Il Killer Dell’orologio . Блейк Пирс

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Il Killer Dell’orologio  - Блейк Пирс Un Mistero di Riley Paige

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era sempre più interessata. Sapeva che Blaine era divorziato, ma poco altro. Sembrava che lei e Blaine avessero in comune errori di gioventù. Era stato troppo facile per loro vedere la vita attraverso il roseo bagliore dell’attrazione fisica.

      “Quanto è durato il tuo matrimonio?” gli chiese Riley.

      “Circa nove anni. Avremmo dovuto porvi fine molto tempo prima. Io avrei dovuto porvi fine. Continuavo a credere di poter salvare Phoebe. Era un’idea stupida. Crystal è nata quando Phoebe aveva ventuno anni, e io ventidue, mentre studiavo per diventare chef. Eravamo troppo poveri e troppo immaturi. Il nostro secondo figlio è nato morto, e Phoebe non l’ha mai superato. E’ diventata una vera alcolizzata. E violenta.”

      Lo sguardo di Blaine si fece più distante. Riley sentiva che stava vivendo dei brutti ricordi di cui non voleva parlare.

      “Quando è nata April, mi stavo addestrando per diventare agente dell’FBI” lei disse. “Ryan voleva che mollassi, ma non l’ho fatto. Era fermamente deciso a diventare un avvocato di successo. Così, abbiamo entrambi ottenuto le carriere che volevamo. Non avevamo proprio niente in comune nel lungo termine. Non riuscivamo a creare le vere fondamenta di un matrimonio.”

      Riley ricadde in silenzio sotto lo sguardo comprensivo di Blaine. Si sentiva meglio, dopo aver parlato ad un altro adulto. Stava iniziando a capire che era quasi impossibile sentirsi a disagio in presenza di Blaine. Sentiva di potergli parlare di tutto.

      “Blaine, sono davvero combattuta al momento” disse. “Hanno davvero bisogno di me su un caso importante. Ma a casa é un vero disastro. Sembra che non stia passando abbastanza tempo con April.”

      Blaine sorrise.

      “Oh, certo. Il vecchio dilemma lavoro-contro-famiglia. Lo conosco bene. Credimi, possedere un ristorante porta via moltissimo tempo. Trovare il tempo per Crystal è difficile.”

      Riley guardò nei gentili occhi blu di Blaine.

      “Come trovi un equilibrio?” chiese.

      Blaine alzò lievemente le spalle.

      “Non c’è” rispose. “Non c’è abbastanza tempo per tutto. Ma non ci si può punire per non essere in grado di fare l’impossibile. Credimi, rinunciare alla tua carriera non è affatto una soluzione. Voglio dire, Phoebe ha provato ad essere una mamma a tempo pieno. Ha contribuito alla sua pazzia. Devi solo accettarlo.”

      Riley sorrise. Sembrava un'idea meravigliosa, accettarlo. Forse poteva farlo. Sembrava davvero possibile.

      Si protese in avanti e toccò la mano di Blaine. Lui la prese e la strinse. Riley sentì una deliziosa tensione tra loro. Per un istante, pensò che forse poteva restare con Blaine per un po’, ora che entrambe le figlie erano occupate altrove. Forse poteva…

      Ma, nonostante questi pensieri si accorse che in quegli stessi attimi si stava allontanando da lui. Non era ancora pronta ad affrontare questi nuovi sentimenti.

      La donna allontanò gentilmente la mano.

      “Grazie” gli disse. “Farei meglio ad andare a casa. Per quanto ne so, April potrebbe già essere tornata.”

      Si salutarono. Appena uscita dalla porta, il suo cellulare si mise a vibrare. Era un sms di April.

      Ho appena ricevuto il tuo messaggio. Mi spiace molto di essermi comportata in quel modo. Sono al caffè. Torno presto.

      Riley sospirò. Non aveva idea di che cosa dovesse risponderle. La cosa migliore da fare le parve non rispondere affatto. Lei ed April avrebbero parlato seriamente più tardi..

      Appena rientrata in casa, il suo cellulare si mise di nuovo a vibrare: una chiamata di Ryan. Il suo ex era proprio l’ultima persona al mondo che voleva sentire. Ma sapeva che avrebbe continuato a scriverle messaggi, se non avesse parlato subito con lui. Perciò rispose.

      “Che cosa vuoi, Ryan?” gli chiese bruscamente.

      “E’ un brutto momento?”

      Riley voleva dire che non esisteva un buon momento per lui. Ma tenne quel pensiero per sé.

      “No, va bene” gli rispose.

      “Stavo pensando di passare a trovare te ed April” le disse. “Vorrei parlare con entrambe.”

      Riley soffocò un gemito. “Preferirei che non lo facessi.”

      “Non hai detto che non è il momento sbagliato?”

      Riley non rispose. Questo era proprio da Ryan, rigirare le sue parole per provare a manipolarla.

      “Come sta April?” riprese l'uomo.

      Lei quasi sbuffò con una risata. Sapeva che stava provando ad avere una sorta di conversazione.

      “E’ carino da parte tua chiedere” Riley rispose sarcasticamente. “Lei sta bene.”

      Naturalmente, era una bugia. Ma coinvolgere Ryan nelle questioni poteva solo peggiorare le cose.

      “Ascolta, Riley …” la voce di Ryan si bloccò. “Ho commesso molti errori.”

      Sul serio, pensò Riley. Ma restò in silenzio.

      Dopo alcuni istanti, Ryan proseguì: “Le cose non sono andate bene per me di recente.”

      Riley continuò a restare in silenzio.

      “Ecco, volevo solo assicurarmi che tu ed April steste bene.”

      Riley riusciva a malapena a credere al suo coraggio.

      “Stiamo bene. Perché lo chiedi? Una delle tue ragazze se n’è andata, Ryan? O le cose stanno andando male in ufficio?”

      “Sei davvero dura con me, Riley.”

      La donna pensava di essere stata il più gentile possibile. Ora aveva compreso tutto: Ryan doveva essere solo. L’alta società, di cui era entrato a far parte dopo il divorzio, doveva averlo lasciato, o qualche nuova relazione doveva essere andata a finire male.

      Sapeva che Ryan non sopportava di stare solo. Era sempre tornato da Riley ed April come ultima spiaggia. Se lo avesse lasciato tornare, sarebbe durata solo fino a quando un’altra donna avesse catturato la sua attenzione.

      Riley disse: “Credo che dovresti sistemare le cose con la tua ultima ragazza. O quella prima ancora. Non so nemmeno quante ce ne siano state, da quando abbiamo divorziato. Quante, Ryan?”

      La donna sentì un lieve sussulto al telefono. Riley aveva senz’altro toccato il tasto giusto.

      “Ryan, la verità è che questo non è un buon momento.”

      Era vero. Aveva appena fatto una piacevole visita ad un uomo che le piaceva. Perché rovinare tutto adesso?

      “Quando sarà un buon momento?” le chiese Ryan.

      “Non lo so” fu la risposta. “Te lo farò sapere. Ciao.”

      Mise fine alla telefonata. Si accorse che stava camminando avanti e indietro

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