Caro Papa Chi Sei?. Andrew Clock
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In breve, significa che la Chiesa, compreso il Papa, deve conservare e trasmettere la pura fede ricevuta da Gesù Cristo attraverso gli Apostoli. Non può cambiarla, ma soltanto interpretarla adattandola ai tempi presenti.
1. Il dogma di infallibilità.
Il dogma dell'infallibilità Papale (o infallibilità pontificia) afferma che il Papa non può sbagliare quando insegna « ex cathedra » , ossia come dottore o pastore universale della Chiesa (episcopus servus servorum Dei): di conseguenza il dogma vale solo quando esercita il ministero petrino proclamando un nuovo dogma o definendo una dottrina in modo definitivo come rivelata [64] .
Il dogma d’infallibilità del Papa, fu proclamato da Papa Pio IX il 18 luglio 1870 durante il Concilio Vaticano I, nella costituzione dogmatica « La Pastor Aeternus » .
«Perciò Noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro Salvatore, per l'esaltazione della religione Cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l'approvazione del sacro Concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere Apostolico definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell'infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del Romano Pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della Chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema».
Nella costituzione « Pastor Aeternus » , il concilio Vaticano I ha definito due dogmi della Chiesa cattolica: il primato Papale e l'Infallibilità Papale.
2. Le fonti biblici del dogma.
Le fonti del dogma dell'infallibilità Papale risale ai tempi di Gesù Cristo. Le basi bibliche di questa dottrina si trovano nei Vangeli. Gesù diede a Pietro il potere di « legare e sciogliere »:
« E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli (M t 16,18-19)».
Gesù da a Pietro il compito di «pascere i suoi agnelli»:
«Quando ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro? Gli rispose: Certo, Signore, tu lo sai che ti amo. Gli disse: Pasci i miei agnelli (Gv 21,15)».
Gesù pregò per Pietro affinché la su fede non venisse meno per « confermare dei suoi fratelli nella fede » [65] :
«Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli (Lc 22,31-32)».
3. La Chiesa è nel mondo, ma no del mondo.
La crisi presente nel mondo ha grande influenza nella Chiesa perché essa è nel mondo, ma non è del mondo. Questa consapevolezza dovrebbe aiutare il Popolo di Dio a proseguire sulla strada del Vangelo rischiando anche rifiuto da parte del mondo. Gesù ce lo ricorda:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato ( Gv 15, 18-21)».
La Chiesa è nel mondo per dare la testimonianza delle fede, per aiutarlo nella conversione verso vero Dio. Invece notiamo che, le idee del mondo entrano nella Chiesa e la trasformano alla sua immagine. Sembra che non la Chiesa cambia il mondo, ma il mondo cambia essa. Miglior esempio è ambiguo comportamento di Papa Francesco ciò solleva numerosi interrogativi da parte dei cattolici sull'infallibilità dei successori di San Pietro.
Purtroppo, tanti dei cattolici sono scandalizzati, vedendo che Vicario di Cristo e successore di san Pietro, spesso, si comporta come lupo travestito con la pelle della pecora:
«Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci (Mt 7,15)».
4. Il Papa è sempre infallibile?
Dobbiamo sapere che il Papa può sbagliare. Non è infallibile ogni volta che parla affacciandosi alla finestra o durante le udienze del mercoledì, neppure quando pubblica le encicliche. Non è infallibile ogni volta che esprime le proprie opinioni ciò è stato sottolineato in questo libro.
Il Papa è infallibile quando, come pastore universale della Chiesa, con «un atto definitivo proclama una dottrina riguardante la fede o la morale come rivelata da Dio.
Vorrei ricordare ancora una volta le parole di Papa Benedetto XVI pronunciate il 7 maggio 2005 durante la Santa Messa nella Basilica di san Giovanni in Laterano in occasione dell’insediamento della cattedrale del Vescovo di Roma:
« Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio , di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo. Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù. Il Papa è consapevole di essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui cambiamenti delle mode» [66] .
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