Viaggio pel lago di Como. Giambatista conte Giovio

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Viaggio pel lago di Como - Giambatista conte Giovio

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ed altre opere stimatissime.

      D'amendue i ricordati Plinj scorgonsi le statue con apposite iscrizioni sulla facciata della superba Cattedrale di Como, onorevoli monumenti consacrati alla memoria di que' sommi dai grati loro concittadini l'anno 1498.

      Nativo di Como è pur Cecilio, poeta dell'aureo secolo, e al cui onore basterebbe il rammentare l'amicizia e la stima, che professavagli Catullo. Da un faleucio indirizzatogli dall'amico Catullo si raccoglie che il poeta comasco avesse incominciato un poema sopra Cibele; e Benedetto Giovio, seguito dal conte Giovanni Battista, è d'opinione, che il poemetto che leggesi nelle poesie di Catullo sopra Ati, sia opera del Comasco Cecilio.

      Ma trapassando Cassio, Cornelio Nipote, Severo, Attilio, Floro, Rutilio, Pomponio e qualch'altro antico, che dal conte Giovanni Battista Giovio s'argomentano Comaschi, io vengo a' chiarissimi fratelli Benedetto e Paolo Giovio. Il primo nacque in Como nel 1471 il secondo nel 1484 da Luigi Giovio e Lisabetta Benzi. Benedetto era tenuto in sì alto pregio, che Andrea Alciato non dubitò d'attribuirgli il dignitoso nome di Varrone della Lombardia; e Carlo V. in Bologna lo dichiarò Conte Consigliere Aulico Cavaliere aurato insiem co' suoi figli, e col fratello Monsignor Paolo. Lasciò moltissime opere, fra le quali una colta Storia Patria. Morì nel 1544, e nelle pareti della Cattedrale di Como esiste tuttavia la nobile sua tomba. Di non minor valore di Benedetto fu pure il di lui fratello Paolo. Scrisse questi infinite opere, di cui le più rinomate sono una Storia generale in 45 libri, le Vite degli uomini illustri, gli Elogi dei grandi uomini, e le Vite dei XII Visconti Sovrani di Milano. È però qualificato celebre storico, che che ne dica in contrario il Dizionario di Bayle; e da Leon X. fu giudicato un Livio novello. Clemente VII. il creò Vescovo di Nocera. Il Duca di Milano, i Farnesi, gli Estensi, i Duchi d'Urbino, i Gonzaghi, e Cosimo de' Medici Duca di Firenze l'ebbero tutti caro, e lo distinsero a gara. Cessò di vivere nel 1552 in età d'anni settantanove.

      Anco a Benedetto Odescalchi, poi Innocenzo XI., diede Como i natali. Ei nacque di Livio, e di Paola Castelli nel 1611; fu da Innocenzo X. eletto Cardinale nel 1645, ed acclamato Pontefice nel 1676. Uscì di vita nel 1689, e il solo suo nome basta a renderlo immortale. Da' Comaschi Rezzonici è altresì oriondo Clemente XIII.

      Voglionsi ora ricordare due celebri Rezzonici. Il primo è il Conte Anton Gioseffo nato in Como nel 1709. Fu Cavaliere di San Jago, Maresciallo di Campo, Gentiluomo di Camera di S. A. R. l'Infante Duca di Parma, e Governatore di quella Città. Si distinse nella facoltà poetica e nell'oratoria; ma la maggiore fralle sue opere edite sono le eruditissime Pliniane Disquisizioni, che versano sulla patria, sulla vita, e sugli scritti di Plinio maggiore. Il secondo, figlio del nominato, è il Conte Carlo Castone nato in Como nel 1742. Fu questi Colonnello e Gentiluomo di Camera di di S. A. R. l'Infante di Parma, Segretario di quella R. Accademia, e Cavaliere Gerosolimitano. Insieme colle filosofiche discipline coltivò egli felicemente le lettere umane, e riuscì uno de' più colti scrittori de' suoi giorni. Il dotto professore Francesco Mocchetti va ora pubblicando la raccolta dell'opere di questo insigne Comasco, il di cui nome è caro alle lettere del pari e alle belle arti.

      Nè è da passar con silenzio quello fra' poeti Comaschi, che fece della poesia il miglior uso, rivolgendola al suo più nobil fine: e parlasi di Francesco Rezzano. Venne Francesco alla luce nel 1731 agli 8 di marzo; diedesi alla via ecclesiastica, e fu canonico. Recò egli in dignitose ottave il libro di Giobbe; scrisse un poema in verso sciolto intitolato il Trionfo della Chiesa, e con sacri cantici latini ed italiani fece risuonare le sponde del Lario di Davidica armonia. Ai 27 maggio 1780 uscì di una vita per lui tribolatissima.

       E gloriasi pur Como de' natali del Marchese Giuseppe Rovelli, natovi nel 1738. Dettò egli in patria con molta lode le istituzioni di Giustiniano; ed è autore della più bella Storia patria che s'abbiano i Comaschi. Riconoscenti i di lui concittadini gli consacrarono una onorevolissima lapide, che esiste in una delle sale della patria amministrazione Municipale. Morì nell'anno 1813.

      Del più volte nominato Conte Giovanni Battista Giovio convien ora che facciamo la debita ricordanza. Nacque egli in Como alli 10 di dicembre del 1748 discendendo dalla nobile famiglia de' Giovj summentovati[5]. Fu Cavaliere del sagro militar Ordine di Santo Stefano, e Ciambellano di S. M. I. R. A. Fe' dono al pubblico di molte opere pregiatissime; molte ancora lasciò inedite, e fu reputato un grandissimo erudito. In ispecial guisa poi è egli benemerito di sua patria, che illustrò con dottissimi scritti d'ogni maniera. Morì nell'anno 1814.

      In gran fama salì ancora don Ignazio Martignoni, nato in Como nel 1754. Fu professore di Diritto nel patrio Liceo; pubblicò varie opere, e con esse acquistossi un nome distintissimo in letteratura ed in diritto. Nelle materie che il Martignoni imprese a trattare pochissimi gli possono stare a fronte, tanto egli scrisse maestrevolmente. Cessò di vivere nell'anno 1814[6].

       Fra celebri viventi Comaschi vuolsi primo nominare il degnissimo sacro Pastore, che ne regge la Diocesi, l'illustrissimo e reverendissimo Monsignor Vescovo Carlo Rovelli. È questi fratello del dianzi ricordato Marchese; conosce profondamente le lingue orientali; e a chiuder tutto in uno, è per dottrina e per santità di vita specchiatissimo.

      Altro che fra' Comaschi merita particolar menzione si è il sig. Giuseppe Nessi, nato nel 1741. Stette egli molti anni professore d'Ostetricia sull'Università di Pavia, ed ora n'è Professore emerito. Mise in luce più opere, che gli procacciarono non volgar rinomanza.

      È pure da memorare l'illustrissimo sig. don Antonio Della Porta, professore di filosofia razionale, morale e Pedagogia, chiaro nella repubblica letteraria per molte produzioni.

      Il sig. dottor fisico Carlo Carloni professore di Storia naturale nel R. Liceo, è uomo prudentissimo nella medicina e in ogni ramo di scienze fisiche. Egli possiede una raccolta di minerali che merita di essere veduta.

      Il dottor Francesco Mocchetti di cui poc'anzi avemmo menzione, versato in ogni maniera di bella erudizione possiede un'ammiranda collezione di libri del quattrocento.

      Nè vuolsi passare sotto silenzio il sig. Giuseppe Malachisio chiaro per molte sue produzioni poetiche; chè egli ha pieno la lingua e il petto di quell'antico savere che cotanto onora l'uomo.

      Il dottor fisico Onorato Solari uomo pur esso assai dotto possiede una collezione di Storia naturale molto doviziosa in conchiglie, fra le quali vedonsene molte di assai rare e peregrine.

      Presso il medesimo si trova una serie assai numerosa di medaglie antiche d'ogni metallo sì greche che latine ecc. Trovansi pure bronzi, urne, lucerne, vasi di diverse forme e materia, idoli sì Egiziani che Romani, bassi rilievi, pagodi, avorj, dittici, e molti altri commendevoli storici monumenti ecc. Come pure possiede molti oggetti di curiosità e molte tavole dei migliori pennelli massime Fiamminghi. Vi si vedono per esempio i Caracci, gli Holbein, i Poussin, i Vandik, i Vander-Werf, i Morales ecc.

      Ed eccoci a chi sovra ogni altro illustra Como co' suoi natali, al massimo rigeneratore delle fisiche discipline, ad Alessandro Volta. Nacque egli in Como da Filippo uomo patrizio, e da Maddalena de' Conti Inzaghi nel 1745. Innanzi a lui tutta s'inchina la filosofica famiglia; del suo nome si fa bella Italia; di sua fama è piena tutta Europa; e a noi basterà ripetere il detto dell'oracolo: Tanto homini nullum par elogium.

      Sono questi per comune avviso i primi illustri Comaschi; e Como argomentando sull'odierna sua gioventù può nudrir ferma speranza di crescerne il numero fra non guari.

       Indice

      Quanto alle cose, che possono in Como trattenere l'erudita curiosità del forastiero, deesi prima collocare la superba Cattedrale posta sulla piazza maggiore. Cominciossi nel 1396; fu l'opera di più secoli; e fu unicamente eseguita

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