Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità. Amy Blankenship

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Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità - Amy Blankenship

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serata tra ragazze si era trasformata in un incubo.

      «Calmati, Suki. La troveremo. È venuto anche Toya.» disse Shinbe, guardandosi intorno con ansia alla ricerca del suo amico. «Pensavo che fosse dietro di me!» esclamò.

      La preoccupazione si trasformò rapidamente in rabbia, adesso che Suki era al sicuro accanto a lui. Poi ripensò all’accaduto e i suoi occhi si oscurarono. «A che diavolo stavi pensando? Poteva succederti qualcosa e magari non avrei saputo dov’eri!» esclamò, afferrandola per le braccia.

      Suki serrò le labbra per la rabbia. Qual era il problema? Non era certo la prima volta che usciva con gli amici. Incrociò il suo sguardo, ancora più furiosa. «Ma che diavolo mmff…» fu interrotta da un bacio straziante.

      Shinbe era così preoccupato per lei da non riuscire a fermare i sentimenti che si erano scatenati. Voleva farle sentire ogni emozione che gli scorreva nelle vene in quel momento. La strinse forte, giurando a se stesso che non l’avrebbe mai più persa di vista.

      Suki gemette per l’intensità di quel bacio, era come se lui stesse mettendo a nudo ogni emozione che aveva nell’anima. Le sembrava quasi di toccarle mentre gli poggiava le mani sulle spalle. Sentendo le gambe molli e sapendo che sarebbe caduta se avesse lasciato la presa, lo strinse forte.

      La sua mente si svuotò per un momento, facendole dimenticare che era arrabbiata con lui o che Kyoko era appena scomparsa. Tutto quello che sentiva era Shinbe e un amore senza fine.

      Lui allentò la presa e strofinò il naso sul suo. I suoi occhi erano colmi di sollievo, ma anche di desiderio. Scuotendo leggermente la testa, Shinbe cercò di concentrarsi sulla situazione e, per una volta, la sua mente non cedette alla sensazione del corpo di Suki tra le sue braccia… dopotutto, era successo in molte vite.

      «Sono successe un po’ di cose che devi sapere. Non era sicuro uscire da sole, stasera. Ti racconto tutto mentre cerchiamo Toya. Dovrebbe esserci anche Kotaro.» le disse abbracciandola mentre si dirigevano verso il parcheggio.

      Suki era troppo sconvolta e si limitò ad annuire.

*****

      Toya attraversò il parcheggio di corsa, maledicendo Shinbe per averlo lasciato indietro. Era dovuto scendere dall’auto dal lato del passeggero perché non aveva spazio, nella fretta di raggiungere Kyoko aveva parcheggiato troppo vicino al muro. Purtroppo se n’era accorto solo dopo aver aperto lo sportello, provocando un’ammaccatura alla sua dolce bambina.

      Ma non era stato questo a rallentarlo. Mentre correva, all’improvviso era sbucato un bambino dal nulla e gli era finito addosso. L’impatto lo aveva fatto cadere a terra e, quando si era rialzato, si era fermato per aiutare il bambino.

      «Ehi piccolo… stai bene?» gli chiese, ma ritrasse subito la mano quando lui sibilò e se ne andò nella direzione opposta, come se avesse Satana alle calcagna.

      Toya si scrollò di dosso la brutta sensazione che aveva percepito e scrutò la discoteca a due piani. La strana sensazione aumentò quando notò l’ombra di un uomo che, con qualcuno in braccio, saltò da una delle finestre all’ultimo piano. C’era qualcosa che non andava.

      I suoi occhi brillarono d’argento… i suoi sensi percepivano cose che lui ancora non capiva. Continuava ad avere i brividi e, mentre si avvicinava al club, ringhiò quando si rese conto che c’erano due ingressi. Uno sembrava l’ingresso principale e l’altro era altrettanto affollato. Decidendo di passare da quello principale, si fece largo tra la folla.

      “Sarà meglio per lei che non sia successo niente. Quando la trovo, la ammanetto a me, che lo voglia o no.”. Mentre cercava Kyoko, i riflessi argentati nei suoi occhi s’intensificarono.

*****

      Kyou percorse il vicolo dietro il club con Kyoko tra le braccia. Aveva deciso di portarla a casa sua, in attesa che si riprendesse. Alzò lo sguardo verso il suo attico, proprio dall’altro lato della strada. Sarebbe stata al sicuro con lui… ma avrebbe dovuto fare attenzione. Percepiva il servo di Hyakuhei nell’oscurità attorno al locale.

      Serrò le mascelle quando sentì un debole grido in lontananza e capì che avevano trovato un’altra vittima. Guardando la ragazza addormentata, i suoi occhi dorati s’intenerirono. Per adesso sarebbe stato il suo segreto. Era leggera come una piuma e sembrava così fragile.

      Non riusciva a capire come una ragazza così esile potesse avere uno spirito così indomito e un’anima così pura. E poi, aveva pronunciato il nome di suo fratello come se lo conoscesse. Com’era possibile?

      I suoi pensieri s’interruppero quando percepì davanti a sé una potente creatura della notte, nello stesso momento in cui un forte odore di sangue s’insinuò nelle sue narici. Riconobbe l’aura del Lycan che aveva difeso Kyoko dall’idiota che la infastidiva, per poi lasciarla da sola, in pericolo.

      Non volendo ferire la ragazza nel caso in cui avesse bisogno di combattere, Kyou la adagiò a terra e seguì l’odore di sangue, che proveniva proprio da dietro l’angolo. Se il lupo stava massacrando un essere umano, la ragazza non sarebbe stata al sicuro con lui. Era risaputo che alcuni lupi mannari perdono la testa quando la rabbia filtra nelle loro vene, e lui non avrebbe permesso che Kyoko fosse protetta da una creatura così pericolosa.

      Svoltando l’angolo in silenzio, si trovò davanti una scena che non vedeva da secoli. Il lupo, ancora in forma umana, stava ringhiando con i canini in mostra. I suoi occhi blu s’illuminarono mentre fissava quello che sembrava essere un corpo tra le sue braccia.

*****

      Toya si fermò accanto alla porta. Annusando, si voltò di scatto e si diresse nella direzione opposta. Sentiva il suo odore… anche se non riusciva a capire come fosse possibile. Mentre correva verso il vicolo a sinistra dell’edificio, la sua mente fu pervasa da pensieri negativi e il suo cuore iniziò a battere forte.

      Ragazze scomparse e vicoli bui… se Kyoko avesse avuto anche un solo capello fuori posto…

      Nel buio, Toya si fermò di colpo mentre la paura gli bloccava il respiro. Lì, sdraiata contro un muro sporco… c’era Kyoko. La stessa paura che lo aveva bloccato lo spinse a muoversi e, in un istante, la raggiunse.

      Inginocchiandosi, controllò il battito cardiaco e, non appena le toccò il collo, il proprio cuore prese a battere al ritmo del suo. Grazie a Dio era viva. Provò un senso di déjà-vu indesiderato e scacciò subito il pensiero. Sentendo gli altri avvicinarsi, la prese in braccio e la portò in salvo. Stringendola, usò la sua innaturale velocità per uscire dal buio.

*****

      Kotaro sbatté Yohji contro il muro mentre aspettava che la sua sete di sangue si placasse. Continuare a punirlo non ne valeva più la pena, considerando che il ragazzo era svenuto di nuovo. Sentendo delle vibrazioni nell’aria, lo lasciò cadere in modo non proprio gentile.

      Alzò la testa di scatto e restrinse lo sguardo.

      Kyou vide il lupo lasciar cadere il ragazzo a terra senza ucciderlo. Riconobbe subito l’umano che aveva infastidito Kyoko. Cambiando opinione, emise un ringhio. Se fosse stato al suo posto, quel ragazzo non sarebbe rimasto intero.

      Come se lo percepisse, il Lycan si voltò e lo guardò. Kyou sentiva l’immenso potere che emanava il lupo, era un avvertimento.

      In passato, lupi e vampiri si erano sempre evitati. Senza preoccuparsi gli uni degli altri, avevano scelto di tenere le distanze. La loro forza era troppo simile e detestavano essere dominati. Abitavano nello stesso mondo ma vivevano la loro vita infinita ognuno per conto suo.

      Vedendo il vampiro davanti a sé, l’istinto di Kotaro prese vita. Non riusciva a vederlo abbastanza

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