Caduto Dal Cielo. Susana Torres

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Caduto Dal Cielo - Susana Torres

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      Caduto dal cielo

      Storia d’amore su un padre single e milionario

      di Susana Torres

      © Susana Torres 2016-2021. Tutti i diritti riservati

      Pubblicato in Spana da Susana Torres

      Traduzione: Katherina Savino

      Prima Edizione.

      Capitoli:

       Capitolo 1

       Capitolo 2

       Capitolo 3

       Capitolo 4

       Capitolo 5

       Capitolo 6

       Capitolo 7

       Capitolo 8

       Capitolo 10

      Suo figlio, con le sue scarpe di suola dura, sta correndo intorno la casa, contando dall’uno al dieci, ripetendo numeri, a volte saltandoli; la sua voce fa eco, il tetto è molto alto, la casa è molto alta, quanto basta affinchè una giraffa adulta stia in piedi dal tetto al seminterrato.

      Però suo figlio continua a correre, contando sempre con un’armonia contagiosa, che, se si abbassa di qualche tono, diventa una canzone del terrore, però è un bambino, innocente e delicato. Quando imparò a dire acqua i suoi genitori si sentirono orgogliosi, gli parlavano come a qualsiasi adulto, avrebbe potuto aver detto qualsiasi parola, però la sua natura di bambino lo portò solo a dire questo. Acqua.

      Suo padre è chiuso nel suo ufficio, un ambiente umile che non ha niente a che fare con le dimensioni della casa. Controlla la sua posta, le sue note, questa e quella richiesta e alcune grafiche commerciali di una delle imprese che amministra.

      Sembra un uomo di successo, però non è niente più che un uomo con un peso sulle spalle, che vive in una casa che appartiene alla sua famiglia da generazioni, che non è più di una cicatrice nel tempo, un monumento al ricordo degli anziani e dei morti. Per la quale non ha speso più del denaro necessario affinchè nè cada nè se la mangino le termiti, in aggiunta ai dettagli di cui tanto si è preso cura. E’ una di quelle case di legno, non c’è dubbio del perchè le scarpe di suo figlio risuonino.

      Il padre, Juan, azionista, proprietario della sua impresa, amministratore di una, incaricato amministrativo di varie e genero del proprietario di alcune altre, ha le entrate necessarie per dare una buona qualità della vita al suo unico figlio, Samir, per due o tre vite intere. Chiamato così per via di suo nonno, un uomo umile che nacque e morì su quegli stessi pavimenti.

      Juan e Samir sono una squadra di due; non c’è amore più grande del suo. Lui, è il suo primo ed unico figlio, il suo unico ricordo, l’unica pianta che ha piantato, che innaffia tutti i giorni senza eccezione, che spera cresca sana, forte e per la quale darebbe tutto di nuovo se fosse necessario.

      Il suo computer suona, una volta e un’altra ancora, si pente del momento in cui ha deciso di mettere una suoneria ai messaggi, sopporta solo un rumore; quello dei numeri naturali che suo figlio recita tanto. Però continua a suonare, gli sembra uno scherzo che sia tanto richiesto ultimamente, però questa volta gliene arriva uno che cattura la sua attenzione. E’ un messaggio sconosciuto, il fatto che fosse in caratteri maiuscoli è stato ciò che ha richiamato a gran voce la sua curiosità.

      PER FAVORE, STIMATO SIGNOR DUARTE, MI FACCIA L’ONORE DI FARLE UN’INTERVISTA

      Prima lesse l’oggetto, per lui non era il modo in cui scriverebbe a qualcuno per chiedere un’intervista esclusiva. Provò a vedere se poteva decifrare cosa dicesse il resto del messaggio, se era una specie di spam o qualsiasi altra cosa inutile. Però per qualche motivo lo sentiva onesto, in ogni caso, anche se non lo fosse stato, non avrebbe perso nulla aprendolo.

      - Buongiorno, Signor Duarte.

      Le scrivo su richiesta del mio capo per realizzare un’intervista esclusiva con la finalità di sapere più sul suo conto per The Business Art Magazine, come gestisce il suo successo e se fosse interessato a realizzarla di persona. Le sarei molto grata se non fosse via Skype o qualsiasi altra rete, tendo ad essere un po’ tradizionale e mi piacerebbe farlo in questo modo.

      Senza preamboli, attendo con ansia una sua risposta. Grazie per la sua attenzione.

      Mar Gàlvez.

      - Beh, sembra interessante - disse mentre si inclinava verso il computer per rispondere al messaggio. Si stirò un po’ e cominciò a scrivere - sarebbe scortese dire no a The Business Art Magazine.

      A Mar non sembrò strano quando vide che le avevano risposto nonostante fosse abituata a ricevere messaggi dopo vari giorni di attesa. Non era più una novellina, era preparata a rispondere di fronte a qualsiasi situazione, e che un imprenditore importante rispondesse alla sua mail subito dopo averlo inviato, non era una situazione per cui allarmarsi, forse in passato non avrebbe saputo se rispondere immediatamente o lasciarlo aspettare.

      Lasciò le carte che aveva in mano e mise l’impermeabile da un lato, stava per partire, però decise di leggerlo il prima possibile per evitare di farlo aspettare, le era sembrato un po’ scortese non rispondere con la stessa efficienza. Si avvicinò al computer e lesse.

      - Buongiorno signorina Gàlvez.

      Mi lusinga che vogliano fare un articolo su di me, non ricordo in quale momento abbia fatto qualcosa di rilevante tale da essere trattato da TBAM, ma visto che c’è questa opportunità, chi sono io per rifiutarla? Non ho problemi a farla di persona, se le va bene potremmo farla a casa mia. Ho spazio a sufficienza perchè si senta a suo agio. Grazie per il suo interesse. Se ha qualche richiesta da realizzare durante l’intervista, non si faccia scrupoli a comunicarmela.

      Cordialmente, Juan Duarte.

      Un piccolo sorriso fece capolino e si inclinò per scrivere. Mandò il suo messaggio, determinata a vedere la sua risposta una volta a casa e ad andare prima che si facesse più tardi. Abbandonò l’ufficio e si diresse il più rapidamente possibile all’ascensore per prendere la sua auto e andare a casa evitando il traffico o qualsiasi altro inconveniente. Desiderava arrivare, uscire, prendersi un po’ di tempo da sola, una cena deliziosa per uno. Questa intervista sarebbe stata la numero 100, per cui Mar voleva che fosse speciale, le avrebbero dato un aumento. Accadeva sempre in questo tipo di situazioni.

      La notte passò tranquillamente, ordinò il piatto più caro che era sul menù, terminò la cena, ordinò il dolce, si alzò e uscì dal ristorante. Se ne andò realizzata, presto avrebbe avuto sufficiente denaro per regalarsi una cena migliore di quella di ogni sera, senza lamentele, già guadagnava in maniera dignitosa, però con il suo prossimo aumento, tutto si sarebbe messo in ordine. Prese la macchina e tornò a casa. Si fece un bagno caldo, accese il pc portatile per controllare le sue mail e per distrarsi un po’. Aveva in mente di prendersi un fine settimana tranquillo e di pace.

      Re:

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