Pioggia Di Sangue. Amy Blankenship

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Pioggia Di Sangue - Amy Blankenship

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quanto ci vuole per resuscitare dopo un collo spezzato.» disse Vincent sogghignando. «Scusa se ti ho rovinato la sorpresa.».

      «Ren non era in sé.» disse Lacey mettendosi tra loro, ma il fatto che desse le spalle a Ren la diceva lunga su chi stesse difendendo.

      Vincent osservò il ghigno che apparve lentamente sulle labbra del succubo... peccato che Lacey non potesse vederlo. Bene, lui sapeva come accendere la miccia quando le cose si scaldavano. «Presumo che Ren non sia in sé molto spesso, visto che è un succubo e gira in una città infestata da demoni. Io non mi fiderei neanche lontanamente di lui.».

      «Beh, peccato che stasera ci ha salvati entrambi.» rispose Lacey caparbiamente.

      «Io non ho bisogno di essere salvato... hai dimenticato il mio piccolo difetto?» tuonò Vincent, avvicinandosi per guardarla negli occhi. La vide inspirare a bocca aperta e si pentì all’istante della propria bravura nel ferirla.

      La sua espressione si addolcì quando la vide allungare una mano per sfiorargli una guancia ma, quando invece riecheggiò uno schiaffo nella stanza, si accigliò di nuovo. Beh... magari se lo meritava, eppure non riusciva a capire il perché.

      «Questo è per esserti ucciso davanti ai miei occhi, idiota senza cuore.» disse Lacey duramente, prima di aggiungere un po’ più forte: «E solo perché non te lo ricordi non vuol dire che ti perdono.».

      «Ne prendo atto.» rispose sarcasticamente Vincent quando lei si voltò di scatto e si diresse verso la scrivania dov’era seduto Storm.

      Lacey poggiò i palmi sulla scrivania e si sporse verso di lui sussurrando: «Scusa... non dovevo dire niente a riguardo, vero?».

      Storm cercava disperatamente di guardarla negli occhi ma continuava a vedere comunque la sua scollatura per il modo in cui si era chinata, con quell’abito sexy che lui stesso aveva scelto. Certe volte si meravigliava da solo.

      «Qualcuno doveva dirglielo, prima o poi.» rispose, dopo essersi teletrasportato accanto a lei guardando gli altri due uomini. Si strofinò il mento per nascondere il sorrisetto quando Lacey girò lentamente la testa per guardarlo ma senza cambiare posizione. «Ren, che ne dici di inserire i fatti di stasera nel database?» disse Storm.

      Ren apparve all’improvviso dietro la scrivania, cogliendo di sorpresa Lacey che, ben presto, si accorse che lui non la stava guardando negli occhi... abbassò lo sguardo confusa e poi si fermò, vedendo cosa stava fissando in realtà. Rifiutandosi di provare imbarazzo, gli rivolse un sorriso malvagio e si raddrizzò lentamente per poi voltargli le spalle.

      Storm fece una smorfia divertita quando Ren lo guardò con aria accusatoria. Quel breve momento di piacere per gli occhi non era colpa sua... almeno aveva condiviso con lui quella delizia. Riportò l’attenzione su Vincent, che era ancora lì in piedi e si strofinava il mento mentre osservava Lacey.

      «Non voglio parlarne.» lo informò lei, ponendo fine alla sua lunga serie di domande prima ancora che potesse iniziare.

      Vincent alzò le mani in segno di resa, «D’accordo.».

      «Hai accettato di entrare nel PIT?» gli chiese, ammorbidendo il tono di voce e cercando di non guardare la sua guancia arrossata.

      «Credo di sì.» rispose Vincent, sapendo che Storm lo aveva imbrogliato. Ovviamente Lacey non era affatto in pericolo e il Viaggiatore nel Tempo lo sapeva.

      «Ehi, io te l’avevo detto che stava bene.» si difese Storm scrollando le spalle quando Vincent gli rivolse uno sguardo cupo.

      «Dov’è la fregatura?» chiese Vincent, non molto turbato per essere stato convinto ad accettare un accordo che lo legava a un leggendario Viaggiatore nel Tempo e all’elusiva organizzazione del PIT.

      «Ti serve un partner.» rispose subito Lacey, ricordando il ragionamento alla base di quella regola.

      «Ti stai offrendo?» Vincent sorrise, quell’accordo gli piaceva sempre di più.

      «No.» rispose Ren, «Lei sta con me.».

      Lacey rimase sorpresa per la possessività nella voce di Ren, ma non lo contraddisse. Poi guardò Storm incuriosita e gli chiese: «Non si può fare a tre?». Non si rese conto del doppio senso finché non vide Vincent alzare un sopracciglio e non udì un ringhio dietro di sé.

      «Oddio, dateci un taglio, pervertiti. Non intendevo in quel senso e lo sapete.» insistette Lacey, incrociando le braccia sul petto. Sbatté le palpebre, doveva bloccare tutti i cattivi pensieri che stavano improvvisamente cercando di trasformarsi in immagini nella sua piccola mente malvagia.

      Storm si strofinò una tempia cercando di non ridere. Qualcuno doveva andarle in soccorso e, a quanto pare, toccava a lui. «A volte le squadre escono in gruppo ma, anche in quel caso, dev’esserci quella persona speciale da tenere d’occhio, e viceversa. Ho un partner temporaneo perfetto per Vincent, visto che il suo compagno è assente per un po’.».

      «Beh, non mi sembra che questa persona abbia tenuto d’occhio il suo partner... .» puntualizzò Vincent, si sentiva sarcastico e non gliene fregava se agli altri dava fastidio. Si accigliò guardando Lacey e si chiese quand’è che era diventato così affezionato a lei. La rabbia che aveva provato quando Ren aveva detto “Lei sta con me” non era un buon segno.

      «È un po’ difficile tenere d’occhio un mutaforma che si è dato alla macchia. Sono sicuro che Trevor è nei paraggi, ma neanch’io so quale forma ha assunto.» ribatté Storm.

      «Un mutaforma... sul serio?» chiese Vincent, sentendosi come se si trovasse improvvisamente in un negozio di caramelle paranormali con sapori esotici di tutti i tipi. Sapeva che i mutaforma non erano solo una leggenda, ma i demoni della cosca cercavano una di queste misteriose creature da sempre e non erano mai riusciti ad individuarla.

      «Lo metti in squadra con Chad?» chiese Ren, ma non era contrario all’idea se serviva ad allontanare Vincent da Lacey.

      «Pensaci... hanno entrambi lo stesso problema.» gli fece notare Storm, sapendo che avrebbe colto il significato nascosto.

      «Vuoi dire che anche lui ha un desiderio di morte?» chiese Vincent con una smorfia, visto che quello era l’unico problema che Storm lo aveva accusato di avere. Ignorò l’occhiataccia che Lacey gli lanciò di punto in bianco. Lei odiava sentirlo parlare della morte come se fosse una cosa da niente. «Se avevi intenzione di mettermi in squadra con un demone, allora perché non mi hai lasciato con quelli a cui mi ero già abituato?»

      «Chad è umano al cento per cento ma Storm ha ragione. Poco tempo fa è stato assassinato... pugnalato al cuore.» disse Ren, poi si fermò quando Storm lo guardò e lo avvertì mentalmente di non dire una parola sui Caduti... né Kriss né Dean. Ren dovette concentrarsi per mantenere un’espressione seria mentre metteva insieme i pezzi del puzzle.

      Riportando l’attenzione su Vincent, continuò: «Chad è tornato in vita ed è ancora umano come te. Finora è morto solo una volta e contro la sua volontà, quindi non lo chiamerei desiderio.».

      «La prossima volta potrebbe morire per davvero... o no.» aggiunse Storm. «In ogni caso, non mi è permesso dare anticipazioni.».

      «Sì, certo.» disse Vincent, vittima del proprio sarcasmo ancora una volta.

      «Non sta mentendo.» insistette Lacey, avvicinandosi a Storm. «Se dice cosa succederà

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