Un Mare Di Scudi . Морган Райс
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Nonostante tutto Gwen ripensò al momento fatidico nel Mondo Inferiore, alla scelta che era stata costretta a fare. Strinse la mano di Thor e tenne il bambino con forza volendo che entrambi le fossero vicini, volendo che entrambi stessero con lei per sempre.
Eppure sapeva che uno di loro avrebbe dovuto morire. Continuò a piangere.
“Cosa c’è che non va, amore mio?” le chiese Thor.
Gwen scosse la testa, incapace di rispondere.
“Non ti preoccupare,” le disse. “Tua madre è ancora viva, se è per questo che stai piangendo.”
Gwen improvvisamente ricordò.
“È gravemente malate,” aggiunse Thor. “Ma c’è ancora tempo per incontrarla.”
Gwen capiva che doveva.
“Devo vederla,” disse. “Portatemi da lei adesso.”
“Sei sicura, mia signora?” chiese Selese.
“Nelle tue condizioni non dovresti muoverti,” aggiunse Illepra. “Hai avuto un parto difficile e devi riprenderti. Sei fortunata ad essere viva.”
Gwen scosse la testa, ostinata.
“Vedrò mia madre prima che muoia. Portatemi da lei. Adesso.”
CAPITOLO CINQUE
Godfrey sedeva al centro di una lunga tavolata di legno all’interno di un’osteria con un boccale di birra per mano, cantando insieme a un grosso gruppo di MacGil e McCloud, sbattendo i bicchieri sul tavolo insieme a loro. Ondeggiavano tutti a destra e a sinistra, battendo i boccali per cadenzare le strofe della canzone e facendo traboccare la birra sul tavolo e sulle mani. Ma a Godfrey non interessava. Era immerso nel bere, come ogni sera nel corso di quella settimana, e si sentiva bene.
Ai suoi fianchi sedevano Akorth e Fulton e guardando da una parte all’altra si sentiva soddisfatto vedendo decine di MacGil e McCloud attorno al tavolo, un tempo nemici e ora tutti riuniti a bere insieme in quell’evento che lui aveva organizzato. Gli ci erano voluti diversi giorni per setacciare l’Altopiano e giungere a quel punto. All’inizio gli uomini erano stati restii, ma quando Godfrey aveva tirato fuori le botti di birra e poi le donne, avevano iniziato ad arrivare.
Tutto aveva avuto inizio con pochi uomini, sospettosi l’uno dell’altro, tutti raccolti dalla loro parte della stanza. Ma man mano che Godfrey riusciva a riempire l’osteria, arroccata in cima all’Altopiano, gli uomini avevano iniziato ad ammorbidirsi e a interagire. Godfrey sapeva bene che non c’era nulla di meglio di un’esca come una birra gratuita per mettere gli uomini insieme.
Quello che li aveva portati oltre e li aveva trasformati quasi in fratelli era stato il momento in cui Godfrey aveva presentato le donne. Godfrey si era avvalso dei suoi contatti da entrambe le parti dell’Altopiano per ripulire i bordelli e aveva pagato profumatamente le donne. Ora questa gremivano la sala insieme ai soldati, molte sedevano in grembo agli uomini e tutti erano contenti. Le donne ben pagate erano felici, gli uomini erano felici e tutta la sala risuonava della gioia e dell’esultazione mentre gli uomini smettevano di concentrarsi l’uno sull’altro e pensavano invece al bere e alle donne.
Mentre la notte procedeva, Godfrey aveva iniziato a udire le conversazioni tra certi MacGil e certi McCloud che stavano diventando amici e che facevano progetti di pattugliare insieme. Era esattamente il genere di legame che sua sorella gli aveva chiesto di ottenere e Godfrey era orgoglioso di se stesso per avercela fatta. Si era anche divertito per tutto il tempo, le guance ora rosate per la troppa birra. Si rendeva conto che c’era qualcosa nella birra di quei McCloud: era più forte da quella parte dell’Altopiano e gli dava subito alla testa.
Godfrey sapeva che c’erano molti modi di rafforzare un esercito, di tenere le persone unite e di governare. La politica era una cosa, il governo un’altra, il rinforzo delle leggi un’altra ancora. Ma niente di tutto ciò andava al cuore degli uomini. Godfrey, nonostante tutte le sue colpe, sapeva bene come raggiungere l’uomo comune. Lui era un uomo comune. Se da una parte poteva anche avere la nobiltà della famiglia reale, il suo cuore era sempre stato tra le masse. Possedeva una certa saggezza nata dalle strade, qualcosa che tutti i cavalieri in armatura scintillante non avrebbero mai avuto. Loro erano al di sopra di tutto e Godfrey li ammirava per questo. Ma si rendeva anche conto che c’era un certo vantaggio a stare più in basso. Gli dava una diversa prospettiva sull’umanità e a volte c’era bisogno di entrambe le prospettive per comprendere la gente appieno. Dopotutto i più grandi errori che il re aveva fatto erano sempre stati generati dalla mancanza di contatto con la gente comune.
“Questi McCloud sanno come si beve,” disse Akorth.
“Non deludono per niente,” aggiunse Fulton mentre due altri boccali venivano fatti scivolare sul tavolo davanti a loro.
“Questa birra è troppo forte,” disse Akorth, ruttando sonoramente.
“Non sento per niente la mancanza della nostra madrepatria,” aggiunse Fulton.
Godfrey sentì un colpo alle costole e sollevando lo sguardo vide alcuni uomini dei McCloud che iniziavano a ondeggiare troppo forte, a gridare con voce troppo alta, ubriachi mentre coccolavano le loro donne. Capiva che quei McCloud erano ben più oltre il loro limite rispetto ai MacGil. I MacGil erano grezzi, ma i McCloud… c’era qualcosa in loro, qualcosa che dava a vedere una mancanza di civiltà. Mentre osservava la stanza con occhio esperto, Godfrey vide che i McCloud tenevano le loro donne un po’ troppo strette, che sbattevano i boccali un po’ troppo forte, che si davano gomitate un po’ troppo violentemente. C’era qualcosa in quegli uomini che faceva stare Godfrey in tensione, nonostante tutti i giorni trascorsi tra loro. In qualche modo non si fidava pienamente di quella gente. E più tempo trascorreva con loro, più iniziava a capire perché le due famiglie fossero così divise. Si chiese se potessero realmente essere unite un giorno.
Il bere raggiunse il suo picco e altri boccali vennero fatti passare tra la gente, il doppio di prima, e i McCloud non si arrestavano come generalmente i soldati facevano giunti a quel punto. Bevevano invece addirittura di più, addirittura troppo. Godfrey stava iniziando a sentirsi nervoso.
“Pensi che un uomo possa mai bere così tanto?” chiese Godfrey ad Akorth.
Akorth ridacchiò.
“Domanda sacrilega!” disse con superficialità.
“Cosa ti prende?” chiese Fulton.
Ma Godfrey era molto attento mentre un McCloud, ubriaco a tal punto, andò ad inciampare contro dei compagni facendoli cadere a terra.
Per un secondo ci fu una pausa e tutti si voltarono a guardare il gruppo di soldati al suolo.
Ma poi i soldati balzarono di nuovo in piedi, gridando e ridendo, esultando e – con sollievo di Godfrey – i festeggiamenti proseguirono.
“Direste che ne hanno avuto abbastanza?” chiese Godfrey iniziando a domandarsi se quella fosse stata una cattiva idea.
Akorth lo guardò con occhi vacui.
“Abbastanza?” chiese. “Esiste una cosa del genere?”
Godfrey notò che anche lui biascicava mentre parlava