più".
La dottoressa Pompeii prese il foglio rosa e lo lisciò sulla scrivania. "Hai fatto qualcosa di così terribile, allora?"
"Ieri sera ho chiesto talmente tante volte alla povera Liz di dirmi il significato delle parole, che non riusciva nemmeno a imparare il latino. Dopo un po' di tempo, e un'altra domanda, lei ha sbattuto il libro ed è andata a leggerlo da sola in corridoio. Poi le ho detto quanto mi dispiaceva e che da quel momento in poi me ne sarei stata zitta. Poi mi ha detto: ‘Sai cos'è un dizionario?’ Le ho detto di no. Lei ha detto: 'Andiamo', e siamo andate in biblioteca e abbiamo rubato quel grosso dizionario su ruote per tutta la notte. E proprio ora, prima del vostro arrivo, lo abbiamo restituito e chiuso la porta forse un po' troppo forte". Mi guardai le mani serrate.
"Quella porta era chiusa a chiave. Come hai fatto adentrare?".
"Noi... ehm... voglio dire..." il Codice d'Onore. "Io ho scassinato la serratura."
"Davvero?"
"Sì."
L'angolo della bocca della dottoressa Pompeii si mosse, cercando di non arricciarsi. "Ed Elizabeth non c'entra niente?"
"No. Lei mi ha detto: 'Non scassinare la serratura, perché questo non viene perdonato'. Ma io l'ho costretta ad aiutarmi e lei mi ha detto: 'Raji, non farlo più'."
"Mmm."
La dottoressa Pompeii prese un foglio di carta dattilografata e lo avvicinò al viso, come se cercasse piccoli errori di ortografia o di grammatica. Dopo un attimo, posò il foglio.
"Hai imparato qualcosa dal dizionario?".
"Oh, sì. Ho trovato il significato esatto di 'glutei', 'natiche', 'bicipiti'... " Poi citai la definizione di ciascuno di essi, più alcuni altri.
"Santo cielo. Quando sei andata a dormire?"
"Questa notte non ho ancora dormito".
La dottoressa Pompeii scosse la testa. "Va bene, è meglio che ti prepari per la colazione."
Guardai il foglio rosa. La dottoressa Pompeii lo raccolse e lo rimise con cura insieme agli altri vuoti.
"Stasera, quando la signorina Caster chiuderà la biblioteca alle 20, andate da lei, e lei vi darà le istruzioni per permettervi di portare il dizionario in camera vostra...".
Saltai in piedi. "Oh, grazie, dottoressa Pompeii".
"Ma assicurati che venga restituito prima della lezione del mattino seguente".
"Mi assicurerò di farlo."
"Vai, ora."
Feci per aprire la porta.
"Oh, Raji."
"Sì, dottoressa Pompeii?"
"Non stare sveglia tutta la notte, stanotte."
Sorrisi e mi affrettai ad uscire dalla stanza.
* * * * *
Liz si girò quando entrai nella nostra stanza.
"Che cosa è successo?"
Sorrisi. "Ho diritto all'uso gratuito del dizionario gigante tutte le sere!"
Mi afferrò le mani. "Come hai fatto?"
Le raccontai della mia conversazione con la signorina Pompeii.
"Niente foglio rosa?"
"No."
"Ha chiesto di me?"
Annuii.
"Le hai detto che ho scassinato la serratura?"
Scossi la testa.
"Le hai detto che ti ho aiutata a fregare il dizionario?"
"Fregare?"
"Rubare."
"No."
Mi afferrò stretta in un abbraccio. "Adoro quel Codice d'Onore dei cadetti."
* * * * *
Dopo le lezioni del mercoledì, Pepper Darling entrò nella nostra stanza senza bussare.
Liz alzò lo sguardo dal suo libro di scienze. "Raji, forse dovremmo iniziare a chiudere a chiave la nostra porta".
Pepper fece cadere un pacco di carta marrone sul mio letto, poi uno simile sul letto di Liz. "Chiudi a chiave se vuoi, non importa. Ho un passepartout".
"Ehi, le nostre uniformi?" Chiese Liz.
"Sì", disse Pepper. "Provatele."
Strappammo i pacchetti e ci infilammo rapidamente i nostri nuovi abiti. I blazer blu e le gonne color kaki alla caviglia erano in un bel contrasto e ci stavano bene. Indossammo anche camicie bianche, con cravatte blu incrociate e scarpe nere alte. I nostri berretti kepi erano blu, con finiture beige.
"La taglia è perfetta", dissi.
"Mi