Una Amore come il Loro . Sophie Love
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Читать онлайн книгу Una Amore come il Loro - Sophie Love страница 4
Sulla sedia accanto a lei, Cristiano all’improvviso raddrizzò la schiena. Sorseggiò il suo vino, distogliendo lo sguardo. Si era teso? E in quel caso, che cosa lo aveva irritato nel suo commento?
Allora Keira fu colpita da un terrore inaspettato. Cristiano aveva pensato che volesse prendere un appartamento insieme a lui?
L’imbarazzo la travolse. Keira si incurvò nella sua sedia. Non era stato affatto quello che stava suggerendo! Sarebbe stato assurdamente presuntuoso da parte sua aspettarsi che Cristiano volesse trasferirsi subito con lei, anche perché non avevano ancora parlato di niente. E soprattutto perché non aveva idea di quanto tempo lo avrebbe voluto con sé. C’era un’intera gamma tra il presente e per sempre! All’improvviso, il modo in cui avevano gettato al vento la prudenza in preda allo stordimento del romanticismo sembrò un po’ precipitoso. Era apparso incredibile sull’aereo, ma lì nel suo territorio era diverso. Era reale. A un certo punto avrebbe dovuto trovare il coraggio di avere una conversazione vera e propria con lui sugli aspetti concreti di una relazione a distanza, ma l’ultima cosa che voleva era farlo scappare.
Keira cadde in silenzio, persa tra i suoi pensieri, prendendo piccoli sorsi di vino. Da partecipante alla conversazione, si trasformò in una spettatrice, continuando a guardare mentre Bryn ridacchiava per le battute di Cristiano e commentava sul suo incantevole accento, fissandolo con sguardo adorante. Quando si tese dall’altra parte dell’isola della cucina e gli toccò delicatamente il braccio, Keira tornò alla realtà. Era il momento di una strategia di fuga. Si esibì in un rumoroso sbadiglio.
Bryn sussultò sorpresa, come se si fosse completamente dimenticata che Keira fosse lì.
“Sei stanca?” chiese. “Non sentirti obbligata a rimanere in piedi per me. Hai solo un giorno prima di tornare a lavoro e non vorrai essere esausta.”
Di solito Keira trovava irritante la scena della chioccia di Bryn, ma quella volta apprezzò l’invito a ritirarsi presto per la notte. E ad allontanarsi dalla sorella.
Si alzò. “Mi dispiace, sono così esausta dopo il viaggio. Parliamo meglio domani, e ho anche un regalo per te.”
Bryn sorrise. “Fantastico, non vedo l’ora.”
Anche lei si alzò in piedi e le sorelle si abbracciarono. Poi Keira guardò Cristiano, che era ancora seduto.
“Tu vieni?” chiese.
Cristiano sembrò sorpreso, come se non gli fosse nemmeno passato per la mente che Keira si aspettasse che andasse a letto insieme a lei.
“Ah, sì, certo,” rispose, sembrando tutt’altro che sicuro.
“Non sei costretto,” intervenne Bryn in fretta. “Se non sei stanco, sentiti libero di rimanere alzato insieme a me e a chiacchierare. Ho dell’altro Syrah neozelandese. ”
Keira guardò la sorella con gli occhi stretti. Cristiano spostò lo sguardo da una donna all’altra come se fosse sospeso tra qualcosa che non capiva del tutto. Alla fine si alzò, decidendo chiaramente di seguire Keira. Lei annuì con decisione in riconoscimento della propria vittoria.
“A domani,” disse Cristiano a Bryn. “Grazie per il vino.”
Keira notò che non aveva finito il suo bicchiere. Si sentì in colpa per averlo strappato via così dalla serata, ma conosceva Bryn meglio di lui. Lasciarlo da solo con la sorella sarebbe stato potenzialmente pericoloso!
“Buona notte,” disse Keira a Bryn, mentre trascinava la valigia in camera da letto.
Cristiano entrò dopo di lei. Non appena fu dentro, Keira si chiuse la porta alle spalle. Vi si appoggiò contro e fece un profondo respiro.
“Mi dispiace moltissimo,” dichiarò.
Cristiano sembrò perplesso. “Non capisco. Mi è sembrata gentile.”
“Stava flirtando con te!” rispose lei, scuotendo la testa.
Cristiano non apparve affatto turbato. “Non mi dà fastidio.”
“Beh, a me sì,” gli disse Keira. “È mia sorella. È scortese.”
Lui si limitò a scuotere le spalle. Si avvicinò e avvolse le braccia attorno a Keira. “Lo sai che ho occhi solo per te,” rassicurò la donna, stringendo il suo corpo al proprio.
“Non sei tu quello che mi preoccupa,” rispose Keira, rilassandosi contro di lui. “Sono tutte le donne dal sangue caldo del mondo.”
In quel momento fu colpita da un’improvvisa epifania. In Italia, Cristiano, anche se indubbiamente attraente, era uno tra i tanti. Lì a New York invece era una creatura esotica, un autentico maschio italiano, un modello che sembrava uscito dalle pagine di un catalogo di moda. La sua città natale poneva una serie di sfide tutte nuove alla loro relazione che lei non aveva ancora considerato.
C’era una sola soluzione. Avrebbe dovuto tenerlo completamente impegnato dall’alba al tramonto, supervisionando mattina, mezzogiorno e sera!
“Dovremmo svegliarci presto domani,” disse, liberandosi dal suo abbraccio. Iniziò a svestirsi per il letto. “Solo un giorno del fine settimana per divertirsi prima che debba tornare a lavoro. Abbiamo molte cose da vedere.”
Cristiano sorrise. “Non vedo l’ora. Ma non andiamo subito a dormire, non è vero?” Le lanciò uno dei suoi sguardi suggestivi. “Sono stato rinchiuso su un aeroplano per ore. Ho un sacco di energia da scaricare.”
Anche l’espressione di Keira si ravvivò. Si tese verso l’interruttore della luce. “Qualsiasi cosa desideri,” mormorò, e poi la spense, sprofondandoli nel buio.
CAPITOLO TRE
Keira fu svegliata dal suono stridulo della sua sveglia. Segnava le sette del mattino, ma grazie al jet-lag e alla parte relativamente breve di notte in cui lei e Cristiano avevano usato il letto per dormire, il suo corpo si sentiva come se fosse ancora notte fonda. Era intontita, come se avesse fatto un sonnellino nel momento sbagliato del giorno.
Nonostante il disagio fisico, mentalmente era molto emozionata per la giornata che li aspettava. Saltò immediatamente giù dal letto, alimentata dall’eccitazione e dall’adrenalina creata dalla stanchezza.
Si voltò per guardare Cristiano. L’uomo era ancora profondamente addormentato.
“Sveglia,” disse, chinandosi su di lui e baciandogli la fronte.
I suoi occhi si aprirono faticosamente. “Devo proprio?” chiese, sbadigliando. “Quel lungo volo mi ha sfinito.”
“Ah, è stato il volo a sfinirti, eh?” disse maliziosamente Keira, facendo un occhiolino.
Ma capì che si era già riaddormentato!
Decise di lasciarlo riposare e andò a lavarsi e prepararsi per la giornata.
Si diresse con cautela verso il soggiorno. Era buio e Bryn russava rumorosamente. Facendo attenzione a essere più silenziosa possibile e a non svegliare la bestia addormentata, superò la sorella in punta