Cane Nero - Un Racconto Della Justice Security. T. M. Bilderback
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Jessica si alzò. “Va bene, Charlie. Dentro, lentamente ma con decisione. Stai all`erta, amico mio. ”
”Anche lei, signora.” Penetrarono all’interno della stanza, schiena contro schiena, camminando in diagonale.
***
IL MASTINO LI OSSERVAVA dal suo nascondiglio. Respirò piano, attraverso il naso, per non farsi sentire. Prima avrebbe preso la donna. L`uomo sarebbe stato più difficile.
***
MENTRE ENTRAVANO NELLA stanza, camminando in diagonale e cercando di guardarsi intorno in tutte le direzioni, si avvicinarono al corpo di Ladd.
”Va bene, Charlie, chi dovrebbe controllare per vedere se Ladd è ancora vivo?” “Normalmente, l`ufficiale anziano in servizio. Ma lo farò io. ”
”Grazie. Dov`è quel mostro? ”
”Non lo so, ma ora mi abbasso per vedere se c’è polso.” Charlie si mise il fucile da un lato, mentre si chinava sul corpo di Ladd. Jessica era in piedi accanto a lui, cercando disperatamente di guardare dappertutto per scovare l`enorme bestia. Si bloccò. Un piccolo rumore, quasi impercettibile, la spinse ad alzare lo sguardo. Il mastino era in cima alla fila di armadietti alta quasi due metri. Quando gli occhi di Jessica incrociarono quelli del cane, l`enorme mastino balzò verso di lei da una distanza di pochi metri. Jessica si abbassò, veloce. Il mastino, che aveva mirato al suo torace, la mancò per meno di un centimetro. Superò Charlie, che era ancora accovacciato accanto a Ladd, e atterrò sul pavimento dello spogliatoio. Quando arrivò giù, scivolò sul sangue che ristagnava sul pavimento e andò a sbattere pesantemente contro gli armadietti che si trovavano dall`altro lato della stanza.
)Jessica gridò: "Attento, Charlie! Sparagli!" mentre Charlie gridava "Che diavolo?" Il mastino ritrovò l'equilibrio, ma, prima che potesse voltarsi e scagliarsi di nuovo verso di loro, Charlie mirò e sparò il dardo tranquillante sull'animale. Il dardo colpì il cane alla spalla, ma l’animale era così enorme che il tranquillante non sembrò avere alcun effetto. Jessica puntò la pistola puntata alla testa del cane. Il cane si voltò di scatto, a testa bassa, e la fissò. Jessica scorse un lume di intelligenza umana nei suoi occhi.
Notò anche che i suoi occhi brillavano ... di un rosso ardente.
"Buona notte, cane.” disse Charlie.
"Dovrò colpirlo, Charlie." disse Jessica.
Charlie annuì. "Allora uccidi quel figlio di puttana, signora Queen."
Il cane, come se avesse capito le parole, voltò la testa verso Charlie, prese la rincorsa e gli balzò addosso.
Mentre il cane saltava, la porta dello spogliatoio si spalancò, Burt Oakley vide Jessica puntare la pistola contro il mastino e gridò "Noooo!". Jessica premette il grilletto, ma dalla pistola non uscì alcun colpo.
Il cane aveva ormai completato il suo balzo e aveva afferrato Charlie Li per la gola, lo morse con rabbia e poi si allontanò dall'uomo sanguinante. Jessica continuò a premere disperatamente il grilletto, ma la pistola non sparava. Burt Oakley, dimenticato in un angolo, guardò con orrore Charlie Li che cercava di respirare attraverso la sua gola lacerata e sanguinante.
Il mastino rivolse i suoi scintillanti occhi rossi a Jessica e disse con una voce profonda, bassa e demoniaca: "Adesso è il tuo turno, puttana!" Poi balzò su Jessica, con le fauci spalancate.
Jessica sussultò e si sedette di scatto sul letto, mentre l'incubo si dissolveva lentamente dalla sua mente...
Quando si rese conto che stava sognando e che si trovava al sicuro nel suo letto, nell’appartamento riservato ai soci nell'edificio della Justice Security, iniziò a piangere a singhiozzi... e dal profondo della sua anima. Perché quel mastino enorme - il "cattivo ragazzo" del suo primo caso come partner a pieno titolo, un caso passato a lei da Dexter Beck - aveva gli occhi rosso fuoco che brillavano a quel modo?
"E perché ti sogno ancora, brutto mostro?" si chiese, cercando di mantenere la calma. Aveva fatto quell’incubo parecchie volte, nell’ultimo anno, anche se da quando lei e il mastino geneticamente modificato avevano avuto un...incontro ravvicinato era passato parecchio tempo. Aveva la brutta sensazione che la cosa non era finita tra lei, quel cane e Charlie.
Ma il cane era morto. La sua pistola alla fine aveva sparato e il cane era stato colpito alla testa.
Quel caso l’aveva praticamente terrorizzata. Burt Oakley, il promotore della mostra canina e proprietario del mastino, affermò che aveva fatto nascere il cane da seme modificato geneticamente per aumentare la sua intelligenza e renderla quasi umana, in modo da comprendere meglio i comandi del padrone. Il genetista che si era occupato del caso gli aveva detto che quel cane aveva anche dei fratelli, nati dalla stessa cucciolata, e che stavano tutti bene.
Purtroppo quel mastino aveva avuto una reazione collaterale alla manipolazione genetica, ed era presto diventato aggressivo e pericoloso. Quando la Justice Security era riuscita ad individuare i proprietari degli altri cuccioli, tutti i cani erano ormai scomparsi, chi per un motivo, chi per un altro.
In tutto, tre mastini giganti e geneticamente manipolati...scomparsi. Tre bombe ad orologeria.
Jessica rabbrividì al solo pensiero.
Uno di quei cani aveva quasi ucciso lei e Charlie, e aveva fatto fuori il povero Jeff Ladd.
Che disastro potevano combinare gli altri tre?
La Justice Security avrebbe dovuto escogitare qualcosa per rintracciarli e levarli di mezzo, così lei non avrebbe avuto più quei maledetti incubi!
Jessica fece oscillare i piedi oltre il bordo del letto e si alzò. Salì i tre gradini fino alla sua cabina armadio per prendere la vestaglia. Quando aprì la porta dell'armadio, il grosso mastino era lì, con gli occhi fiammeggianti di fuoco. Jessica urlò mentre indietreggiava e rotolava per gli scalini, atterrando ai piedi del letto.
"Eccoci di nuovo, cagna!" urlò il mastino, con la sua voce roca e demoniaca. Poi scattò verso di lei, le mascelle spalancate, le fauci aperte e gocciolanti...
Jessica si svegliò di nuovo, urlando.
***
CON UN FORTE RUGGITO, i demoni ripresero il loro attacco.
"Lasciatemi andare, dannazione!"
Tutti si voltarono per vedere cosa stava succedendo.
Il demone alto che camminava curvo aveva afferrato Megan e se l’era gettata sopra la spalla. Si stava allontanando velocemente mentre Megan lo schiaffeggiava e lo prendeva a pugni sulla schiena. Erano ormai fuori tiro e si allontanavano velocemente.
Louie gettò le braccia al collo di Dexter proprio mentre lui si preparava a correre dietro al demone che aveva rapito Magan. Dexter aveva insegnato a Louie molto bene le arti marziali, e adesso Louie era in grado di fermarlo, se Dexter aveva