”Dolce Settembre”. Gabrielle Queen
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Читать онлайн книгу ”Dolce Settembre” - Gabrielle Queen страница 8
Charlie era stata lasciata a correre libera sulla grande spiaggia, dove non c'era quasi nessuno a parte un gruppetto di adolescenti intenti a fare il bagno e a prendere il sole mezzi nudi persino a marzo.
Camminavano rilassati dovendo ammettere che il paesaggio era bellissimo: da una parte colline coperte di vegetazione, e dall'altra il mare, con le onde che si infrangevano dolcemente sui sassi che componevano un muretto naturale a qualche centinaio di metri al largo. Il posto era veramente ideale per una lunga vacanza dopo innumerevoli giornate trascorse in ufficio.
Sandy andava piano, assorta nei pensieri, e ogni tanto si chinava per raccogliere qualcosa: un sassolino con forma interessante, un piccolo ramo, un pezzo di vetro che la forza delle onde aveva reso particolare.
Justin raccolse una piccola conchiglia bianca e gliela porse. Lei esitò poi la prese.
<<Allora...>> disse, infilando le mani nelle tasche dei jeans. Accanto all'eleganza di lei, sembrava poco più di uno che lavorava in una stalla, e non gli piaceva per niente sentirsi in inferiorità.
<<Allora...>> le fece eco lei. La tensione di prima era un po' svanita e lui seppe di aver fatto bene a portarla al mare.
<<Avevi ragione, ti ho inseguita apposta>> ammise evitando di guardarla negli occhi. <<Forse come te, volevo dare un'occhiata alla scena della nostra...futura convivenza forzata>>.
Lei sospirò e alzò lo sguardo in lontananza, dove all'altro confine della spiaggia si osservava una casa gialla.
<<Ancora non siamo sicuri che succederà davvero>> fece notare, fissando la conchiglia nella sua mano.
<<Senti Sandy...sia io, Gerardo e l'intera ditta abbiamo un gran rispetto per te e per il tuo lavoro...Ti apprezziamo e ti vogliamo bene, forse a parte l'idea della carta da pareti con fiori di lavanda>>.
Lei abbozzò un piccolo sorriso e lui si sentì incoraggiato e continuò.
<<Il fatto e' che non possiamo assolutamente perdere questa battaglia. Non possiamo rischiare di non partecipare alla gara organizzata dalla Nestlè' con le migliori ditte del mondo. Abbiamo lavorato troppo sodo , io, Gerardo e tutti quanti per arrivare al risultato di oggi: un centro come loro ci prendono in considerazione per il nuovo prodotto! Se vinciamo, diventeremo tutti milionari, forse anche te stessa!>>
<<Dove vuoi arrivare ?>> chiese la ragazza fissando la linea dell'orizzonte, benché lo sapesse già.
<<Tu hai ottime idee, hai già attirato cinque clienti dalla nostra parte, di quelli importanti>> proseguì Justin. <<Sei davvero geniale. Ma ti manca l'esperienza, che io e Gerardo abbiamo. Ti manca...non so , i capelli grigi. Ore e ore di durissimo lavoro alle spalle.>>
<<E non credi che invece ci possiamo completare?Quello che non avete voi ce l'ho io- spirito innovativo, follia della gioventù>> disse lei pensierosa.
<<Non lo so...forse. Ma so che non ci permettiamo il lusso di rischiare. Ecco Sandy...oggi non sono venuto per mia iniziativa, mi manda Gerardo, siccome sa che noi due già non andiamo molto d'accordo. E dovrei dissuaderti...>>
<<...dall'accettare la sfida>> continuò lei. Gli gettò un'occhiata molto dura, in cui si leggeva una lotta interiore ma poi le spalle cedettero e Justin seppe che ce l'avrebbe fatta.
<<Capisci che l'idea di Santo Barbieri e' pura follia: noi due, trascorrere due mesi qui, nella stessa casa? Ci ammazzeremo nelle prime ore e nulla di buono ne sarebbe per la ditta. Avremo sempre idee divergenti. Litigheremo su tutto, dal tipo di cereali della colazione fino al...non so, su tutto. E non e' giusto, nessuno ti vuole fare questo. Sei troppo giovane, carina e sinceramente, ci sembra un incarico troppo grosso per le tue spalle. Gerardo dice...laureati, prima. Gioisci delle cose della tua età: un fidanzato figo, bei vestiti, vacanze esotiche. Secondo lui, la vita comincia davvero solo ai venticinque anni...>>
<<Così e' stato per te?>> chiese lei all'improvviso. <<Sei arrivato da Touchè' a venticinque anni, e hai messo in marcia tutto...>>
<<Be' diciamo di sì>> ammise Justin leggermente imbarazzato. <<Il punto e'...capisci? Questa nostra presupposta gara non ha senso, perché se tu non partecipi la ditta potrà ugualmente presentare il suo contributo, e se proprio ci tieni, potrai prendere parte a quel contributo. Potremmo essere una squadra anche senza questa....proposta indecente.>>
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