Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità. Blankenship Amy

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Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità - Blankenship Amy

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stasera c’erano i succhiasangue in giro e lei non sarebbe stata una delle loro vittime. E, con Kyou nei paraggi, chissà come sarebbe finita la situazione.

      Kyou riapparve di fronte allo stesso muro dove aveva lasciato la ragazza. Vedendo che non c’era più, i suoi occhi divennero rossi e un ringhio furioso sferzò il vicolo vuoto, riecheggiando nelle strade adiacenti.

      *****

      Kotaro incontrò Suki e Shinbe all’ingresso e, afferrando il ragazzo per una spalla, gli chiese nervosamente: «Kyoko è ancora dentro?». I suoi sensi non umani si attivarono e il suo istinto gli diceva che lei non era nei paraggi.

      Suki confermò i suoi sospetti quando, afferrandolo per la camicia, esclamò: «Un uomo l’ha presa dieci minuti fa, devi trovarla!». Aveva gli occhi pieni di lacrime mentre continuava: «Non riusciamo a trovarla da nessuna parte!».

      Shinbe la tirò a sé, non era ancora pronto a lasciarla andare. La strinse e, guardando Kotaro, aggiunse: «Una strana creatura l’ha portata via.», poi vide Suki che tremava e cercò di calmarla. Non gli avrebbe mai permesso di fare quella che voleva senza discutere. «La troveremo, te lo prometto.» le disse, poi alzò lo sguardo verso Kotaro ma era già sparito.

      «Ma... dov’è andato?» mormorò guardandosi intorno, ma non vide alcuna traccia della guardia di sicurezza. Scosse la testa e sospirò, aveva visto abbastanza per quella notte.

      Destandosi dalla propria disperazione, Suki sbuffò infastidita e sbottò: «Farà meglio a trovarla... altrimenti lo uccido e lo riduco in poltiglia.», poi, trascinando Shinbe dietro con sé come se si fossero invertiti i ruoli, aggiunse: «Andiamo alla mia auto, muoviti!».

      Lui si guardò attorno nel parcheggio come se, all’improvviso, si fosse ricordato di una cosa importante. «A proposito di auto... quella di Toya non c’è».

      Hyakuhei entrò in una stanza buia dell’edificio, portando con sé il ragazzo che aveva scelto come suo seguace. Scostandogli i capelli dagli occhi ancora chiusi, sentì l’odore della ragazza sulla pelle.

      «Bene Tasuki, quando ti sveglierai ti ritroverai con un dono molto prezioso da parte mia... il dono della vita eterna.» disse sorridendo, come se stesse parlando con un bambino, e aggiunse: «Ma poi capirai... che quella vita mi appartiene.».

      I suoi occhi divennero rossi quando si sentì invocare da uno dei suoi figli. Non gli piaceva essere disturbato durante un risveglio, ma uno dei suoi prediletti lo aveva chiamato. Sapendo che non l’avrebbe fatto se non fosse stato importante, rispose alla sua richiesta.

      Guardò il ragazzo che aveva trasformato, poi svanì, lasciandolo da solo nella stanza chiusa a chiave.

      *****

      Yohji sentiva le fitte di dolore che lo costringevano a stare sveglio. Cavolo, gli faceva male dappertutto. Iniziò a ricordare che cos’era successo e perché stava così male. Aveva incontrato Kyoko e aveva deciso di giocare con lei, poi era arrivata quella stupida guardia di sicurezza.

      Come faceva ad essere così forte? Quando aveva provato a reagire, non ci era riuscito. Era come se avesse tentato di lottare contro un branco di lupi affamati e adesso soffriva per lo sforzo.

      Trovando finalmente il coraggio di aprire gli occhi, si trovò davanti un ragazzino che lo guardava. Aveva circa 12 anni e avrebbe potuto definirlo albino, se non fosse stato per i suoi occhi neri e vuoti.

      Attirato dall’odore di sangue fresco, Yuuhi apparve accanto al ragazzo ferito. Osservandolo, rimase immobile come una statua e lo sfiorò con la propria aura, poi annuì. Il ragazzo era già infettato dal male, ma c’era un odore di purezza che avvolgeva la sua energia negativa.

      Quei resti di pura energia sembravano vivere per un potere immortale. “Sorprendente.” disse tra sé, poi, mentre il ragazzo apriva gli occhi, sussurrò: «Padre, è entrato in contatto con la ragazza pura... la sua energia si sente ancora.». Le sue zanne brillarono nell’oscurità con un sorriso mentre aggiungeva: «Lo teniamo?».

      Yohji restrinse lo sguardo per quelle strane parole, poi si guardò attorno alla ricerca dell’altro interlocutore e vide un uomo dall’aspetto sinistro, avvolto dal buio del vicolo. Era alto ed emanava energia come se fosse un dio vendicativo.

      Yohji, terrorizzato, notò i suoi occhi rossi e i canini. Si addossò contro il muro, non sarebbe mai riuscito a correre in quelle condizioni.

      Hyakuhei scrutò il giovane che aveva molestato la ragazza che adesso considerava già sua. Aveva osato toccarla e avrebbe pagato per la sua insolenza. Inspirando, percepì la scia dell’odore del lupo che aveva già pestato il ragazzo, e restrinse lo sguardo. Kotaro era stato lì... come osava interferire? Era per colpa sua che la ragazza era sparita senza lasciare traccia? Hyakuhei ringhiò al solo pensiero che il Lycan fosse così vicino al cristallo e a lei ancora una volta. Solo perché la ragazza aveva scelto lui, ciò non significava che gli appartenesse. Non era mai dipeso da lei... non aveva imparato la lezione in passato?

      Credeva di aver ucciso quella vile creatura insieme a Toya secoli prima, per aver osato ostacolarlo e per aver cercato di proteggere la ragazza da lui. “Non importa.”, i suoi pensieri si rattristarono per un momento, “Un tempo hai messo Toya e la sacerdotessa contro di me... e guarda cosa mi hai costretto fare.”.

      Poi ripensò all’accaduto e i suoi occhi si oscurarono. Se Toya non avesse cercato di diventare un guardiano della sacerdotessa e di allontanare Kyou da lui... adesso non sarebbe più all’inferno ma lì al suo fianco, insieme a Kyou. L’unico colpevole di aver alimentato le convinzioni sbagliate di Toya era Kotaro.

      Era stato lui ad avvertire la sacerdotessa delle sue vere intenzioni. Era strano come il tempo potesse deformare anche le bugie dette.

      «E così l’hai trovata di nuovo.» sussurrò.

      Fu riportato al presente dal piagnucolio del ragazzo accovacciato contro il muro. Gli servivano altre nuove reclute per trovare la sua sacerdotessa scomparsa, nel caso in cui Kotaro fosse con lei. Hyakuhei la voleva e l’avrebbe avuta.

      E sarebbe stato aiutato dall’idiota che aveva cercato di farle del male. Solo lui avrebbe potuto contaminare una creatura così pura. Aveva molti progetti per la sua sacerdotessa... dopotutto, mille anni erano tanti per trovare nuovi modi per torturare qualcuno.

      Tornando nell’ombra, fece un cenno a Yuuhi e i suoi occhi brillarono. «Fallo soffrire. Tortura la sua carne, ma non ucciderlo.» gli disse. Voleva che il ragazzo soffrisse per le sue azioni, così avrebbe capito che non doveva mai sfidare il suo nuovo padrone né toccare la ragazza.

      Yohji guardò il ragazzino e spalancò gli occhi per la paura. La creatura gli stava sorridendo ma il suo era un sorriso omicida. Le sue zanne erano lunghe e affilate e gli occhi non erano più neri, ma di un rosso scuro, in inquietante contrasto con la sua pelle e i suoi capelli color alabastro. Sembrava un bambino ma in realtà era un demone che rubava l’anima sotto mentite spoglie, e Yohji aveva davvero paura.

      Lo vide sollevarsi da terra per poi saltargli addosso, e gridò di terrore. Non avrebbe mai saputo che cosa fosse mentre i denti e gli artigli gli strappavano la carne, causandogli un dolore inimmaginabile.

      *****

      Toya guardò la ragazza addormentata sul sedile del passeggero accanto a lui. «Maledizione, non farlo mai più!» esclamò,

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