Le Avventure di Pinocchio. C. Collodi

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Le Avventure di Pinocchio - C. Collodi страница 2

Le Avventure di Pinocchio - C. Collodi

Скачать книгу

questa vocina che ha detto ohi?... Eppure qui non c'è anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Io non lo posso credere. Questo legno eccolo qui; è un pezzo di legno da caminetto, come tutti gli altri, e a buttarlo sul fuoco, c'è da far bollire una pentola di fagioli.... O dunque? Che ci sia nascosto dentro qualcuno? Se c'è nascosto qualcuno, tanto peggio per lui. Ora l'accomodo io! —

      E così dicendo, agguantò con tutt'e due le mani quel povero pezzo di legno, e si pose a sbatacchiarlo senza carità contro le pareti della stanza.

      Poi si messe in ascolto, per sentire se c'era qualche vocina che si lamentasse. Aspettò due minuti, e nulla; cinque minuti, e nulla; dieci minuti, e nulla!

      — Ho capito — disse allora sforzandosi di ridere e arruffandosi la parrucca — si vede che quella vocina che ha detto ohi , me la son figurata io! Rimettiamoci a lavorare. —

      E perchè gli era entrato addosso una gran paura, si provò a canterellare per farsi un po' di coraggio.

      Intanto, posata da una parte l'ascia, prese in mano la pialla, per piallare e tirare a pulimento il pezzo di legno; ma nel mentre che lo piallava in su e in giù, sentì la solita vocina che gli disse ridendo:

      — Smetti! tu mi fai il pizzicorino sul corpo! —

      Questa volta il povero maestro Ciliegia cadde giù come fulminato. Quando riaprì gli occhi, si trovò seduto per terra .

      Il suo viso pareva trasfigurito, e perfino la punta del naso, di paonazza come era quasi sempre, gli era diventata turchina dalla gran paura.

      7

      Maestro Cilirgìa regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino maraviglioso, che sappia ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali.

      In quel punto fu bussato alla porta.

      — Passate pure, — disse il falegname, senza aver la forza di rizzarsi in piedi.

      Un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto.

      Allora entrò in bottega un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto; ma i ragazzi del vicinato, quando lo volevano far montare su tutte le furie, lo chiamavano col soprannome di Polendina, a motivo della sua parrucca gialla, che somigliava moltissimo alla polendina di granturco.

      Geppetto era bizzosissimo. Guai a chiamarlo Polendina! Diventava subito una bestia, e non c'era più verso di tenerlo.

      — Buon giorno, mastr'Antonio, — disse Geppetto. — Che cosa fate costì per terra?

      — Insegno l'abbaco alle formicole.

      — Buon pro vi faccia.

      — Chi vi ha portato da me, compar Geppetto?

      — Le gambe. Sappiate, mastr'Antonio, che son venuto da voi, per chiedervi un favore.

      — Eccomi qui, pronto a servirvi, — replicò il falegname rizzandosi su i ginocchi.

      — Stamani m'è piovuta nel cervello un'idea.

      — Sentiamola.

      — Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno: ma un burattino maraviglioso, che sappia ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino: che ve ne pare?

      — Bravo Polendina! — gridò la solita vocina, che non si capiva di dove uscisse.

      A sentirsi chiamar Polendina, compar Geppetto diventò rosso come un peperone dalla bizza, e voltandosi verso il falegname, gli disse imbestialito:

      — Perchè mi offendete?

      — Chi vi offende?

      — Mi avete detto Polendina!

      — Non sono stato io.

      — Sta' un po' a vedere che sarò stato io! Io dico che siete stato voi.

      — No!

      — Sì!

      — No!

      — Sì! —

      E riscaldandosi sempre più, vennero dalle parole ai fatti, e acciuffatisi fra di loro, si graffiarono, si morsero e si sbertucciarono.

      Finito il combattimento, mastr'Antonio si trovò fra le mani la parrucca gialla di Geppetto, e Geppetto si accòrse di avere in bocca la parrucca brizzolata del falegname.

      — Rendimi la mia parrucca! — gridò mastr'Antonio.

      — E tu rendimi la mia, e rifacciamo la pace. —

      I due vecchietti, dopo aver ripreso ognuno di loro la propria parrucca, si strinsero la mano e giurarono di rimanere buoni amici per tutta la vita.

      — Dunque, compar Geppetto, — disse il falegname in segno di pace fatta — qual è il piacere che volete da me?

      — Vorrei un po' di legno per fabbricare il mio burattino; me lo date? —

      Mastr'Antonio, tutto contento, andò subito a prendere sul banco quel pezzo del legno che era stato cagione a lui di tante paure. Ma quando fu lì per consegnarlo all'amico, il pezzo di legno dette uno scossone, e sgusciandogli violentemente dalle mani, andò a battere con forza negli stinchi impresciuttiti del povero Geppetto.

      — Ah! gli è con questo bel garbo, mastr'Antonio, che voi regalate la vostra roba? M'avete quasi azzoppito!.. .

      — Vi giuro che non sono stato io!

      — Allora sarò stato io!...

      — La colpa è tutta di questo legno....

      — Lo so che è del legno: ma siete voi che me l'avete tirato nelle gambe!

      — Io non ve l'ho tirato!

      — Bugiardo!

      — Geppetto, non mi offendete: se no vi chiamo Polendina!...

      — Asino!

      — Polendina!

      — Somaro!

      — Polendina!

      — Brutto scimmiotto!

      — Polendina! —

      A sentirsi chiamar Polendina per la terza volta, Geppetto perse il lume degli occhi, si avventò sul falegname e lì se ne dettero un sacco e una sporta.

      A battaglia finita, mastr'Antonio si trovò due graffi di più sul naso, e quell'altro due bottoni di meno al giubbetto. Pareggiati in questo modo

Скачать книгу