Robert Johnson Figlio Del Diavolo. Patrizia Barrera
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Ora, prima di andare oltre, vorrei soffermare la vostra attenzione su questa famosa arpa dell'Ebreo, di cui tanti parlano. Se guardate in giro sul web, troverete molti articoli su Robert Johnson che affermano che la suonasse... senza andare OLTRE nella descrizione. Eppure questo piccolo strumento la dice molto lunga sulla psicologia e, soprattutto, sulle capacità artistico-musicali del giovane Johnson!
Ecco un'arpa dell'Ebreo del 1900. Probabilmente il piccolo Robert imparò a suonare una di queste sui barconi del Mississippi.
La Jew' s harp è in pratica...uno SCACCIAPEN SIERI, uno strumento di origine Jipsy che veniva suonata dai Nomadi del Rajastan già dal 1500 e che , come molti altri, era arrivato sulle rive del Mississippi insieme agli Immigrati Italiani ed Ebrei, che lo avevano adottato. Oggi come ieri chiamare qualcuno Jipsy era appellarlo in modo dispregiativo, cioè " Zingaro" . Il piccolo strumento era quindi quasi il simbolo di uno stile di vita fuori dagli schemi, per non dire randagio. Era inoltre molto facile da procurare, fabbricare e anche suonare; non era richiesta alcuna abilità particolare, se non la costanza. Probabilmente Johnson lo utilizzava anche per raggiungere degli stati di trance e di benessere ( oggi li chiameremmo di "sballo") perché le vibrazioni dello strumento unitamente all'utilizzo di alcool induceva ad una forma di allontanamento dalla realtà e di dissociazione, tecnica probabilmente imparata nei locali malfamati del Delta.
L'arpa dell'Ebreo , di matrice dichiaratamente Afro, è tuttora diffusa in Nuova Guinea, tra i Papua. Chiaramente con le dovute modifiche.
Oltre a suonare l'arpa e l'armonica, il nostro Robert sembra avesse iniziato anche a lavorare un po' per sostentarsi, soprattutto quando i rapporti con la madre e il patrigno si sgretolarono del tutto. Siamo nel 1928 e Johnson lavora come bracciante nella Piantagione Abbay-Leatherman vicino Robinsonville. Qui molto probabilmente incontrò il primo e unico grande amore della sua vita, Virginia Travis, che poi sposò all' età di 18 anni a Penton, MS, il 17 febbraio 1929. I due non hanno soldi e vanno a vivere a casa della sorella di costei, Bessie, e del cognato Granville Hines. Sembra che la modesta casetta risiedesse nei dintorni di una comunità che ora non esiste più, la New Africa, ma per avere un'idea di come fosse orientata socialmente e culturalmente potete fare una capatina a New Road Africa verso Clarcksdale. Si tratta ancora oggi di una comunità abbastanza rigida, un po' chiusa e sicuramente animata da grande fervore religioso. Tutto sembra abbastanza pulito e ordinato, e la vita scorre tranquilla secondo un ordinamento sociale abbastanza…ferreo. Viverci nel 1929 non doveva essere una pacchia…per un tipo come Robert Johnson!
Una rarissima immagine che ritrae Robert Johnson sulla veranda della sua casa in New Africa, dove viveva con la moglie Virginia, la sorella di questa e il cognato. E 'il 1928
Benché lavorasse e amasse la moglie, una timida e dolce quindicenne impegnata nei lavori domestici , è risaputo che Johnson non tollerava la vita rurale e che scappava via di casa molto spesso. Si ritirava nei locali malfamati e sui barconi sul fiume all'inseguimento di un sogno. Ormai corrotto dalla musica Blues e dalla ossessione sfegatata per Charlie Patton e Son House stava molto poco accanto alla moglie, che era ormai incinta del primo figlio. Ma la tragedia è dietro l'angolo. Nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1930 Virginia muore di parto con in grembo il piccolo Claude Lee: Robert non è con lei ma a suonare per clienti ubriachi sui barconi del Mississippi.
Quando tornerà a casa due giorni dopo troverà la moglie morta e sepolta e l'ostracismo dell' intera comunità che lo bolla come dissoluto, libertino e schiavo del demonio. Assalito dalla cognata Bessie che lo accusa pubblicamente di " aver venduto l'anima al diavolo e di aver così ucciso sua moglie" il ragazzo viene letteralmente buttato fuori di casa, umiliato, ferito e completamente devastato nell'animo. Scomparve il giorno stesso e iniziò a vagare sui treni merci di città in città assumendo ogni volta nomi diversi: Robert Spencer, Robert James, Robert Barstow e Robert Sacks. Lo ritroviamo per un breve periodo ad Hazelhurst, probabilmente alla ricerca di un conforto. Forse lo troverà in uno dei fratellastri del patrigno Charles che gli insegnerà i rudimenti della chitarra, e anzi gliene regala una, una Gibson Kalamazoo che lui terrà con sé fino alla morte. Proprio quii impalma una donna molto più grande di lui, Calletta Craft, che sposerà in gran segreto nel maggio del 1931 e che non solo gli darà un figlio ma che gli permetterà ( anzi favorirà) la frequentazione con quello che fu indicato come " il Diavolo in persona".
FIGLIO DEL DIAVOLO
IL maestro oscuro
Ma chi era questa oscura figura, da sempre paragonata al diavolo? Fu a causa di costui che Robert Johnson fece il famoso PATTO vendendo la propria anima per ottenere successo e abilità nel suonare la chitarra? Fu davvero quest'uomo il famoso mentore che lo accompagnò al " crocevia" dove il Maligno fu evocato? Vediamo come andarono i fatti.
La leggenda su Ike Zimmerman nasce da una famosa testimonianza di Son House, che conobbe Robert nel 1930 in uno dei locali sul Mississippi. All'epoca l'euforia del blues era palpabile e accadeva che ai musicisti si unissero degli avventori e delle giovani promesse suonando tutti insieme, proprio come in una Jam session di oggi. Ebbene Son House riferisce che Robert Johnson suonava la chitarra come una zappa e che molti clienti gli chiesero di zittire quel ragazzo che faceva venire mal di testa alla gente! A distanza di un solo anno da questo episodio i due si incontrano di nuovo…e questa volta Johnson lascia tutti a bocca aperta per le capacità incredibili e la velocità nel pizzicare le corde che aveva sviluppato in un solo anno! E fu ancora Son House unitamente al suo alter ego Willie Brown a suggerire che solo vendendo l'anima al diavolo si può diventare tanto bravi in così poco tempo!
E giacché in quel breve anno tutti ricordavano di aver visto il giovane Robert in compagnia di Ike Zimmerman " suonare il blues" , per giunta sulle lapidi del cimitero fuori del paese , l'abbinamento tra Talento-Zimmerman-Demonio fu quasi automatico.
Ecco il “ chiacchierone” Son House all’epoca dei fatti
Le chiacchiere girano e la leggenda del patto col diavolo prese immediatamente forma: infine fu lo stesso Robert Johnson a fissarla definitivamente dandole voce nella sua CROSSROAD BLUES. Poi, come succede in questi casi, la leggenda prese a camminare più velocemente di lui e forse lo fagocitò, trasformandolo in un artista " bello e dannato" destinato ( come poi fu) ad una intensa e breve vita di successi e a una morte drammatica e improvvisa. E Zimmerman in tutto ciò…che parte ebbe?
Ho trovato molte notizie su di lui ..su una radio di Alabama, che fece un'intervista alla figlia di lui qualche anno fa, nell'occasione della rivendicazione di alcuni pezzi del padre poi pubblicati da Robert Johnson. L'immagine che ne viene fuori à ben diversa da ciò che trovate in giro!
Isaia " Ike " Zimmerman ( ma il cognome originario sembra essere Zinnerman) nacque a Grady, in Alabama, nel 1907. Benchè sviluppi presto l'amore per la musica è costretto a lavorare fin da bambino come agricoltore nella piccola azienda familiare. Nel tempo libero gli piaceva però andarsene a suonare in giro per i locali e pare che a Montgomery fosse molto conosciuto.