Venuti Dal Cielo, Volume 1. Olga Kryuchkova

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Venuti Dal Cielo, Volume 1 - Olga Kryuchkova

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ova, Olga Kryuchkova

      VENUTI DAL CIELO

      Volume 1

      Traduzione: Roberto Felletti

      Copyright © 2021

      Elena Kryuchkova, Olga Kryuchkova

      Tutti i diritti riservati

      Copertina: Immagine di Mystic Art Design da Pixabay (Mysticsartdesign)

      Titolo originale: Coming from Heaven, Book 1

      Editora Tektime

      www.tektime.it

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      Sommario

       Personaggi

       Capitolo I

       Capitolo II

       Capitolo III

      Inghilterra

       William Adamson – insegnante di mitologia e storia antica

       Alice Adamson – medium, sorella minore di William

       Chris Aldridge – avvocato e futuro sposo di Alice

       Genevieve Adamson-Parker – madre di William e Alice, sposata con Harold Adamson e successivamente con Raymond Parker

       Grace Adrian – sorella di Harold, zia di William e Alice, proprietaria di una sfarzosa tenuta in Scozia

      Questa storia è frutto di fantasia e ogni riferimento a persone o fatti reali è casuale.

      I nomi delle persone reali che sono vissute nel passato sono contrassegnati da note a piè di pagina. Ma le descrizioni delle loro vite in questa storia sono inventate.

      Questa storia è interamente un’opera di fantasia.

      VOLUME I: L’EREDITÀ SCOZZESE

      Inghilterra, Londra, 1870, durante il regno della Regina Vittoria1

      In uno dei distretti della City di Londra2, Islington, in una delle molte strade, da centinaia di anni sorgeva una casa di mattoni rossi. Vi abitavano fratello e sorella, William e Alice Adamson. Il padre di famiglia, Harold, era morto d’infarto. La loro madre, Genevieve, essendo più giovane del marito defunto, e avendo ancora conservato la sua avvenenza, avendo trascorso il periodo di lutto previsto, si era risposata. Il nuovo marito, Raymond Parker, era considerato un uomo ricco.

      William aveva già superato i trent’anni, ma nonostante la sua età, l’uomo non si era ancora fatto una famiglia sua. Insegnava mitologia, storia antica e fondamenti di archeologia presso uno dei college femminili di Londra, non molto prestigioso. Naturalmente, il reddito di Mr. Adamson era modesto.

      A volte egli scriveva articoli di storia, archeologia e analisi della mitologia che venivano pubblicati con un certo successo. Ma questa occupazione era più per l’anima e la conoscenza che per il guadagno. Perché non era molto remunerativa.

      In gioventù, William aveva partecipato a una spedizione archeologica francese in Mesopotamia e in Media, promossa dal governo francese. La spedizione era guidata dal famoso orientalista e diplomatico Fulgence Fresnel3. La spedizione durò tre anni, fu raccolta una quantità enorme di materiali preziosi e terminò nel 1854. Julius Oppert4 prese parte alla medesima spedizione; William e Oppert diventarono amici e continuarono a scriversi. Fresnel rimase per sempre a Baghdad.

      Dopo essere tornato dalla spedizione, a Julius fu riconosciuta la cittadinanza francese in onore dei risultati conseguiti in archeologia e in storia. Julius era di origine franco-tedesca: era francese da parte di madre e tedesco da parte di padre. Studiò a lungo il materiale ottenuto durante la spedizione, specialmente le tavolette d’argilla con la scrittura cuneiforme. Il risultato del suo scrupoloso lavoro diede vita al concetto scientifico di “lingua sumera” e a un’opera corposa intitolata “Expédition Scientifique en Mésopotamie”. Questo lavoro fu pubblicato dopo la morte di Fresnel. Dopo l’acclamata ed eccezionale pubblicazione, Julius fu nominato professore di filologia assira e archeologia presso il prestigioso College de France. Oppert restò in Francia e cominciò a farsi chiamare Jules, alla francese.

      Durante la spedizione in Mesopotamia, Adamson era ancora giovane. Aiutò negli scavi e con le incombenze della vita da campo. Tuttavia, la partecipazione alla spedizione francese lasciò per sempre il segno nell’anima di William. Egli, chiaramente, decise di diventare uno scienziato e si dedicò allo studio delle culture antiche.

      Sfortunatamente, William non poté vantare i brillanti successi di Oppert. Ciononostante, Adamson dedicò parecchio tempo al lavoro scientifico e alla scrittura di articoli per varie pubblicazioni accademiche. Egli ebbe anche accesso ai cataloghi che descrivevano i materiali portati dalla spedizione di Fresnel, ed ebbe un’attiva comunicazione epistolare con Oppert. Adamson non si lasciò sfuggire l’opportunità di trarre vantaggio dalla decifrazione della scrittura cuneiforme sumera, che fu realizzata da Julius Oppert e da orientalisti e fondatori dell’Assiriologia5 di chiara fama, tra cui Henry Rawlinson e il suo studente George Smith.6 E il risultato dei suoi molti anni di sforzi fu la versione letteraria di alcune traduzioni di tavolette d’argilla della Mesopotamia e del loro adattamento in inglese. Adamson intitolò il suo lavoro “Miti Sumeri”. Studiando le traduzioni, egli giunse alla conclusione che le antiche divinità mesopotamiche, come quelle greche e romane, avevano tutte vizi umani. Come dimostrato dai documenti antichi.

      Dopo un po’ di tempo, in seguito all’analisi del suo lavoro, Adamson avanzò una supposizione estremamente audace: le antiche divinità mesopotamiche non erano soltanto un mito, bensì creature viventi di sangue e carne – rappresentanti di una civiltà più sviluppata che arrivò nel territorio dell’antica Mesopotamia da un’altra regione. O forse da un altro mondo.

      Secondo uno dei miti, riraccontato alla lettera da Adamson, nei tempi antichi, a nord della città-stato sumera di Uruk7, fu eretto il complesso di templi dorati di Inanna, la dea della fertilità, dell’amore e del raccolto. Tracce di questo, una volta magnifico, complesso di templi furono, secondo quanto si dice, scoperte dal geologo e archeologo britannico William Kenneth Loftus nel 1849. Gli antichi Sumeri chiamavano questo posto Eanna. Era un sito sacro cinto da mura, un luogo di adorazione della dea Inanna, sul quale erano stati eretti tre templi.

      Come insinuava William, il complesso di templi fu distrutto da un disastro naturale. La supposizione non veniva dal niente; Oppert aveva decifrato un frammento di una delle molte tavolette d’argilla parzialmente sopravvissute. Su di essa c’era scritto: “Per sette giorni i cieli furono coperti dall’oscurità, balenavano i lampi, i fiumi strariparono sulle loro rive e la terra tremò… I templi della dea Inanna scomparvero senza lasciare traccia…”

      Poi Mr. Adamson si pose una domanda: il tempio di Inanna era stato distrutto

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