La Legge Delle Regine . Морган Райс
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Читать онлайн книгу La Legge Delle Regine - Морган Райс страница 7
Il capo la guardò e fece un cenno.
“Vuoi salvare la tua gente?” le chiese.
Gwen annuì con decisione.
“Sì.”
Lui annuì in risposta.
“I capi devono prendere dure decisioni,” le disse. “Ora tocca a te. Vuoi stare con noi, ma la tua nave ci farà uccidere tutti. Invitiamo la tua gente a riva, ma non possiamo permettere che la tua nave resti. Dovrai bruciarla. Allora vi accetteremo.”
Gwendolyn rimase ferma di fronte al capo con il cuore che le si spezzava al pensiero. Guardò la nave, la nave che li aveva portati attraverso l’oceano, che aveva salvato il suo popolo per mezzo mondo. Nella mente le vorticavano emozioni contrastanti. La nave era l’unico mezzo che avevano per andarsene.
Ma di nuovo, per andarsene da cosa? Ritornando al largo in un infinito oceano di morte? La sua gente poteva camminare a malapena, avevano bisogno di riprendersi. Avevano bisogno di riparo, di un porto e di un rifugio. E se bruciare la nave era il prezzo per la loro vita, allora che fosse così. Se avessero deciso di rimettersi in mare, allora avrebbero trovato un’altra nave, o ne avrebbero costruita una, o avrebbero fatto qualsiasi altra cosa fosse necessaria. Per ora dovevano vivere. Questo era ciò che contava di più.
Gwendolyn lo guardò e annuì solennemente.
“Che così sia.”
Bokbu la guardò con sguardo colmo di ammirazione. Poi si voltò e gridò un comando: attorno a loro tutti gli uomini scattarono in azione. Si sparpagliarono sulla nave aiutando i membri dell’Anello, rimettendoli in piedi uno alla volta e accompagnandoli giù dalla nave lungo le tavole di legno, fino alla spiaggia sabbiosa. Gwen rimase a guardare Godfrey, Kendrick, Brandt, Atme, Aberthol, Illepra, Sandara e tutta la gente che amava di più al mondo passarla accanto.
Rimase lì e attese fino a che ogni persona ebbe lasciato la nave, fino a che lei fu l’unica rimasta: solo lei, Krohn ai suoi piedi e accanto a lei, in silenzio, il capo.
Bokbu teneva una torcia in fiamme e la porse a uno dei suoi uomini. Questi la allungò e toccò la nave.
“No,” disse Gwen afferrandogli il braccio.
L’uomo la guardò sorpreso.
“Un capo deve farlo da sé,” gli disse.
Gwen prese con cautela la pesante torcia infiammata, poi si voltò ricacciando una lacrima e diede fuoco a una vela ammucchiata sul ponte.
Gwen rimase ferma a guardare le fiamme che facevano presa propagandosi sempre più velocemente sulla nave.
Lasciò cadere la torcia. Il calore saliva così rapidamente che Gwen si voltò, seguita da Krohn e Bokbu, e scese la tavola di legno diretta verso la spiaggia, verso la sua nuova casa, verso il luogo che era loro rimasto nel mondo.
Mentre si guardava attorno osservando quella giungla straniera, udì gli strani versi di uccelli e animali che non conosceva e non poté che chiedersi: Avrebbero potuto costruire una nuova patria lì?
CAPITOLO CINQUE
Alistair stava in ginocchio sulla pietra, tremante per il freddo, e guardava la prima luce del primo sole nell’alba che si alzava sulle Isole del Sud illuminando le montagne e le vallate con il suo tiepido bagliore. Le tremavano le mani che erano ammanettate ai ceppi di legno mentre stava lì inginocchiata lì, con il collo appoggiato dove molti altri colli si erano adagiati prima. Abbassò lo sguardo e poté vedere le macchie di sangue sul legno, le fenditure dove le lame erano scese prima. Percepiva la tragica energia di quel legno mentre il suo collo lo toccava, sentiva gli ultimi momenti, le ultime emozioni di tutti coloro che vi erano stati uccisi prima di lei. Il suo cuore era gonfio di miseria.
Alistair sollevò coraggiosamente lo sguardo e vide il suo ultimo sole, vide il nuovo giorno che iniziava provando la surreale sensazione che non avrebbe vissuto per vederlo svolgersi. Apprezzava quel momento più di quanto avesse mai fatto. Mentre scrutava quella fresca mattinata una leggere brezza soffiava e le Isole del Sud apparivano più belle che mai, il posto più bello che avesse mai visto, con gli alberi in fiore in un’esplosione di arancio, rosso, rosa e viola, i frutti appesi in abbondanza. Grossi uccelli dalle piume viola e api arancioni stavano già ronzando nell’aria e la dolce fragranza dei fiori la avvolgeva trasportata dal vento. La nebbia luccicava alla luce dando a ogni cosa un tocco di magia. Non aveva mai sentito un tale attaccamento a quel posto: sapeva che era una terra dove sarebbe stata felice di vivere per sempre.
Alistair sentì dei piassi sulla pietra e guardando oltre vide Bowyer che si avvicinava fermandosi davanti a lei. Teneva in mano una grossa accetta che gli penzolava di lato e la guardava con sguardo accigliato.
Dietro a lui Alistair poteva vedere le centinaia di abitanti delle Isole del Sud, allineati come uomini leali a lui, disposti in un grande cerchio attorno a lei in quello spiazzo di pietra. Erano tutti a una buona ventina di metri da lei, lasciando un ampio spazio per lei e Bowyer. Nessuno voleva essere più vicino quando il sangue sarebbe spruzzato.
Bowyer teneva l’ascia con le dita che gli prudevano, chiaramente ansioso di finirla con quella storia. Gli leggeva negli occhi il desiderio di essere re.
Alistair era soddisfatta almeno per una cosa: per quanto fosse ingiusto, il suo sacrificio avrebbe permesso ad Erec di vivere. Questo significava per lei più della sua vita stessa.
Bowyer fece un passo avanti, si chino verso di lei e le sussurrò nell’orecchio a voce bassa in modo che nessuno potesse udire: “Sii certa che il tuo colpo di morte sarà ben netto,” le disse alitandole sul collo. “E così sarà anche quello di Erec.”
Alistair lo guardò con allarme e confusione.
Lui le sorrise, un sorrisino dedicato solo a lei e che nessun altro poteva vedere.
“È giusto così,” le sussurrò. “Potrebbe non accadere oggi, potrebbe non accadere per molte lune. Ma un giorno, quando meno se l’aspetta, tuo marito si troverà il mio pugnale nella schiena. Voglio che tu lo sappia prima che ti spedisca all’inferno.”
Bowyer fece due passi indietro, strinse la mano con forza attorno all’impugnatura dell’accetta e piegò il collo preparandosi a tirare il colpo.
Il cuore di Alistair batteva fortissimo mentre stava lì inginocchiata, rendendosi conto della profonda malvagità di quell’uomo. Non solo era ambizioso, ma anche codardo e bugiardo.
“Liberatela!” chiese una voce improvvisamente, squarciando il silenzio della mattina presto.
Alistair si voltò alla meno peggio e vide scatenarsi il caos mentre due figure improvvisamente facevano irruzione tra la folla, al limitare della radura e venivano trattenute dalle mani nerborute delle guardie di Bowyer. Alistair fu scioccata e riconoscente di vedere la madre di Erec e la sorella lì in piedi, con sguardi affannati a segnare loro il volto.
“È innocente!” gridò la madre di Erec. “Non dovete ucciderla!”
“Avreste il coraggio di uccidere una donna?” strillò Dauphine. “È una