I Segreti Del Mio Amato. Dawn Brower
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Читать онлайн книгу I Segreti Del Mio Amato - Dawn Brower страница 5
Si alzò in piedi. "È stato bello parlare con voi, sorellina. Spero che tornerete più spesso a Weston. Senza di voi, questo posto non è più lo stesso!"
"Oh, non dite idiozie!” esclamò Elisabeth, distogliendo lo sguardo.
"Io?" Le lanciò un sorriso innocente. "Non farei mai niente del genere."
"Allora non vi prendete gioco di me!” esclamò la sorella, leggermente stizzita – Andate a giocare da qualche altra parte!”
Il sorriso scomparve dalla faccia di Nicholas. "Vi assicuro che non mi sto prendendo gioco di voi. Quello che ho detto lo penso davvero.” Esclamò, con tono contrito.
Elisabeth lo guardò con affetto. " Allora va bene!" esclamò. Si alzò e gli strinse le braccia intorno alla vita e poi lo attirò forte a sé. "Questo nel caso non ci rivedessimo più. Vi voglio bene, fratellino. "
"Vi voglio bene anch'io!" disse Nicholas, e l'abbracciò con più forza.. Adorava sua sorella. "Ok, ora vado. Ho promesso a Christian che l'avrei battuto a biliardo. Vi auguro un buon pomeriggio."
Si liberò dal suo abbraccio e la lasciò sola nel giardino. Elisabeth gli aveva fornito molti spunti su cui riflettere.
Nicholas entrò nella sala giochi di Weston. Christian era già lì, a caricare le palle sul tavolo. “Oh bene, finalmente siete arrivato! Pensavo che vi foste dimenticato della nostra partita pomeridiana. "
Nicholas si mise teatralmente una mano sul cuore. “Mi avete ferito, caro fratello! Potrei io volervi fare aspettare così a lungo?”
Christian incontrò il suo sguardo. "Guardate che state parlando con me. E’ inutile fare la commedia! So bene quanto siete bugiardo e malfidato!”
"Un appuntamento dimenticato e mi maltrattate così? Bene, allora qual è la mia penitenza, affinché mi lavi dai miei peccati?” Nicholas adorava suo fratello e, tra tutte le persone che si sarebbe lasciato alle spalle, Christian era quello che gli sarebbe mancato di più. Facevano tutto insieme, da quando erano nati, ma era inevitabile che un giorno avrebbero seguito ognuno la propria strada. Solo che Nicholas non avrebbe mai pensato che sarebbe stato lui, il primo.
"Allora, quanto tempo mi concederete", oggi?” rispose Christian, impassibile.
"A voi?" Nicholas gli si avvicinò. "Un’oretta, credo, e poi sarò costretto a lasciavi ai vostri impegni di nobile.”
Christian sospirò. "Già, un futuro duca ha sempre qualcosa da fare."
"Parole sante!” concordò Nicholas. "Vi verso un bicchierino? Un bel brandy?"
"Sì, uno doppio, grazie." annuì Christian.
Nicholas andò al bar e versò del brandy in due calici, poi si avvicinò a Christian e glielo porse. Sorseggiò il liquido color ambra e si appoggiò al lato del tavolo da biliardo. Questa sarebbe stata la sua ultima partita con Christian. Si augurava che, in tutti quegli anni, suo fratello avesse capito quanto era importante per lui. Forse, una volta che fosse andato via, Christian avrebbe trovato la felicità e l'amore. A volte Nicholas pensava che il loro legame a doppio filo impedisse al fratello di avere una vita tutta sua.
"Cosa vi preoccupa?" gli chiese Nicholas.
"Tutto. E niente.." Christian colpì forte la palla e fece segno. Aveva già guadagnato un punto e ora si preparava al tiro successivo. "Nostro padre pensa che sia ora che mi sposi."
Nicholas alzò un sopracciglio. "Adesso?" Fu sorpreso che il padre non gliene avesse parlato, quando avevano fatto il giro delle fattorie. "E come mai?"
"Non mi sta obbligando, se è quello che pensate. È molto peggio …" Tacque, mentre cercava le parole giuste. “Vuole che sia aperto a questa possibilità. Dice che a un certo punto avrò bisogno di una moglie, e se non sarò ricettivo a questa idea non riconoscerò la donna giusta e, se sarò abbastanza idiota, me la farò anche scappare."
"Ah, davvero? – disse Nicholas con voce piatta – " E come si fa a sapere qual è la donna giusta da sposare?"
Christian scrollò le spalle. "Non chiedetelo a me. Finora non ho incontrato questa creatura mitica. Certo, magari sono davvero ottuso e non ho saputo riconoscerla. Immagino che nostro padre intendesse dire proprio questo."
Lui ridacchiò. "Allora sono idiota come voi! La maggior parte delle femmine mi esaspera non appena aprono la bocca. Non lasciate che le parole di nostro padre vi condizionino. Sono sicuro che sarete in grado di riconoscere l'amore della vostra vita, se mai si presenterà. Non tutti sono abbastanza fortunati da sposare una donna che ha viaggiato nel tempo come è successo al caro paparino. "
Fu la volta di Christian di ridere. "Non fatevi sentire! Non gli piace che si parli del tempo da cui proviene nostra madre!"
"E’ vero!" ridacchiò Nicholas. Christian sbagliò il tiro e gli porse la stecca da biliardo. "Siete pronto a farvi battere?"
"Proprio come se doveste darmi un pugno! – scherzò Christian – Avanti, fate la vostra pessima figura, come al solito!”
Nicholas provò colpire una delle palline ma mancò tiro. "Probabilmente non è la mia giornata fortunata." Porse la stecca a Christian. Normalmente amava dar battaglia, ma oggi aveva deciso di far vincere Christian. Era il suo ultimo regalo al fratello prima di andarsene.
Alla fine vinse Christian. "Complimenti! – disse Nicholas – Oggi la fortuna era dalla vostra parte."
"Non la chiamerei fortuna. " esclamò Christian. Lo guardò con aria interrogativa. "Cosa diavolo avete? Non avevate mai giocato così male, prima d’ora!” "
"Non ho niente." Rispose Nicholas. Sperava che la sua risposta avrebbe zittito il fratello, ma sapeva che Christian gli leggeva dentro come in un libro aperto.
"Sono solo un po’ stanco. Ho avuto problemi a dormire, stanotte. Forse mi farò un pisolino prima di cena." Dette una pacca sulla spalla a Christian. “Ci vediamo dopo?"
" Certo.” rispose Christian, guardandolo fisso. La sua espressione indicava chiaramente che intendeva rispettare l’ esigenza di privacy del fratello, perché non indagò oltre. Nicholas pensò di approfittarne per eclissarsi, prima che Christian cambiasse idea. Ma il fratello lo precedette.
"Ora purtroppo devo tornare ai miei conti. Godetevi il vostro pisolino." Ciò detto, Christian uscì dalla sala del biliardo.
Il sorriso di Nicholas svanì. Gli sarebbe mancato il suo gemello, ma doveva andarsene. Lo sentiva profondamente nelle sue ossa. Quando fu certo che Christian si fosse sistemato di nuovo nello studio, Nicholas lasciò la sala giochi. Ma non si diresse verso sua stanza. Invece, andò in biblioteca e si fermò davanti al lungo specchio che partiva dal pavimento. Non aveva idea di cosa stesse facendo o se la cosa avrebbe funzionato. E se non usare la sua abilità gli avesse reso impossibile utilizzare la magia del viaggio nel tempo?
Appoggiò le mani sullo specchio e si concentrò. Ma non accadde nulla… Nessuna nebbia grigia, come quella che sua sorella aveva annotato nel diario della mamma…