Non resta che nascondersi. Блейк Пирс
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Adele ci mise un paio di secondi a capire che l’uomo si stava rivolgendo a lei e all’agente Marshall. Si voltò. “Sì?”
“State importunando i miei dipendenti?”
Adele si rese conto un secondo dopo che l’uomo con il giaccone al braccio era Otto. Il signor Klein sussultò imbarazzato e scosse la testa, pronunciando un tacito Scusate.
Adele guardò l’uomo. “E lei chi è?”
“Sono il direttore Adderman. Sono a capo di questa struttura. Ho sentito che state dando fastidio ai miei dipendenti.”
Parlava con tono severo ma tranquillo. Con la sicurezza tipica di chi è al comando. Abbastanza forte perché Adele potesse percepire la sua antipatia per loro, ma abbastanza sommessamente da non farsi sentire dai clienti presenti. Si avvicinò e la sua voce seguì i suoi passi. Era più basso di Adele di una buona spanna. Anche l’agente Marshall era più alta di lui.
“Vi devo chiedere di andarvene subito,” disse il direttore.
Adele inarcò un sopracciglio. “Temo che lei non possa farlo. Questa è un’indagine criminale.”
Il volto del direttore Addermann si fece ancora più rosso. “Tenga la voce bassa,” disse con tono secco. Allungò una mano e afferrò il polso di Adele, pronto a trascinarla verso la porta.
Adele rimase ferma e ruotò il braccio divincolandosi. Lanciò all’uomo un’occhiata torva. “La avviso di non toccarmi un’altra volta. Ce ne andremo quando saremo pronte. Non rispondiamo a lei.”
“Questa è proprietà privata,” disse il direttore, agitando un dito davanti al naso di Adele.
L’agente Marshall scosse la testa. “Non ha importanza. Stiamo indagando. Se desidera, può discuterne con il mio capo.”
“E chi sarebbe il suo capo?” chiese l’uomo.
“Il direttore Baumgardner,” disse la giovane senza battere ciglio.
Parte della furia dell’uomo parve raffreddarsi. “BKA? E lei? Da dove viene lei?”
Adele scrollò le spalle. “FBI. Interpol. Stiamo indagando sulla scomparsa del signore e della signora Beneveti. Abbiamo saputo che erano clienti regolari qui. È vero?”
Il volto del direttore era ancora più paonazzo di prima. Scosse la testa. “Piantatela di importunare i miei dipendenti. Lasciate stare i clienti. Dovete indagare: bene. Non vi posso fermare. Ma finitela di rovinarmi gli affari.”
“Come potremmo mai farlo?” disse Adele accigliandosi.
A quel punto, abbassando la voce ancora di più, il direttore si chinò verso di lei e sibilò: “È stato l’attacco di un orso! Questo hanno detto quelli della ricerca e salvataggio. Questo è quello di cui siamo convinti. La pianti di spaventare i miei clienti. Un paio di persone hanno già fatto delle domande. Se mi manda all’aria gli affari, Dio mi aiuti, la denuncio. La denuncio fino a che di lei non rimarrà più niente. Chiaro?”
Adele lo fissò e scosse la testa. “È il resort che sta avvalorando la storia? Spingendo la gente a credere che si sia trattato dell’attacco di un orso?”
Il direttore la scrutò con circospezione. Le sue guance arrossate parevano avvampare sia di rabbia che di freddo. Fece un passo indietro e scrollò le spalle. “Noi diciamo solo quello che ci ha riportato la squadra di ricerca e salvataggio. L’indagine sta a voi. Ma piantatela di importunare i miei dipendenti e i miei clienti. Grazie.”
Si fece da parte e indicò la porta allungando con finta cortesia un braccio.
Adele guardò la mano dell’uomo. Per pura ripicca, voleva restare. In un angolo della sua testa stava pensando a cosa avrebbe fatto John. Probabilmente avrebbe ordinato qualcosa da bere proprio davanti al direttore, godendosi il rossore che imporporava sempre più il volto dell’uomo. Ma Adele non era John. Non era tipa da permettere al proprio orgoglio di decidere per lei. Il direttore non la voleva qui. Era maleducato, prepotente. Spaventato. Spaventato di perdere il suo lavoro. Un altro resort stava per aprire poco distante, ugualmente lussuoso, e forse era quello il motivo che l’aveva reso tanto nervoso.
C’erano un sacco di soldi coinvolti in posti come quelli. Più di quanto lei avrebbe mai pensato. E dove c’erano i soldi, c’era un movente.
Adele passò le dita sopra al bancone. Qualcosa nel legno freddo sotto ai suoi polpastrelli le fece spostare lo sguardo oltre il direttore, verso le finestre che si affacciavano sulle piste da sci.
Di nuovo, aveva solo dieci anni. Di nuovo, vide suo padre e sua madre seduti di fronte a lei in… una sala da pranzo? No, non una sala da pranzo. Un ristorante. Anche quello vicino alle piste. Ricordava che da bambina sciava. Nelle Alpi. Adele si fermò e si accigliò.
Bellissimi ricordi, ma disseminati di scene di rabbia. Litigi. Grida.
Rabbrividì, desiderando che quei pensieri svanissero.
Scosse la testa, come a voler cacciare via un’emicrania, e si alzò in piedi, allontanandosi dal bancone. Fece un cenno del capo in segno di ringraziamento alla barista e un rigido saluto con la mano al direttore. L’agente Marshall la seguì. Le due donne uscirono dal bar e scesero i gradini.
“Beh, è stato un momento vivace,” disse la Marshall sottovoce.
“Sì,” disse Adele. “Il direttore ha un velato interesse nel fermare le indagini.”
“Cosa pensi?” chiese la Marshall, ora sottovoce.
Adele fece ancora qualche passo, assicurandosi che nessuno dal bar potesse sentirle. “Mi sto chiedendo se ci sia dell’altro che possano aver coperto. Qualsiasi cosa. Ci sono in ballo un sacco di soldi qui.”
La Marshall si accigliò. “Non pensi che il direttore abbia qualcosa a che vedere con l’omicidio, vero?”
Adele sollevò le spalle. “Non posso esserne certa. Ci sono un sacco di sospetti qui. Il nostro lavoro è di sfoltire l’elenco.”
“Quella coppia svizzera in Francia? Nessuna notizia da quel fronte?”
Adele scosse la testa. “Non ho avuto modo di ragguagliarmi con gli investigatori.”
“Però li conosci, no? So che hai lavorato con in francesi in passato.”
“Sono in parte francese. Anche americana. E tedesca.”
La Marshall fischiò mentre si avvicinavano al golf cart. “Tre cittadinanze? Impressionante. Parli molto bene la lingua.”
“Grazie. Ma no, nient’altra informazione sugli svizzeri. Appena ne avrò l’occasione, parlerò con gli investigatori.”
Adele entrò nel golf cart con la Marshall e la giovane agente iniziò a guidare tornando verso l’ala principale del resort.
Adele era pensierosa mentre si spostavano, il volto sferzato da fredde folate di vento. Osservò le montagne e gli alberi, ripercorrendo con gli occhi i sentieri innevati. I Beneveti erano stati assassinati. Ne era certa. Il rapporto del medico legale sarebbe arrivato molto presto, ma l’avrebbe confermato. Però le congetture