Il piccolo santo: Dramma in cinque atti. Bracco Roberto
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Il Dottore, in conclusione, sostiene che questo nervosismo potrai facilmente vincerlo tu.
Io?!
(seduto in disparte, ascolta con vivissima attenzione.)
Spieghiamoci, Don Fiorenzo. Nel caso attuale non nego che la scienza si trovi all'oscuro, ma per uscirne non fa come il fanciullo al quale l'avete paragonata. Essa non chiede aiuto che a sè medesima.
E allora, perchè vi rivolgete a questo misero pretonzolo?
Voi siete un egregio sacerdote a cui faccio tanto di cappello e, per la buona gente di questi luoghi, siete anche, non indegnamente, il piccolo santo; ma per me, oggi, voi non siete che uno strumento della scienza, cioè un uomo che io ho ragione di ritenere dotato d'una specialissima energia, la quale, in alcune circostanze, agisce sulle energie altrui. Può agire, a parer mio, perfino senza che voi lo vogliate… E, vedete, mi piace di confessarvi che il materialismo della mia opinione non m'impedisce di riconoscere che sia un elemento efficace il vostro abito sacerdotale. – «Perchè vi rivolgete a questo misero pretonzolo?» – avete detto, e quel certo orgoglio camuffato a modestia non era ingiustificabile…
(interrompendolo in tono di calorosa protesta) No, Dottore! V'ingannate a partito! Io non ho avuta nessuna intenzione orgogliosa!
Voi l'avete avuta, e io stesso la trovo legittima. Sissignore! La trovo legittima giacchè sono persuaso che la figura… del pretonzolo contribuisce a mettere l'animo del credente in uno stato che agevola la trasmissione di quella tale energia che avete sortita da natura…
(con vivace umorismo misto di inquietudine) Ma, a buon conto, che accidempoli è?.. Ffffuh!.. Un soffio? Un fluido? Una qualche cosa sul genere di quella del telegrafo senza fili?
Probabilmente, non molto diversa.
Sicchè, io sono un uomo straordinario?.. Un animale raro?..
Siete un animale… – la parola è vostra – non comune. Questo, ve lo posso garantire.
«E così sia!» Disponete di quell'animale che sono, e che il Signore v'illumini.
(quasi lagrimante) Io non ne capisco un'acca di ciò che dice il Dottore, ma debbo pur fidare nella sua scienza… perchè… meglio la sua scienza che niente!
Coraggio! Coraggio, Sebastiano!
(con un impeto bruscamente doloroso) Se quella disgraziata mi muore, vedrai quale specie di coraggio avrò!
(mettendogli una mano sulla nuca) Evvia, vecchio fanciullo!.. Sono cose che non si dicono e che, soprattutto, non si devono fare!.. (Molto commosso anche lui, lo trattiene un istante, stringendoselo al fianco; indi, lo sospinge.) Auff!..
(con le lagrime negli occhi, esce.)
Ditemi la verità, Dottore: voi che ne pensate?
Caro Don Fiorenzo, se riuscirete, come spero, a farla nudrire, potrà resistere ancora… Altrimenti…
(getta un sospiro con gli sguardi al cielo.)
Siamo d'accordo, eh?.. Vi chiamerò io.
Mi chiamerete voi.
(uscendo, saluta) Signor Giulio…
(rispettosamente) Dottore…
SCENA IV
Me ne spetterà, dico, anche a me un pezzettino di Don Fiorenzo…
(ravvivandosi e scacciando qualche preoccupazione) E sì! Eccoci soli, eccoci soli, finalmente!
Eccoci soli, ma la tua testa continua ad essere in servizio pei guai degli altri. Questo l'ho bell'e capito.
No, sai. Ho una mala paura che oggi il demone dell'egoismo pigli il sopravvento. E, d'altronde, sfido io a non diventare egoisti quando si gode d'una contentezza come quella di cui tu mi fai godere!..
Caro quel reverendo!
Sarà, forse, una contentezza che durerà poco, perchè chi sa con quante attrattive ti richiamerà l'America latina, ma, se non altro, ti avrò veduto, ti avrò… conosciuto! Ventiquattro anni addietro eri un gingillino senza connotati; e, durante questo tempo, potevo io realmente conoscerti per mezzo di qualche lettera e di qualche fotografia?
No certo!
Dunque, ti conosco adesso. (Allegro) Signor fratello, io sono enormemente felice di far la sua conoscenza!
Ed io, reverendo, le dedico con tutto il cuore la mia servitù e mi onoro di prevenirla che ho il fermo proposito… di appiccicarmele addosso!
Che! Che!.. Queste son parole al vento! Non ci credo.
Non ci credi?!.. Vedrai se non mi ti appiccico come un francobollo!.. Ne ho fino ai capelli delle emozioni metropolitane… Ho fatto lo scapestrato… nell'America latina, e ne sono stufo! Adesso, ho sete di tranquillità, ho sete d'aria pura…
Dove pascola il mio gregge, aria pura gratis et amore Dei!
A scanso di equivoci, non vengo a mettermi in concorrenza coi tuoi poverelli per spillarti il borsellino. Qualche soldo per vivacchiare a mie spese l'ho messo in salvo.
L'alloggio, per altro, lo accetterai, superbaccio che sei!
Grazie, no! Ho visto che la tua casa è molto frequentata… dal gregge, il che non mi divertirebbe punto. A me serve un'abitazione libera e indipendente.
Per fare il comodaccio tuo?
Nè più, nè meno.
Sì, ma, un momento… Andiamo piano… Che specie di comodaccio?.. L'aria pura è a tua disposizione… Ma da queste parti molte altre cose sono abbastanza pure,