Cuori Infuriati. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Cuori Infuriati - Amy Blankenship страница 17
La sua famiglia era abituata al fatto che lei fosse la sacerdotessa designata dai loro antenati tanto tempo fa. Il tempio della vergine dietro la casa apparteneva alla loro famiglia dall’antichità e lo custodivano al segreto.
Kyoko gemette, «Grazie nonno, ma voglio andare quindi tienila per la prossima volta, va bene?». Sapeva che il nonno stava solo cercando di darle una mano ma alcune delle malattie che si era inventato come scusa per la scuola e gli amici erano davvero esagerate.
Tama sorrise sapendo che, spesso, il nonno rendeva difficile per Kyoko farsi vedere a scuola, soprattutto dopo aver detto che aveva una malattia contagiosa sconosciuta. Tossì con la mano per nascondere la propria risata, poi prese un pezzo di pane tostato dal piatto e si diresse verso la porta.
«Credo che dovrai conservare la scusa della gravidanza per la prossima volta, nonno.». Le ginocchia quasi gli cedettero per le occhiatacce di Kyoko e del nonno. Cambiando rapidamente argomento, si avviò fuori dalla sala. «Sorellina, dovresti sbrigarti se non vuoi essere di nuovo in ritardo.» disse, facendole un cenno mentre correva fuori.
Dopo qualche minuto, Kyoko baciò la madre sulla guancia e si diresse verso la porta. Si avviò lentamente verso la scuola, la giornata era già perfetta, né troppo fredda né troppo calda. La brezza sul viso le piaceva ed era una gradevole pausa dallo stare in continua allerta per i demoni che erano sempre in agguato.
Quello era uno dei motivi per cui attraversava spesso il portale del tempo. Per mantenere il suo mondo al sicuro e libero dai demoni, doveva trovare il resto del cristallo e riportarlo da questo lato del portale prima che si scatenasse l’inferno… nel vero senso della parola.
Non aveva percorso molta strada, quando vide i suoi amici. Si fermarono, aspettando che si unisse a loro, e lei accelerò il passo per raggiungerli, sorridendo. Essere normale non era mai stato così bello.
Toya aveva visto Kyoko uscire di casa e, per curiosità, l’aveva seguita, con l’intenzione di andarsene quando sarebbe arrivata a scuola. Vide diverse ragazze salutarla e lei le raggiunse, sembrava che parlasse tutto d’un fiato. Si mosse inosservato tra gli alberi in modo da poter sentire quello che stavano dicendo.
Una delle ragazze disse a Kyoko che qualcuno aveva chiesto di lei. La testa di Toya scattò quando sentì un ragazzo chiamare Kyoko e poi unirsi a loro. S’irrigidì quando il ragazzo la prese per mano. Lei gli sorrise, annuendo, poi gli consegnò i suoi libri.
«Grazie, Tasuki.» Kyoko arrossì. Lui voleva sempre portare i suoi libri come se fossero troppo pesanti e, dopo aver rifiutato tante volte in passato, alla fine si era arresa, rendendosi conto che avrebbe continuato a chiederglielo per tutto il tragitto. Era molto insistente ma non invadente e questo le piaceva.
Toya osservava Tasuki con uno sguardo freddo e penetrante. Non gli piaceva che il ragazzo stesse camminando così vicino a Kyoko né il modo in cui la guardava. Poteva dire che Tasuki la voleva e si arrabbiò ancora di più quando Kyoko sorrise di rimando come se fossero più che amici. Le altre ragazze erano andate avanti, lasciando i due da soli. Toya li seguiva da vicino, cercando di sentire ciò che dicevano. Usando il suo udito da guardiano, ascoltò ogni parola.
Tasuki guardava Kyoko mentre camminavano. Era la ragazza più bella che avesse mai incontrato e aveva una cotta per lei fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti. Era stato in prima elementare, e lui aveva già preso la sua decisione sin da allora. Sperava solo che un giorno Kyoko avrebbe provato lo stesso per lui. Sapeva che non era malata come la sua famiglia faceva credere, ma non disse nulla a riguardo.
«Kyoko, ti va di uscire stasera? Voglio dire…», Tasuki passò i libri da un braccio all’altro con un gesto nervoso, «… non ti vedo quasi mai.». I suoi occhi dolci incontrarono quelli di lei in uno sguardo di speranza.
Kyoko non era sicura che fosse una buona idea uscire per un appuntamento, con tutto quello che era successo ultimamente nell’altro mondo. Comunque… almeno lui era normale e umano. Era così carino mentre la fissava con occhi speranzosi. Come poteva dirgli di no? «D’accordo, ci vediamo da me verso le sette?», e gli rivolse un sorriso smagliante.
Tasuki era raggiante perché aveva ottenuto quello che voleva. «Con molto piacere.». Le prese la mano mentre camminavano un po’ più veloce per recuperare il ritardo con gli altri.
Toya ribolliva di rabbia dopo aver sentito che il ragazzo e aveva chiesto di uscire e lei gli aveva detto di sì. I suoi occhi bruciavano sul ragazzo mentre i due sparivano lungo la strada. «Non uscirà con lui, né adesso né mai.» ringhiò, «Non finché avrà a che fare con me.».
Kyoko aveva trascorso il giorno di scuola senza fare troppi casini. Aveva anche ottenuto un buon voto al compito di matematica, il che era fantastico, dal momento che aveva avuto poco tempo per studiare. Facendo avanti e indietro tra i due mondi, era già un miracolo che non l’avessero ancora cacciata a calci dalla scuola. Era bello saperee che il suo problema più grande era cosa indossare e dove l’avrebbe portata Tasuki. Cavolo, era molto meglio che preoccuparsi di combattere i demoni.
Entrò in casa ancora persa nei propri pensieri, salutando la madre e il nonno mentre passava dalla cucina, diretta verso la sua stanza. Guardandosi allo specchio, scosse la testa per la divisa da scuola che indossava e aprì l’armadio per guardare i vestiti appesi. Si tolse la camicia, pronta a provare dei vestiti per vedere quale sarebbe stato più adatto.
Proprio mentre stava per prendere una bella camicia rosa, sentì un rumore. Chiudendo l’anta dell’armadio, guardò verso la finestra da dove proveniva il rumore e rimase a bocca aperta, stringendo la camicia al petto.
Toya era lì, proprio davanti alla finestra. Se ne stava con le braccia conserte nella sua solita posizione nervosa ma i suoi occhi erano tranquilli… troppo tranquilli.
Finalmente lui ruppe il silenzio: «Kyoko, dobbiamo andare.». Fece un passo avanti e tese la mano verso di lei, ma Kyoko indietreggiò scuotendo la testa.
«No, non sono ancora pronta a tornare. E tu devi uscire dalla mia stanza, Toya.». Si strinse la camicia al petto, sentendo il calore affiorarle sulle guance. Dopo tutto quello che era successo di recente, sentirsi esposta era l’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.
Toya abbassò la mano. «Perché non puoi tornare adesso? Tutti aspettano te.» le disse con voce calma, ma Kyoko aveva la sensazione che ci fosse un significato nascosto.
«Voglio restare qui per un altro giorno.» disse mentre guardava altrove, incapace di incrociare il suo sguardo. Rimase a bocca aperta quando lui le si avvicinò all’improvviso.
«Cos’hai di più importante da fare che trovare i talismani, rimetterli insieme e impedire a Hyakuhei di portare qui i demoni?» le chiese, avvicinandosi ancora di più e facendola indietreggiare di nuovo.
I suoi occhi avevano un’espressione pericolosa ma Kyoko riusciva a percepire qualcos’altro nascosto. Era troppo, troppo vicino. Il suo sguardo si posò sulle labbra di lui per poi tornare alle scintille d’argento che ora sconvolgevano le sue iridi dorate. Era la sua immaginazione o lui si stava avvicinando? Oh no! Non gli avrebbe permesso di prendersi ancora gioco di lei.
«Toya, vattene!» la voce di Kyoko era più forte e gli occhi di Toya iniziarono a stringersi. «Esci subito e non tornare se non sei invitato!» gridò, indicando la finestra.
Toya avanzava mentre Kyoko indietreggiava, ma questa volta trovò il muro. «Perché non puoi dirmi il motivo per cui non sei pronta a tornare adesso? Cosa c’è di così importante