La Ragazza-Elefante Di Annibale Libro Uno. Charley Brindley
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Читать онлайн книгу La Ragazza-Elefante Di Annibale Libro Uno - Charley Brindley страница 3
Lanciò il suo ramoscello, colpendo un albero vicino, poi si girò, portando il suo carico di legna lungo il sentiero. Dopo che sparì dalla vista, continuai sulla stessa strada, tenendo in mano la mia roccia.
Verso la fine del cammino, una leggera brezza portò odore di cibo, facendo brontolare il mio stomaco dalla fame.
Il sentiero conduceva fuori dalla pineta, girava intorno a una grande tenda grigia e poi giù verso il campo principale. Numerose tende e baracche in legno punteggiavano una serie di piccole colline, estendendosi come a formare una piccola città.
Seguii l’aroma del cibo fino alla tenda grigia dove una donna sedeva vicino al fuoco nella luce mattutina. Tagliava delle verdure in una pentola a basso fuoco. Diversi tavoli con delle panche di legno circondavano il focolare.
Si allungò per prendere una rapa e mi notò. I suoi occhi a mandorla del colore del miele si fissarono su di me.
“Dove hai preso quel mantello?”
Abbassai lo sguardo, trascinando i piedi a terra. Non sapevo cosa rispondere.
La donna mi si avvicinò con il coltello in mano. Indietreggiai.
“Quello è il mantello di Tendao. Da dove l’hai preso?”
Strinsi il mantello più forte attorno ame, poi mi ricordai il giovane uomo. Mi disse di chiedere di una donna che mi avrebbe dato qualcosa da mangiare.
“Conosce Yzebel?”
“Io sono Yzebel. Perché indossi il mantello di Tendao e chiedi di me?”
Mi venne più vicina e afferrò il mantello. Guardai il coltello nella sua mano e poi il suo volto. Serrò la mascella e accigliò la fronte, creando una distorsione nella sua bellezza.
Tenni il mantello chiuso, ma Yzebel era troppo forte. Lo aprì. Il cambiamento improvvisò che vidi in lei mi sorprese. I suoi lineamenti severi si trasformarono completamente, sembrava addirittura che un’altra persona avesse preso il suo posto. L’irritazione e la rabbia si addolcirono in compassione e tenerezza.
“Per la Madre Elissa!” Yzebel stava fissando il mio corpo pieno di ferite. “Che cosa ti è successo?”
Capitolo Due
Yzebel indossava un vestito di trapunta digialli e marroni sbiaditi e un lacero grembiule legato attorno alla sua vita stretta. I suoi lunghi capelli scuri erano intrecciati e legati in un complesso chignon alto. Non era vecchia, neanche a metà della sua vita.Trovai straordinario il fatto che non avesse rughe. I suoi tratti,dal colore della crema di cannella, erano delicati come il chiaro di luna sulla seta.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo e notai i numerosi tagli e le ferite. Solo in quel momento realizzai che terribile disavventura ebbi affrontato. Mi faceva male tutto, soprattutto la nuca. Mi ricordai di essere stata malata e bollente, tanto bollente, prima che mi buttassero nel fiume. A parte quello, non rammentavo altro. La debolezza mi travolse e mi sentii fragile come un arto rotto esposto al gelido vento. Scossi la testa in risposta alla domanda di Yzebel.
“Sei così magra.”La donna richiuse gentilmente il mantello e mi strinse intorno le braccia.
Non riuscivo a ricordare se qualcuno mi avesse mai abbracciata prima. Lasciai la mia roccia, sperando che non l’avesse sentita cadere a terra.
“Hai i capelli bagnati.” Prese una lunga ciocca e me la sistemò sulla spalla, poi mi strinse la mano. “Vieni qua al caldo.”
Yzebel mi condusse vicino al focolare, dove mi sedetti appoggiandomi a un tronco. Il fuoco riscaldò il mio corpo dolente, e il fumo dei pini mi avvolse in modo piacevole e tranquillizzante. Fissai il fuoco, guardando le fiamme balzare e danzare. Ricordava un bagliore di vita.
Dov’è che va il fuoco dopo che tutta la legna è bruciata?
“Puoi mangiare contu luca con wuhasa?”Mi chiese.
“Sì.”Non avevo mai sentito di contu luca, però sapevo che avrei potuto mangiare qualsiasi cosa.
Yzebel prese una ciotola di terracotta e la pulì con un angolo del suo grembiule. Usò un cucchiaio di legno per riempirla con cereali fumanti mischiati con pezzetti di carne. Un pentolino di argilla poggiato su una liscia pietra vicino al fuoco conteneva una densa salsa rossa. Spalmò una cucchiaiata di salsa nel piatto.
Presi la ciotola dalle sue mani e vi intinsi le dita. Il cibo era bollente, ma non riuscivo ad aspettare di più. Il delizioso sapore del grano duro e dei salati pezzi di carne di montone mi scaldò l’animo, e la salsa wuhasa aveva un retrogusto piccante. Inghiottii senza masticare e intinsi nuovamente le dita nella ciotola. Prima che potessi prenderne un secondo morso, il mio stomaco vuoto si ribellò contro il cibo. Mi sentivo stordita e mi si strinse lo stomaco. Tentai di appoggiare il piatto sul tavolo, ma Yzebel riuscì a prenderlo prima che lo facessi cadere.
Strinsi le braccia intorno allo stomaco e inciampai andando verso un lato della tenda dove vomitai il poco cibo che avevo ingerito. Continuava a farmi male la pancia.
Le dolci parole di conforto di Yzebel e lo straccio bagnato sulla nucami portarono sollievo. Poco dopo, lo stomaco si tranquillizzò.La donna mi girò per lavarmi la faccia.
“Quand’è stata l’ultima volta che hai mangiato?”
Provai a pensare. “Non oggi.”
“Vieni. Penso che dovresti provare a bere un po’ di vino prima di mettere altro cibo nel tuo stomaco vuoto. Un pochino di vino ha un effetto calmante, ma troppo ti farebbe ubriacare come un corvo che mangia l’uva fermentata.”
Sorrisi pensando al corvo ubriaco capitombolare nell’aria. Quando alzai lo sguardo, Yzebel mi fece l’occhiolino.
Mi sedetti accanto al fuoco, avvolta nel mantello di Tendao e sorseggiai il dolce vino annacquato.
“Bevine solo un po’,” mi disse. “Aspettiamo e vediamo se il tuo stomaco sgradirà il vino come ha fatto con il cibo.”
Annuii e misi giù la tazza. Un impetuoso caldo mi tranquillizzò lo stomaco, e sembrava che il vino potesse non tornare su. Mi allungai a prendere il coltello poggiato sulla pietra focolare e presi una delle rape da un cestino per pelarla, come avevo visto fare a Yzebel prima. Mi sorrise mentre tagliava le carote nella grande pentola. Lo stufato aveva un odore delizioso, ma non avevo alcuna intenzione di far arrabbiare una seconda volta lo stomaco.
“Non credo di aver mai incontrato qualcuno così silenzioso,” mi disse Yzebel. “Non hai niente da dire?”
Tagliai la rapa e la aggiunsi al contenuto della pentola, provando a pensare. Avevo ancora i pensieri tutti confusi e la testa mi faceva male più che mai. Yzebel probabilmente pensava che fossi una tonta oppure una sciocca.
Infine