Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità. Blankenship Amy
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Читать онлайн книгу Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità - Blankenship Amy страница 10
Lui le si avvicinò mentre i suoi occhi di ametista si oscuravano in modo attraente. «Se mi fai entrare... penso che potrei trovare un motivo per farti fare un altro bagno.» le disse.
Suki sentì il proprio battito cardiaco accelerare al suono della sua voce roca e fece un paio di passi indietro mentre lui faceva alcuni passi avanti, chiudendo la porta dietro di sé. Decidendo di non fargli prendere il sopravvento, gli lanciò uno sguardo di avvertimento e fu ricompensata quando lui si fermò. Se avesse scoperto che effetto aveva su di lei... sarebbe finita davvero nei guai.
«Ascolta, devo finire di prepararmi perché stasera ho un impegno. Te l’ho già detto al telefono, ricordi?» gli disse. Sapeva che sarebbe venuto comunque... se non altro per provare a scoprire dove sarebbe andata.
Togliendosi l’asciugamano dalla testa, si diresse verso il bagno, parlando ad alta voce per farsi sentire: «Possiamo fare qualcosa domani sera, ok?».
Shinbe si appoggiò alla penisola che separava la cucina dal soggiorno. Stava per iniziare a lamentarsi quando il suo sguardo cadde su un volantino poggiato sul ripiano. Lo prese e lo esaminò rapidamente.
Alzò le sopracciglia per quell’illuminazione.
IL CLUB PIÙ GRANDE E FAMOSO DELLA CITTÀ
“CLUB MIDNIGHT”
SPECIALE VENERDÌ SERA
“SERATA AL FEMMINILE”
Le parole “serata al femminile” erano state cerchiate con la penna. Shinbe poggiò il volantino dov’era e si diresse verso il bagno. Nascose il proprio sorriso mentre entrava senza bussare e sgattaiolò dietro Suki, che stava per spazzolarsi i capelli.
«A domani allora.» le sussurrò all’orecchio, poi la baciò su una spalla. Poi si voltò per andarsene senza dire altro.
Suki rimase immobile a fissarsi allo specchio, non le piacevano le vibrazioni che aveva appena sentito. Non era da Shinbe arrendersi senza supplicarla. Essendo troppo bello per essere vero, si affrettò e finì di prepararsi. Temendo che Shinbe avesse in mente qualcosa, decise di andare da Kyoko un po’ prima del previsto.
*****
A diversi chilometri di distanza, due penetranti occhi rossi guardavano fuori dalla finestra di un attico con vista sulla città. Lunghe onde di capelli neri e setosi ricadevano lungo una schiena nuda, in contrasto con la pelle pallida come la luna. Il suo viso angelico era sorprendente, con lineamenti ben definiti, e il suo corpo era asciutto e scolpito come quello del mitico dio Adone.
Brillava al chiaro di luna e i muscoli sembravano danzare ad ogni movimento. Era bello per chiunque lo guardasse, eppure la sua anima oscura era malvagia e letale. Un sorriso apparve sulle sue labbra perfette mentre i suoi pensieri si rivolgevano agli eventi della sera prima.
Voltandosi, iniziò a prepararsi per la serata. Il suo sguardo si posò sulla sedia della regina Anna accanto al fuoco, e sulla giovane studentessa universitaria che vi sedeva senza vita. Hyakuhei sogghignò mentre pensava al sangue fresco che aveva bevuto la sera prima.
“Peccato, era così bella.” si disse. Si leccò le labbra, ricordando il piacere mentre prendeva la ragazza e si nutriva di lei. Non si sarebbe mai stancato delle giovani donne che attirava e prendeva per sé.
Quella sera sarebbe andato in un famoso locale notturno per cacciare la sua preda e doveva essere sicuro che i suoi “figli” fossero nutriti. Le “serate al femminile” davano sempre buoni frutti, per le creature della notte erano come un buffet di carne senza fine.
Lui era un potente signore dei vampiri e nessuno osava ostacolarlo o mettere in discussione la sua forza. Il piacere era stato il suo unico desiderio per oltre mille anni, ma adesso voleva di più. Voleva ciò che era suo di diritto. Si accigliò mentre meditava sull’oggetto che era diventato la sua ossessione mentre aspettava che rinascesse nel mondo. Il leggendario Cuore di Cristallo Protettore.
Il cristallo sacro era un gioiello che si diceva fosse in grado di dare a un vampiro la capacità di camminare alla luce del giorno. Secondo la leggenda, una ragazza con il sangue non contaminato e il cuore di una bambina possiede il gioiello nel proprio corpo. Sarebbe una sacerdotessa di altissimo livello e con un potere enorme, la protettrice e la custode del cristallo.
Riportò il suo sguardo oscuro verso il cielo notturno, dove una luna rosso sangue incombeva dall’alto. «Ti ho perso una volta, mia cara sacerdotessa, ma non commetterò errori, ti ritroverò.». Restrinse lo sguardo e promise: «Questa volta avrò sia te che il cristallo...».
*****
Lo scorso fine settimana Suki aveva fatto shopping con Kyoko proprio per questa serata, ma non l’aveva detto alla sua amica. Anche lei aveva comprato un vestito. Tirandolo fuori dall’armadio, se lo infilò con trepidazione. Era un abito tutto nero e molto attillato, se n’era innamorata appena l’aveva visto.
“Meno male che Shinbe non c’è.” pensò con un sorrisetto mentre si guardava allo specchio. Era molto corto ma non lasciava intravedere granché... solo quel tanto che bastava per stuzzicare l’immaginazione. Si legò i capelli con un elastico nero, si truccò e, dopo aver preso le chiavi, si diresse verso l’appartamento di Kyoko.
Kyoko uscì dalla sua camera sperando di avere il tempo per fare uno spuntino prima di uscire ma, prima ancora di arrivare in cucina, qualcuno bussò alla porta.
“Oddio, speriamo che non sia Toya.” pensò, chiedendosi se avrebbe dovuto rispondere o no. Mancavano ancora venti minuti all’appuntamento con Suki, perciò decise di ignorare i colpi alla porta per il momento, intimorita da chi poteva essere.
È incredibile come la paura ci faccia sentire bambini. Kyoko alzò un sopracciglio e trattenne il respiro.
I colpi divennero un po’ più forti ma, questa volta, furono seguiti da una voce: «Avanti, Kyoko, lo so che ci sei. Non farmi sfondare questa porta!».
Kyoko alzò gli occhi al cielo per il tono di Suki. Aprì la porta e si sentì trascinare fuori all’istante. «Forza, sbrighiamoci. Ho la brutta sensazione che, se non ce ne andiamo subito, Shinbe tornerà qui o chissà cosa.». Kyoko ebbe a malapena il tempo di chiudere a chiave la porta prima che Suki la tirasse fuori.
*****
Kyou aprì le pesanti tende nere della finestra adesso che era arrivato il crepuscolo. I suoi lunghi capelli argentati svolazzarono come un ventaglio mentre apriva la finestra, permettendo al vento di accarezzare il suo viso angelico. Vestito di nero, sembrava un angelo caduto.
Il denaro gli aveva dato la libertà di stabilire i propri orari e il potere gli garantiva che non sarebbe stato disturbato. Acquistando l’ultimo piano dell’hotel più costoso della città, si era assicurato la solitudine di cui aveva bisogno e la vista che desiderava. Guardando dall’altra parte della strada, vide che si era già formata una fila all’ingresso del “Club Midnight”, il club più famoso della città. Era il posto perfetto in cui le creature della notte potevano sfamarsi.
In coda c’erano moltissime studentesse viziate, insieme ai teppistelli che le accompagnavano. Gli occhi di Kyou erano colmi di disprezzo mentre scrutare la fila, chiedendosi quale di loro avrebbe attirato l’attenzione dell’uomo cui dava