Beatrice Cenci: Storia del secolo XVI. Francesco Domenico Guerrazzi
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Читать онлайн книгу Beatrice Cenci: Storia del secolo XVI - Francesco Domenico Guerrazzi страница 14
—No certo.
—Con Rodomonte.
—E ch'è egli questo Rodomonte?
—Il gatto della canonica; ma egli alla peggio la rimedia pei tetti; a me e a Marco, che non possiamo andare a procacciarcelo sul tetto, spesso manca il desinare e la cena; ed io sospiro, e Marco raglia.—Ho una tonaca sola… o piuttosto, come dice Cremete negli Autontimerumeni, ignaro se il suo figlio tuttora viva,—non saprei più dire se io l'abbia, o se io non l'abbia:—veramente ella era lustra da potermivi guardare dentro; ma alla fine con qualche rammendo poteva tirar su fino a dicembre… ed ora il cane di vostra Eccellenza miri come me l'ha concia!.. E sporgendo il lembo, la sua voce prendeva la intonazione dello stabat Mater dolorosa.
—Non pronunziaste voi il voto di povertà? Perchè vi lagnate di uno stato, che tanto si accosta alla perfezione? Ah! questa perfezione non vi piace; amereste meglio essere imperfetto con qualche migliaio di scudi di entrata, che perfetto, e più che perfetto in povertà? Prendetevela con l'Autore di questa grammatica, che voi altri preti non volete capire. Gesù Cristo vi ha predicato non essere i vostri beni sopra questa terra: guardate il cielo, e sceglietevi là il vostro campo; lo spazio, grazie a Dio, non manca. Ma voi fate orecchie di mercante, e dite in cuor vostro: la doppia è il Padre, la mezza doppia il Figlio, il terzo di doppia lo Spiritossanto, e credo fermamente che una discenda dall'altra.
Godete, Preti, poichè il vostro Cristo Dai Turchi e dai Concilii vi difende[1].
Vergogna, Reverendo; vergogna questo darsi continuo pensiero di cose mondane! Quando la Chiesa costumava calici di legno possedeva sacerdoti di oro; e questo dice san Clemente di Alessandria. Ora ch'ella ha calici di oro, i preti son diventati di legno:—e sapete voi, Reverendo, di quale legno? Del legno, che il santo Evangelo dichiara doversi recidere perchè infecondo, e gittare sul fuoco…
Il povero Curato sostenne cotesta bufera di male parole come un veterano la scarica delle palle nemiche; poi con un sospiro esclamò:
—Ah! san Clemente Alessandrino era un santo dottissimo; ma non credo che gli bisognasse stare a letto con l'ombrello aperto quando pioveva…
—Sia; patite difetto di cose necessarie alla vita? Ebbene, ricorrete agli opulenti prelati. Forse non ebbero assai? Ma che volete da noi, l'ultima stilla di sangue? Andate, picchiate ai palagi dei Vescovi; bussate alle porte degli Abbati… bussate, vi dico, e vi sarà aperto; chiedete, e vi sarà dato: pulsate et aperietur vobis, è stato detto da cui non può fallare.
—E' pare che cotesti dignitarii spesso si trovino per faccende fuori di casa, perchè io mi son provato a battere alle porte loro; ma vedendo che potevo rompermici le noccola prima che da qualcheduno mi venisse aperto, me ne sono rimasto.
—Voi, clero minuto, siete proprio gregge; e così sogliono chiamarvi i grassi prelati, perchè verso di voi si comportano da veri pastori. Infatti qual è la parte di pastore, per cui diritto vede, che seco voi non adoperino? Forse non vi mungono? non vi tosano? non vi arrostiscono scorticati, e vi mangiano?—Orsù, ardite ribellarvi contro la iniqua gerarchia: pubblicate al mondo in qual modo sopra un solo capo, o per simonia, o per patto di lussuria, o in modo altro più turpe, si cumulino benefizii, prebende e abbadie, le quali da un lato fanno preti oziosi, superbi, viziosi, e ribaldi; dall'altro poveri, vili, abietti, e ribaldi: palesate che le riforme dei Concilii non hanno riformato nulla: manifestate come questo tristo collegio d'ipocriti farisei ad altro non attende, che a impastar pane con la farina del diavolo. Costringete i parasiti a tenervi a parte della mensa, che lautissima da lungo tempo imbandiscono, e per lungo tempo ancora imbandiranno loro la ignoranza e la follia degli uomini.
Il Curato, atterrito da quel turbine di eresie, volse attorno gli occhi con riguardo, e poi sotto voce osservò:
—Eccellenza, per lo amore di Dio voglia rammentarsi che qui in Roma vi è una qualche cosa, come sarebbe il Santo Uffizio, e il castello Sant'Angiolo.
—Avete paura? Bene; ma se imparaste a tremare, apprendete ancora a soffrire. La pecora lecca la mano che le taglia la gola. Esempio sublime, e lodato meritamente, della perfetta obbedienza. O piuttosto, perchè disertaste voi la bandiera della natura? Perchè abbandonaste la vanga paterna per comandare dalla polvere? Quando voi preti vi allontanate dalla campagna vi piangono dietro le viti, e gemono i solchi. Tornate a lavorare l'altrui podere, servi fuggitivi. La terra vince di amore qualsivoglia tenerissima madre; ella vi nutre, ella vi veste, ella vi seppellisce: che cosa volete di più, indiscreti? Vi lagnate che la natura vi abbia diseredato: bugiardi! vi è mai forse mancata la terra? Dove stanno sepolte le migliaia di generazioni, che vi precederono? Sotto terra. A cui di voi, nascendo, madre natura non destina tre braccia di terra, e a taluno anche più?—A voi questa storia non garba. Il breviario pesa meno della zappa. Voi volete godere qui il paradiso, che agli altri promettete di là. Scalabroni, vi piace gustare senza fatica il mele raccolto dalle api? Ma le api adoprano l'aculeo per cacciar via i ladri; l'uomo non sa valersi del suo giudizio per liberarsi da voi altri. Ditemi un po', Reverendo, non vi pare che l'aculeo dell'ape, tutto bene considerato, meriti più pregio assai della ragione umana?—Orsù; vivete come vi aggrada, morite come vi piace, ma levatevi dintorno a me. Da me voi non avrete uno scudo. Da camparvi vi fu dato. Io non ho danaro per sopperire alle morbidezze vostre;—io non posso fare le spese ai vizii vostri; e voi ne avete più, che figli Giacobbe, quantunque un vizio costi più di tre figliuoli.
Credete voi però, Sardanapali, Potervi fare hor femine, hor mariti, E la Chiesa hor spelonca, et hor taverna; E far tanti altri, ch'io non vo dir, mali, E saziar tanti, e sì strani appetiti, E non far ira alla lenta superna?[2]
Il povero Prete era come colui, che, essendo lontano da casa, sorpreso da un rovescio di acqua nell'aperta campagna, piega le spalle, e sta a pararne quanta Dio ne manda. Però, percosso dall'abbominazione dell'ultimo rimprovero, levò gli occhi al cielo, e non potè trattenersi da dire:
—In quanto a Verdiana, Eccellenza, ch'è la fantesca la quale io tengo in casa, le giuro per Quello, che non vuol che giuriamo, ella è si antica, da potere aver portato sassi quando fabbricavano il Colosseo. Ma pare a lei, che un uomo della mia età e del mio carattere possa attendere a siffatte scostumatezze? Poh!
—Perchè no? Ossa vecchie e legna secche avvampano più presto.
………i' sarei preso ed arso Tanto più, quanto son men verde legno,
diceva messer Francesco Petrarca; e delle cose di amore il canonico Petrarca intendeva assai addentro, e più disonestamente, che non ci vuol dare ad intendere il vecchio peccatore—perocchè ei fosse dei vostri…
E il Prete, levando in alto le mani e il viso, esclamò pietosamente:
—Gesù! che cosa mi tocca a udire!
Il Conte Cènci con l'indice della mano destra all'improvviso descrisse un segno orizzontale sopra la fronte, quasi disegnasse mutare registro allo strumento, e con voce più mansueta riprese:
—Oh! non lo diceva mica per voi, povero sacerdote, che siete così attrito dallo stento, da assomigliarvi a san Basilio. Quando mi capitasse la voglia di palesare i fatti miei a qualcheduno, fate conto che non vorrei confessarmi ad altro sacerdote che a voi. Or via, tregua alle parole, Curato mio dolce. Quanto danaro vi abbisogna per restaurare chiesa o canonica, comperarvi una tonaca nuova per riparare la fellonia di Nerone, ed una mezza dozzina di asciugamani per lasciare in riposo la pelle di Rodomonte?
—Dirò… Verdiana ed io abbiamo fatto le mille volte